Chi si occupa di ambiente, petrolio, energia, acqua, multinazionali,
scuola, acquisto solidale, chi contesta i fast-food, chi ha lavorato
per i referendum, chi studia la finanza, chi fa la raccolta
differenziata, chi ascolta Grillo, tutti questi e mille altri ancora
stanno facendo un percorso comune: ognuno socchiude una porta diversa,
ma da tutte si può vedere il potere. Quel che noi tutti facciamo
è capire come il potere agisca sulle nostre
vite. Studiando, scopriamo ogni giorno un mondo per noi quasi
incredibile nella sua meschina e folle natura.
Abbiamo così cominciato ad agire contro il potere usando le sue stesse
armi, siamo diventati bravi nel fare resistenza. Ma il potere
risponde, si adegua, rilancia. Ci sentiamo a volte
inutili e inermi di fronte a un potere forte e spietato.
Ma questo non ci ferma, come non ha fermato i partigiani che salivano
in montagna; combattevano senza risorse una guerra di cui avevano solo
una ristretta visione locale; non credo che pensassero davvero di
poter vincere, ma lo facevano e basta.
Per noi è diverso, abbiamo i mezzi per conoscere, questa è la nostra
forza; ma la nostra lotta è altrettanto sanguinosa. Lo si capisce se
si segue il filo della storia che dalle mense della Caritas si dipana negli anni per paesi di tutto il mondo e ci lega ai
desaparecidos di Pinochet o al Cile di Allende. Non
meno carica di dolore è poi la rete nello spazio che lega le
piattaforme petrolifere di fronte alle nostre spiagge ai villaggi
della Nigeria, i nostri contadini al Mozambico, le giovani dei
distretti commerciali di Cina e Indonesia alle nostre scarpe, ai
nostri vestiti, ai nostri rifiuti, ai nostri inceneritori … . Una
ragnatela globale che è cresciuta - come una metastasi - per cinquanta
anni ammaliandoci con le sue lusinghe.
Affrontare un solo piccolo problema, significa dunque combattere a
fianco di milioni di altre persone. Non ci si può perdere d’animo e
non ci si può scoraggiare se si fa parte di una tale comunità.
Anche la forza degli avversari non ci deve spaventare. Alcuni anni fa
ho trovato poche persone e in pochi siamo rimasti per lungo tempo. Ma
oggi sento di essere nel momento storico in cui la curva
dell’impegno e della consapevolezza, dopo anni di crescita quasi
impercettibile, si sta impennando.
E’ una dinamica esponenziale, di quelle che - una volta partite - sono
difficilissime da fermare; mi aspetto allora di essere solo all’inizio
di una spinta uguale e contraria a quelle che invece stanno
distruggendo il pianeta: l’aumento esponenziale dello “sviluppo” può
essere fermato solo dall’aumento esponenziale di chi persegue la
“decrescita”.
L’ultima riflessione è sull’arma più subdola che il potere ha inserito
nelle nostre menti: l’individualismo e con esso la solitudine, il
narcisismo, la rivendicazione dell’io contro il Noi, l’egoismo. Qui
sta l’altro punto comune a tutti i nostri percorsi: per la strada
incontriamo nuovamente gli altri, ci riprendiamo la natura umana di
animale sociale. Possiamo di nuovo sentirci parte di una folla amica e
sorridere allo sconosciuto/a compagno/a di viaggio.
Davvero non capisco come ci si possa sentire vuoti o tristi di fronte
alla fortuna di vivere in questo eccitante momento della storia.
Finora stiamo stati a spiare il potere dalle porte socchiuse, ora è
venuto il momento di entrare.
domenica 24 febbraio 2013
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