Tra le tante questa ci interessa direttamente: il Consiglio comunale di Chieti (centrodestra) - forse piccato dal fatto che il Consiglio comunale di Cupello (centrosinistra) si sia fatto avanti per prenotare un inceneritore - ha rilanciato e chiede addirittura una centrale nucleare.
Per chi pensasse che è una delle mie solite esagerazioni, ecco l'ordine del giorno del prossimo consiglio comunale (28 maggio):
O R D I N E D E L G I O R N O
OGGETTO: tutela del territorio della Città e della Provincia di Chieti da insediamenti per la produzione e lo stoccaggio di energia nucleare e materiale radioattivo
I sottoscritti Consiglieri Comunali
PREMESSO
Che a distanza di oltre 24 anni dall’incidente nucleare di Chernobyl l’Italia è stata l’unico Paese, che ha dimesso i quattro impianti nucleari con grave danno lavorativo, economico e ambientale.
Oggi l’Italia è il Paese, tra quelli avanzati, che utilizza in maggior misura i combustibili fossili per la produzione di energia elettrica..
Il nostro Paese importa in percentuali crescenti l’energia elettrica prodotta da fonte nucleare da Paesi, proprio perchè costa meno.
Quanto ciò sia remunerativo è dimostrato anche dal fatto che l’Ente nazionale per la produzione di energia elettrica l’ENEL sta acquistando impianti nucleari in diversi Paesi europei e non solo.
La decisione di rinunciare alla fonte nucleare fa sì che in termini economici gli italiani pagano l’energia elettrica più di tutti in Europa, con grave danno all’economia ed alla produttività.
La decisione di rinunciare alla fonte nucleare è indipendente dal risultato dei referendum svoltisi nel 1987, i quali facevano riferimento a un eventuale:
Abrogazione dell'intervento statale se il Comune non concede un sito per la costruzione di una centrale nucleare
Abrogazione dei contributi di compensazione agli enti locali per la presenza sul proprio territorio di centrali nucleari o a carbone.
Esclusione della possibilità per l'Enel di partecipare alla costruzione di centrali nucleari all'estero.
Che nei giorni scorsi il Sindaco di Chieti ha sottoscritto a Bruxelles il " Covenant of Mayors " - un " Patto dei Sindaci ", finalizzato alla redazione di piani di sviluppo delle energie rinnovabili e del risparmio energetico non va in contraddizione con la scelta eventuale di costruzione di impianti nucleari, i quali sono per loro natura quelli che non rilasciano emissioni gassose dannose.
Come riconosciuto anche dall’Unione europea, l’utilizzazione e lo sviluppo della fonte nucleare è coerente con una corretta e più efficiente politica energetica
Le centrali nucleari infatti producono attualmente circa un terzo dell'elettricità e il 15% dell'energia consumata nell'Unione europea (UE). Il nucleare rappresenta una fonte di energia caratterizzata da basse emissioni di carbonio e costi relativamente stabili; ciò lo rende interessante sotto il profilo della sicurezza dell'approvvigionamento e della lotta ai cambiamenti climatici. Spetta tuttavia ai singoli Stati membri decidere se intendono ricorrere a questa fonte energetica
Lo sviluppo e l’utilizzo di pannelli solari e altre fonti di energia rinnovabile non è in contrasto con la produzione energetica da fonte nucleare.
PRESO ATTO
Che l'art. 25 della Legge 99/2009 concede una delega al Governo Nazionale per la disciplina della localizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di impianti di fabbricazione del combustibile nucleare, dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, nonchè dei sistemi per il deposito definitivo dei materiali e rifiuti radioattivi;
Che il 10 febbraio 2010, il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legislativo riguardante i criteri della realizzazione e conduzione di impianti di produzione di energia nucleare e di stoccaggio sia del combustibile nucleare sia dei rifiuti radioattivi, individuandone i criteri per la localizzazione sul territorio nazionale, e che ora il Governo si appresta a individuare le Regioni e i siti ritenuti più idonei;
CONSIDERATO
Che secondo le notizie riportate dalla stampa del 4 Maggio 2010 esiste la concreta possibilità che il Governo nazionale scelga la regione Abruzzo ed in particolare il territorio della Provincia di Chieti per realizzare un sito destinato al nucleare;
Che una tale progetto di ricerca e produzione fornirebbe una grande opportunità in termini di sviluppo, investimento, lavoro, occupazione, valorizzazione del territorio, riduzione dei costi energetici e miglioramento ambientale, della Città di Chieti e dell' intero territorio della Provincia teatina.
