giovedì 15 novembre 2012

Coblìa

Un perpetuo richiamo scandisce la vita di Coblìa: un suono, un battito, un tintinnio, un ticchettare, aritmico ma ineluttabile. Si presenta talvolta così fievole e remoto, che solo chi lo conosce da sempre lo discerne dal fruscio delle foglie o dal borbottare lontano dei motori. Talvolta è invece assordante, ripetuto da moltitudini di fonti, si riflette e risuona ovunque in infiniti echi. Un suono conosciuto nel ventre materno quando – forse – un sobbalzo nel pulsare del cuore ne segnalava la presenza.

Con quel suono, la città ricorda in ogni momento l'origine della sua esistenza, lo scopo delle quotidiane difficoltà, i motivi per andare fieri di esserne cittadini.

Se il silenzio giunge inaspettato, la nota prosegue nelle menti, propagandosi tra i ricordi, e viene mantenuta tra le parole, nelle intonazioni; modificando ora un richiamo ora un saluto; fischiettando.

Alcuni temerari si allontanano comunque dalla città inerpicandosi da soli lungo sentieri remoti - privi del tepore della risonanza collettiva - che portano all'inquietudine, all'ansia ed infine alla paura. Quasi tutti tornano in fretta al rassicurante mormorio.

Pochissimi resistono fino a quando una domanda pone termine al tormento di quel rumoroso silenzio. Una fastidiosa, irritante, stupida domanda con la sua sconcertante risposta.

Solo quando del suono non rimane che la nostalgia, ci si accorge che nessuno ha mai veramente saputo cosa renda Coblìa tanto speciale e che a tenerla assieme è - e sempre è stato - solo il nulla di una fiducia cieca.

lunedì 12 novembre 2012

Ode al vento dell'ovest

 I
Oh tu selvaggio vento dell’Ovest, respiro dell’essenza dell’autunno,
tu, dalla cui invisibile presenza le foglie morte
sono trascinate, come spettri in fuga da un incantatore.
Gialle e nere e pallide e febbrilmente rosse,
moltitudini colpite dalla pestilenza: oh tu
che sospingi ai loro oscuri letti dell’inverno
i semi alati, dove giacciono freddi e profondi,
ognuno come cadavere nella sua tomba, finché
la tua azzurra sorella della primavera soffierà
nel suo corno sulla sognante terra, e colmerà
(guidando i dolci germogli come greggi a pascolare nell’aria)
di vivaci colori e profumi pianura e collina:
oh Spirito selvaggio, che spiri per ogni dove;
distruttore e preservatore; ascolta, oh ascolta!
II
Tu nella cui corrente, in mezzo al tumulto dell’alto cielo,
nuvole sciolte come foglie cadenti della terra sono sparse,
scosse dai rami aggrovigliati di Cielo e Oceano,
messaggeri di pioggia e lampi: là sono disperse
sull'azzurra superficie del tuo aereo ondeggiare,
come i lucenti capelli sollevati dalla testa
d'una feroce Menade, perfino dal fosco margine
dell'orizzonte fino all’altezza dello zenit,
le serrature della tempesta in arrivo. Tu, canto funebre
dell'anno morente, al quale questa notte che sta finendo
sarà la cupola di un sepolcro immenso,
cui fa da volta da tutta la potenza concentrata
di vapori, dalla cui densa atmosfera
esploderanno nera pioggia e fuoco e grandine: oh, ascolta!
III
Tu che svegliasti dai suoi sogni estivi
l’azzurro Mediterraneo, dove giaceva
cullato dal gorgoglio dei suoi flutti cristallini,
accanto a un'isola di pomice nella baia di Baiae,
e vedesti nel sonno antichi palazzi e torri
tremolanti nella luce più intensa dell'onda
tutti sommersi da muschio azzurro e fiori
così dolci, che nel raffigurarli il senso viene meno! Tu
al cui passaggio la potente superficie d'Atlantico
si squarcia in abissi, mentre giù in profondità
le inflorescenze marine e i boschi fangosi, che indossano
le foglie avvizzite dell'oceano, conoscono
la tua voce, e si fanno all'improvviso grigi di paura,
e tremano e si spogliano: oh, ascolta!
IV
Se io fossi una foglia appassita che tu potessi portare;
se fossi una veloce nuvola per volare con te;
un'onda che ansima sotto il tuo potere, e condivide
l'impulso della tua forza, soltanto meno libera
di te, oh tu che sei incontrollabile! Se anche
io fossi nella mia fanciullezza, e potessi essere
il compagno dei tuoi vagabondaggi nel cielo,
come allora, quando superare la tua celeste velocità
a mala pena sembrava una visione, io mai avrei gareggiato
così con te in preghiera nel mio estremo bisogno.
Ti prego, innalzami come un'onda, una foglia, una nuvola.
Cado sopra le spine della vita! Sanguino!
Un grave peso di ore ha incatenato, piegato
uno a te troppo simile: indomito, veloce e orgoglioso.
V
Fa di me la tua cetra, come lo è anche la foresta;
che cosa importa se le mie foglie cadono come le sue!
Il tumulto delle tue potenti armonie
acquisterà da entrambi un profondo canto autunnale
dolce nella sua tristezza. Che tu sia, o spirito fiero,
il mio spirito! Che tu sia me, spirito impetuoso!
Guida i miei morti pensieri per l'universo
come foglie ingiallite per affrettarmi una nascita nuova;
e con l'incanto di questi miei versi,
spargi, come da un focolare non ancora spento
ceneri e faville, le mie parole fra il genere umano!
Che tu sia attraverso le mie labbra, per una terra non ancora desta
la tromba d'una profezia! Oh, vento,
se viene l'Inverno, può essere lontana la primavera?

