In Giappone stanno accadendo eventi considerati quasi impossibili (a probabilità "minima").
Le forze della natura - indifferenti alle protezioni costruite dall'uomo - hanno colpito duramente. e "imprevedibilmente". Un altro popolo è ora in ginocchio, la differenza con altri casi è che è un popolo "ricco".
Tra tutte le notizie, quella che spaventa di più è quella nucleare; inizialmente pensavo che fosse un problema secondario (a parte confermare le mie opinioni contro il nucleare in Italia) ma col passare del tempo le cose si fanno ogni ora più brutte.
E' tutto sotto controlloCome per il pozzo di Macondo nel golfo del messico, anche in Giappone "tutto è sotto controllo" e in Italia c'è la corsa interessata a dire che "non è successo niente". E invece qualcosa è successo e ben poco è stato ed è sotto controllo. Mi sembra come chi, vedendo un'auto accartocciata su un albero in bilico su una profonda scarpata, e osservando che gli occupanti sono malridotti ma vivi, dicesse che grazie alle cinture di sicurezza e alla robustezza dell'abitacolo non è successo niente. E in quel momento l'auto comincia a oscillare ...
Errori di progettazioneLe centrali sono state costruite e aggiornate pensando ad un terremoto di intensità minore di quella che si è verificata, un errore di previsione che poteva essere fatale ma le strutture hanno comunque retto.
Il tallone d'achille stava però in un altro errore di progettazione, cioè nella protezione dai maremoti: i generatori diesel erano protetti da muri troppo bassi, e sono stati bloccati dall'onda.
Questo errore ha portato, passo dopo passo e assieme ad altre "sfortunate" evenienze, alla disperata misura di usare l'acqua di mare per il raffreddamento del nucleo che ha reso definitivamente inutilizzabili i reattori. Raffreddamento che è ancora in corso.
Non è ancora finitaQueste centrali sono dotate di un guscio di contenimento, ovvero di una robusta e pesante struttura di cemento armato che racchiude il reattore, capace di resistere - fino a prova contraria - ad attacchi militari e terroristici, ad eventi sismici e naturali e alla fusione del nocciolo.
Fino a che il surriscaldamento e la fusione non interessano il combustibile contenuto nelle barre, ma solo il loro rivestimento esterno, le emissioni radioattive legate agli sfiati - necessari a ridurre la pressione interna al guscio dove evapora il liquido usato per il raffreddamento (che ora è l'acqua di mare) - sono contenute e poco pericolose (breve emivita); questa è la versione rassicurante ripetuta inizialmente.
Il pericolo aumenta notevolmente se c'è una fusione del combustibile che si trova all'interno delle barre; e questo sembra essere quanto realmente accaduto già nei primi istanti; in questo caso, se il contenitore esterno resiste, il materiale radioattivo dovrebbe comunque restare in gran parte confinato ma gli sfiati saranno contaminati; fino ad ora i gas espulsi sono stati spinti in mare, ma quando i venti cambieranno potranno portare il pulviscolo sui 15 milioni di abitanti di Tokio.
Poichè il raffreddamento del nocciolo potrebbe durare anni tutto questo continuerà fino a quando - in qualche modo - si riuscirà a ricostruire un sistema di raffreddamento a circuito chiuso.
Infine, se il contenitore esplodesse o crollasse per l'aumento di pressione o per un nuovo terremoto o per la mancanza di raffreddamento, si avrebbe una forte contaminazione radioattiva (anche se minore di quella di Chernobyl) tramite l'esplosione prima e i fumi poi (disastro aggravato dal fatto che uno dei reattori è alimentato da un particolare combustibile, il MOX, quello che dovrebbe essere usato nelle centrali di terza generazione, maggiormente radiotossico).
La distruzione delle centraliNon è quindi vero che non è successo niente, qualcosa di gravissimo - se tutto va bene - è già accaduto: alcune centrali nucleari, fondamentali per il sistema energetico del paese, sono state distrutte. E questo è successo in un paese in cui la cultura del rischio e della prevenzione sono al livello più alto nel mondo.
La prima conseguenza riguarda chi pagherà il conto enorme della loro messa in sicurezza. Le imprese di assicurazione non hanno dubbi: il governo giapponese.
La seconda è che il Giappone, terra sovrappopolata e priva di fonti di energia che ha accettato il rischio nucleare per mantenere il proprio tenore di vita, addirittura progettando di affidarvisi quasi completamente entro la fine del secolo, ora dovrà importare l'energia mancante e questo renderà estremamente difficile la ripresa con effetti a catena sul resto del mondo.
Chernobyl, un confronto impossibileIl confronto con Chernobyl non ha senso perchè le centrali giapponesi usano l'acqua e non la grafite e soprattutto hanno il guscio di contenimento. Comunque sia, una centrale nucleare non può essere paragonata ad una una bomba atomica: a Chernobyl l'esplosione fu dovuta alla combustione della grafite, in Giappone è la pressione del liquido di raffreddamento evaporato che rischia di far saltare il contenitore come una pentola a pressione.
Enel e la sicurezzaDel tipo di Chernobyl sono invece i due reattori nucleari sovietici di seconda generazione, rilevati dall'ENEL in Slovacchia e privi del guscio di contenimento.
Termoli e i maremotiIl possibile sito nucleare di Termoli è stato interessato da un maremoto nel 1627.
Ed infine riporto un commento legato all'America ma ad uso della ministra gelmini: "You cannot cut school funding and teachers and universities and expect to have a robust nuclear industry".