INVITANO
Sindaco e Giunta
- ad attivarsi immediatamente presso il Governo nazionale ed in tutte le sedi opportune al fine di verificare la reale possibilità che la Regione Abruzzo ed in particolare il territorio della Città e della Provincia di Chieti possano essere oggetto di possibili siti destinati alla produzione di energia elettrica da fonte nucleare e della costituzione di centri ricerca e formazione in ambito della fisica e della tecnologia nucleare.
- a cogliere le opportunità, in linea con l’art. 25 della legge 99/2009, per promuovere e sviluppare la comunità sociale, il territorio, le infrastrutture, le competenze e il lavoro nel territorio teatino e dell' intera regione Abruzzo con ogni iniziativa necessaria e con l' adozione di tutti gli atti amministrativi opportuni.
I Consiglieri Comunali PDL; UDC; Giustizia Sociale; Uniti per Chieti; Alleanza per Di Primio; Popolo di Chieti /Lega
E qui c'è una risposta:
Vi avverto.
Io professor Francesco Stoppa, ordinario di Geochimica e Vulcanologia dell'Università G. d'Annunzio, Cittadino abruzzese residente a Chieti metto in guardia chiunque rispetto agli enormi pericoli dell'uso dell'energia atomica nella nostra regione e, inoltre, invito la classe politica a non lanciarsi in facili affermazioni alla ricerca di sensazionalismo e di affermazione gratuita. Il rischio geologico della nostra regione associato a quello d'incidente umano in impianti nucleari qualifica come incosciente chiunque voglia anche solo proporne l'uso nella provincia di Chieti e nell'intera regione. Tale incoscienza può derivare dalla completa ignoranza del fenomeno radioattivo, della sua dannosità per gli esseri umani o da un cinico calcolo di bassa lega politica. In questo secondo caso si tratta di proposte in mala fede, mendaci, fatte solo per ricerca di scandalosa e amorale notorietà e in mancanza di argomenti ragionati e sensati.
Come Professore e Scienziato la mia esperienza mi ha insegnato che gli amministratori sono completamente a digiuno della Fisica Nucleare e che si servono spesso di tecnici "di parte" che senza compassione per la gente propongono superficiali soluzioni al problema dell'approvvigionamento del combustibile nucleare, della gestione delle scorie, degli inevitabili incidenti, alimentando con molte altre bugie demagogiche l'uso del nucleare. Le nostre riserve d'acqua sono già tutte inquinate dagli isotopi radioattivi (es. quelli del Cesio) prodotti dagli esperimenti bellici e dagli incidenti avvenuti nelle centrali di altri paese, dei cui danni non siamo mai stati ripagati. Tali isotopi radioattivi cancerogeni e mutageni restano nell'aria che respiriamo, nel cibo che mangiano, nell'acqua che beviamo per secoli. Non c'è rimedio ne cura per i danni alla salute umana che provocano.
Non si può parlare di benefici economici quando il danno sanitario colpirà pesantemente le casse regionali che sono già in difficoltà appunto sulla fornitura dei servizi e sul bilancio sanitario. Il Rischio è un fattore macroeconomico che tiene conto del valore delle proprietà e delle attività entro 150 km da una centrale nucleare, non solo la salute umana ma anche tutti i beni economico-produttivi di un'area. Già solo un proposta di insediamento nucleare genera un danno patrimoniale e d'immagine. E' vero, non c'è bene più prezioso della salute umana ma anche vedersi svalutare i propri immobili e le proprie attività dalla vicinanza (entro 150km) è un danno e per questo chi fa queste proposte indicando un territorio preciso dovrebbe essere perseguito. Si propongano invece soluzioni economiche, al di la di battute sensazionalistiche, che non mettano a rischio la salute e che non danneggino l'economia e l'immagine dell'Abruzzo.
Non si gioca, neanche con le parole, con la vita dei nostri figli. Bisogna che la classe politica non solo si istruisca in materia ma anche che si moralizzi e faccia proposte sensate e non si pericoli in argomenti evidentemente più grandi delle proprie capacità di comprensione, oppure se ne vadano da Chieti e dall'Abruzzo. Questo chiedano i cittadini e gli elettori.
Prof. Francesco Stoppa
3 commenti:
Sono pazzi, non vedo altra possibile definizione!
a Chiete aheme cagnate l'ucchie pe la coda! Questa giunta e questo sindaco stanno facendo e dicendo cose che sono l'esatto contrari di quelle dette per essere eletti.In parole povere ci hanno mentito.
sono solo dei pezzi di cacca questi politicucci da 4 soldi!
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