If Winter comes, can Spring be far behind?
Percy Bysshe Shelley (1819)

venerdì 2 novembre 2012

Tutto crolla anche nell'IDV



Oggi nell'IDV molti nodi vengono al pettine.

Le accuse rivolte a Di Pietro sono sostanzialmente infondate (a parte quella di familismo), ma le sue colpe sono altre e non è un caso che il partito, invece di fare fronte comune, cavalchi l'onda.

Chi conosce un poco le cose sa che l'IDV è stata terra di conquista per fuoriusciti di ogni dove: contano poco i valori e molto di più i voti.

I rapporti con movimenti ed associazioni non sono mai stati buoni; c'è sempre stato il tentativo di porre un cappello sul lavoro altrui: basti pensare al referendum sull'acqua; mentre Grillo si è sempre negato.

Andato Berlusconi, non c'era più nulla a cui appoggiarsi e pian piano si è fatta avanti l'impressione che l'opposizione fosse solo una tattica per giustificare la propria esistenza.
L'unica cosa che poteva salvare il partito erano e sono le persone. Ma fino ad oggi da quest'orecchio nessuno ha sentito.

Fa specie leggere che Di Pietro si accorge solo ora di quel che ha nel partito: "Certo, tutti quelli che nell’IdV, fino ad oggi, ne hanno approfittato e speravano di poterne approfittare ancora per riciclarsi, con abili manovre di trasformismo politico, fanno bene ad essere preoccupati. Perché sono effettivamente arrivati al capolinea all’interno del partito. E’ bene che costoro si preparino a traslocare altrove, giacché il Congresso prossimo venturo che ci aspetta non è, né può essere, riservato solo agli amici e agli amici degli amici. Insomma, a coloro che portano un mucchietto di tessere ogni tanto solo per assicurarsi una ricandidatura e una poltrona, sfruttando il lavoro e lo sforzo dei tanti, tantissimi militanti e dirigenti perbene che hanno fatto il loro dovere civico dentro il partito."
Perché - se solo ora si rende conto di questo verminaio - non si ricrede anche su Berlusconi riconoscendo che - allo stesso modo - è plausibile pensare che fosse in buona fede quando credeva Mangano uno stalliere e Ruby la nipote di Mubarak?

Ma non c'è via di scampo: da una parte il PD che vuole le mani libere e dall'altra Grillo. Non è "un killeraggio, di un sistema politico e finanziario": se proprio si voleva far fuori l'IDV bastava lasciarla andare avanti da sola; se invece si fosse coalizzata con qualcuno l'attacco avrebbe dovuto partire a dieci giorni dalle elezioni in modo da affondare l'intero gruppo. Anche qui le parole di Di Pietro mi ricordano gli strepiti sulle "sentenze ad orologeria" di berlusconiana memoria.

La cosa divertente è che ora - accusato di scarsa democrazia interna nella scelta dei candidati e nella gestione economica del Partito - si butta nelle braccia di Grillo: l'ultimo partito personale si vorrebbe sposare con il primo movimento personale.

Entrambi non capiscono che i leader uccidono la politica (spesso non lo capiscono neppure gli elettori e gli iscritti) e così stanno uccidendo le loro creature.

