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Nella mia memoria, siamo a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, a scuola andava una semplice cintura di pelle o una sorta di stringa di gomma, con una fibbia di ferro o di acciaio, che stringeva due o tre libri, due quaderni e una penna a sfera. Pochi avevano l'astuccio di stoffa, cucito dalla nonna, con i pastelli Giotto, e nella tasca del cappotto il panino con la mortadella o una mela.
Dalla fine del Novecento i “rari libri”, i numerosi fascicoli e i quadernoni di colore diverso (uno per disciplina!) sono insaccati in giganteschi zaini di plastica e coloratissima tela con stampe di mostri o di pupe, rigorosamente firmati. Non importa quale sia la griffe, basta che sia “lo zaino di...” che, quasi sempre, sono scarabocchiati, lerci e maleodoranti.
Contengono di tutto: duo o tre astucci, uno per gli evidenziatori, uno per le matite e le penne, e un terzo astuccio per non si sa che: gomme a foggia di pupazzi e che non cancellano, ma che ogni tanto compaiono in cima alle matite appesantendole; strani oggetti con le ruote o animaletti di dura plastica nel cui (dovrei dire culo, ma una maestra...) ano si infila la matita per temperarla; l'ultimo temperino di grido è un parallelepipedo alto 12 cm x7x7 e funziona a batteria (pila alcalina): lo devi afferrare con una mano e con l'altra infilare, nel pertugio in alto, la tua matita e fare una leggera pressione, così parte automaticamente la lametta che tempera una punta affilatissima e lunga più del necessario, poi, sotto il parallelepipedo c'è il cassettino da svuotare quando è pieno... Un delirio! Ovviamente "questo" temperino non entra nel terzo astuccio, ma in un'apposita sacca dello zaino in posizione laterale, con cerniera. Tutto ciò nello zaino della scuola primaria, alle scuola secondaria di primo grado (la ex media dell'obbligo) dobbiamo aggiungere allo zaino in spalla, la gigantesca cartella di plastica, con il manico, contenente foglioni di carta per disegno, rigoni, squadroni e compassoni, e dallo zaino bisogna assolutamente togliere il “temperino megagalattico”, che fa “troppo matricola di prima” e metterci il cellulare e una calcolatrice, e, se si può, “papà ti compra il computer tascabile che fa di tutto, anche le riprese”. Aggiungiamo, per molti alunni, carte per giochi alla moda, che passano in un anno, e l'anno dopo in edicola ne escono altre di cui devi avere la collezione completa per non essere sfigato o 'sfigata': nelle moderne carte da gioco c'è l'assoluta parità dei sessi. Poi blocchetti di carta fosforescente e autoadesiva e, alla fine, una merenda, vecchia, mai consumata e un sacchetto di roba fritta comprata al bar, correndo, tutte le mattine.
Mi chiedo che cosa c'entrino, in tutto ciò, la scuola e gli alunni?! Mi viene un fondato dubbio: c'è un consumo indotto da un distorto mercato che deve vendere petrolio (anche i pupazzi sono petrolio) a costi alti e subdoli, e c'è anche una distorta e subdola in-formazione: sei uno in gamba se hai “lo zaino di...”. Sei già bello e pronto, da adulto, ad aprire lo sportello della tua vecchia auto berlina di quindici anni e sentirti uno sfigato perché non hai l'auto di grido per tornare a casa dal lavoro. Così appena puoi, invece di andare a teatro o in libreria per sceglierti un bel libro o andare al cinema; oppure, invece, di mangiare un buon pezzo di formaggio con l'insalata fresca, risparmi guardando tutte le sere un bel po' di TV e mangiando cibo già cotto e condito preso dal banco dei surgelati, rigorosamente in offerta. E quando il gruzzolo è sufficiente per un acconto, vai dalla concessionaria a ritirare l’auto nuova e metallizzata, firmando le rate per dieci anni. E poi? Non arrivi alla "quarta settimana" e la colpa è del Governo di turno che mette le tasse!
Siamo dentro lo zaino dei nostri figli fino al collo e loro ci porteranno addosso fino alla morte.
E' soltanto mia l'idea che siano molti gli insegnanti (e certi editori) che aggiungono e aggiungono "cose" negli zaini?
E soltanto mia l'idea che molti genitori (e certi parenti, in qualunque occasione) aggiungono e aggiungono "cose" non soltato negli zaini? Vogliamo guardare le "camerette" dei "nostri figli"?
No, non è soltanto mia: qualche voce si sta alzando, indignata, in questa nuova valle di lacrime!
SVUOTIAMO ZAINI E CAMERETTE DA "COSE" DI NESSUN VALORE E RI-EMPIAMOLI DI SOGNI E DESIDERI.
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E dovrebbe essere interesse di tutti curare le generazioni dopo la nostra, se non vogliamo morire da soli... mentre guardiamo in faccia figli più soli di noi.
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fonte)