martedì 7 aprile 2009

Il barattolo di vermi


Perchè ci continuano a ripetere che "i terremoti non sono prevedibili" ?

Un martellamento cominciato immediatamente. Uno slogan che riempie i vuoti tra le molestie fatte alle vittime dai "giornalisti" che chiedono con insistenza a chi ha perso tutto, con familiari e amici ancora sotto le macerie, "come si sente?" - "che cosa farà adesso?" contando vilmente sul fatto che, indeboliti dal dolore, non gli sputino in faccia.

Il motivo è semplice, lo fanno non per smentire chi dice di aver previsto data e ora del terremoto ma per nascondere il fatto che bertolaso e con lui tutta la protezione civile avevano, loro si, fatto una previsione completamente sbagliata.

Bertolaso ha infatti affermato che: “Le scosse di terremoto che continuano a scuotere l'Abruzzo non sono tali da preoccupare ma purtroppo, a causa di imbecilli che si divertono a diffondere notizie false, siamo costretti a mobilitare la comunità scientifica per rassicurare i cittadini". (una delle tante fonti)

Se non si può prevedere un terremoto,
a maggior ragione non si può neppure prevedere il contrario,
cioè che NON ci sarà un terremoto!


Non lo si può fare mai e tanto meno se le mappe di rischio geologico e la storia di una città dicono che la probabilità che questo accada è alta.

Non lo si può fare se si è a capo di una struttura che ha risorse economiche enormi (che tra l'altro gestisce in libertà proprio "grazie" alle emergenze).

Non lo si può fare se si è a capo di una struttura che dovrebbe concentrare il massimo delle risorse scientifiche sull'argomento.

Non si può scatenare la macchina dell'informazione e della giustizia - invece di portare ragioni scientifiche - contro un ricercatore solo; soprattutto se il ricercatore in questione, come tantissimi in Italia, deve lavorare in uno scantinato senza mezzi. Se la sua ricerca fosse stata valutata ed eventualmente finanziata, avremmo oggi una risposta scientifica documentata: il suo metodo funziona o non funziona invece di costringerlo a quella che appare la scelta disperata di chi in buona fede prevede la morte e cerca di opporvisi.

Dire che non accadrà niente è una previsione sbagliata. Questa volta però la statistica ha inesorabilmente colpito: "le cose accadono ..." dico io.

Chi è al capo della protezione civile e tutti gli "scienziati" di cui si circonda dovrebbero sapere che:

Rischio = Probabilità che un evento accada x Entità del danno previsto

Nel caso dell'Abruzzo (come in buona parte dell'Italia) la probabilità di un sisma è elevata mentre la qualità del patrimonio edilizio è tale da assicurare un grande numero di crolli e quindi di morti.
Il rischio è quindi massimo e richiede interventi. La protezione civile lo ha semplicemente ignorato cercando di "rassicurare" la popolazione con i soliti strumenti di "informazione".

La previsione totalmente sbagliata ha impedito alla popolazione e ai soccorsi di essere almeno preparati.

Per questo motivo bisogna fare quadrato e distogliere gli sguardi puntando sulla impossibilità di prevedere l'ora e il luogo esatto di un terremoto.

Si rischia infatti di aprire il barattolo dei vermi, di passare dall'Abruzzo alla Campania delle discariche, ad Acerra e da lì agli altri inceneritori, al nucleare, al carbone, alle grandi opere, agli incidenti sul lavoro, alle frane, al petrolio .....

Il sistema che governa la nostra vita e la nostra morte potrebbe allora crollare di colpo, come la città dell'Aquila.

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