Io ho perso la fiducia in Di Pietro molto tempo fa: quando - al primo congresso - ci presentò il Sindaco di Salerno chiedendo all'assemblea di valutarlo. Il sindaco fece un bel discorso e tante promesse (è molto bravo in questo) ma poi non vinse e se le rimangiò. Di Pietro sapeva benissimo con chi aveva a che fare (De Magistris abbandonò il congresso) e col suo beneplacito lo aiutò ad ingannarci (qui il post di come ci sono caduto anch'io).


Un po' di tempo fa - quando si era ancora sulle due cifre - mi dissero che il partito era il "meno peggio". Era la diagnosi di un male incurabile ma nessuno sembrava accorgersene.

Ora la fine è quasi inevitabile a meno che - con una qualche magia - non si riesca a trasformarlo in qualcosa di simile al movimento a cinque stelle, ma senza un Grillo.

Vedremo …

Rieccomi

Molto tempo è passato dagli ultimi interventi.

In questi mesi molte cose sono cambiate e stanno cambiando attorno a me e in me, sembra che la mia tanto cara curva esponenziale si possa applicare anche alla vita. Non si preoccupi caro professore, i miei sistemi di reazione sembrano funzionare e tutto appare sotto controllo.

A New York ho comprato un e-book reader. Non credevo che avrei mai abbandonato i libri di carta e invece la possibilità di usarlo ovunque unita all'infinita disponibilità di libri ad un clic di mouse ed al vocabolario di inglese integrato ha fatto si che abbia ricominciato a leggere sempre e ovunque come quando ero ragazzo.
 Da allora sono di nuovo immerso nelle parole. Sto riscoprendo il mio mondo tramite il loro aiuto.
Ma non ho smesso di scrivere, vorrei creare poesie e raccontare storie ma non credo ne sarò mai capace e così mi sono specializzato in articoli ed interventi sui temi politico-ambientali con risultati che altri - bontà loro - giudicano molto buoni. C'è molto da studiare.

Anche il mondo ha preso velocità lungo la sua strada segnata. In tanti l'avevamo previsto; ma non c'è alcun merito in questo, era facile. Che senso avrebbe avuto scrivere: io l'avevo detto. Adesso invece diventa interessante cercare di comprendere quel che ormai fa capolino dietro le apparenze. Nel frattempo continuo con quella che è già oggi la sola politica degna di questo nome: associazioni, Parco e petrolio ma non solo. C'è molto da lavorare.

So che siamo solo all'inizio e che il collasso - quello vero - deve ancora arrivare. Saranno anni intensi.
Ma quando c'è qualcosa da fare non s'invecchia, quindi non posso che esserne contento.
Mi sto preparando: ho coibentato la casa e mi faccio la doccia con l'acqua scaldata dal sole, coltivo un piccolo orto. Sto molto meglio e ho perso dieci chili.

Molto altro è accaduto e accade ma non son cose che si possano affidare ad internet, quando scelsi il titolo per questo blog stavo piantando un seme - anche se non lo sapevo - e la pianta cresce bene.  

No c'è quindi molto tempo ed energia, ma il blog comincia a mancarmi per cui voglio provare a riprendere - magari con un piccolo aiuto tecnologico - ho un'idea per la testa .....

Lo faccio per me, ma se magari qualcuno là fuori lo troverà ancora interessante sarò come sempre assai contento. 

martedì 1 maggio 2012

Apolitica

Ho pensato a lungo se lasciare i riferimenti al nome del Comune in questo capolavoro. Ma poi ho pensato che, se ci vivessi, non mi piacerebbe vederlo fare.
Si tratta comunque di un documento autentico con timbro e firma del Sindaco.



giovedì 19 aprile 2012

La soluzione a tutti i mali

Se qualcuno avesse ancora dei dubbi su quel che ci aspetta ecco una frase tratta da una presentazione del polo industriale automotive della Val di Sangro (Sevel - Honda ecc. ecc. - 50% dell'export abruzzese):

"L'incremento rapido del reddito pro-capite
ha determinato la possibilità di
standard di vita elevati ma non sostenibili nel tempo
e oggi superiori alle possibilità;
ciò non è ancora chiaro agli Abruzzesi
."

(fai clic sull'immagine per ingrandirla)

Questo è l'avvertimento degli industriali, ma per fortuna ci sono amministratori locali (in particolare un bel monocolore PD) che hanno ben chiaro il modo di affrontare la crisi:



martedì 10 aprile 2012

Bomba e Punta Aderci: quando i cittadini fanno il lavoro delle istituzioni


Son contento !





Una storia che ha accompagnato questo blog e un po' della mia vita è stata quella dell'estrazione di gas sotto il lago di Bomba.

Yankee go home
Facciamo un bel buco sotto la diga !
Senza scrupoli
Opzione zero
Altra opzione zero

L'intero paese di Bomba (meno di mille abitanti) si è opposto con determinazione per tre anni, hanno manifestato e hanno risposto con osservazioni tecniche alle bugie.

Oggi infine si sono presentati in massa di fronte al palazzo della regione che doveva approvare la Valutazione di Impatto Ambientale della raffineria.

Quella che in altri tempi sarebbe stata una silenziosa approvazione, fatta di nascosto con la scusa che nessuno aveva detto niente, si è trovata sotto i riflettori ed i "tecnici" della regione - con le carte protocollate delle osservazioni dei cittadini sul tavolo - non hanno avuto più alcuna possibilità di eseguire volontà superiori.

Quest'incubo dovrebbe dunque essere finito!

Ma i cittadini hanno fatto il lavoro delle istituzioni anche per l'impianto di rigenerazione dell'acido cloridrico che avrebbe dovuto sorgere a ridosso della riserva naturale di Punta Aderci.

Ed anche in questo caso - mentre i cittadini manifestavano davanti al palazzo della regione - i "tecnici" non hanno potuto che accettarne le osservazioni Tecniche certificanti le mancanze e le false affermazioni del progetto e rigettare anche quello.

Due vittorie in un solo giorno dei cittadini contro l'amministrazione pubblica che non sa o non vuole fare il suo dovere!

Son contento!






venerdì 6 aprile 2012

I bossi sono italiani !



Quando le cose che ho scritto si verificano non ho più parole. Non ha senso scrivere "io l'avevo detto", questo spiega il silenzio di questi mesi.

Ma sui bossi qualcosa voglio ancora aggiungere.

Quante ne ho viste di famiglie così: di figli stupidi che si credono furbi. Che vanno a rubare dalla nonna o che passano gli esami sul duplicato del libretto.
Quanti genitori ho visto, incapaci di ammettere che il figlio è un cretino e/o un delinquente. Quante madri ho visto alzare un muro di protezione, distrarre il padre, fare i compiti a casa.
Quanti figli se ne sono andati alla scuola privata per un diploma pagato dai genitori, con la macchina pagata dai genitori in un appartamento pagato dai genitori.

Quante famiglie - poi - farebbero di tutto per i soldi, i soldi per i soldi; degenerazione di quell'aspirazione piccolo borghese che - al massimo - sognava un'utilitaria.

C'è poi la malattia e il valore dei vecchi misurato dalla loro pensione; è mancato solo il matrimonio con la badante anche se di sfruttatori ce ne sono stati tanti.

E' quindi una storia italiana esemplare, anche perchè rubavano, ruttavano, erano ignoranti, arroganti e maleducati.


Dovrei godermela, ma provo solo pena per lui e per tutti quelli che gli sono andati dietro.

Il crollo prosegue rapidissimo ....

martedì 27 marzo 2012

Mai dimenticare di essere vivi

Scrivere un curriculum
Che cos'e' necessario?
E' necessario scrivere una domanda,
e alla domanda allegare il curriculum.
A prescindere da quanto si e' vissuto
e' bene che il curriculum sia breve.
E' d'obbligo concisione e selezione dei fatti.
Cambiare paesaggi in indirizzi
e malcerti ricordi in date fisse.
Di tutti gli amori basta quello coniugale,
e dei bambini solo quelli nati.
Conta di piu' chi ti conosce di chi conosci tu.
I viaggi solo se all'estero.
L'appartenenza a un che, ma senza perche'.
Onorificenze senza motivazione.
Scrivi come se non parlassi mai con te stesso
e ti evitassi.
Sorvola su cani, gatti e uccelli,
cianfrusaglie del passato, amici e sogni.
Meglio il prezzo che il valore
e il titolo che il contenuto.
Meglio il numero di scarpa, che non dove va
colui per cui ti scambiano.
Aggiungi una foto con l'orecchio in vista.
E' la sua forma che conta, non cio' che sente.
Cosa si sente?
Il fragore delle macchine che tritano la carta.

Wislawa Szymborska 1923 - 2012