martedì 22 febbraio 2011

Gli equilibri si sono rotti


Chi ci governa (al di sopra degli stati) vuole che una parte del mondo consumi per potersi arricchire. Ma l'altra parte deve essere sfruttata, perchè i privilegi di alcuni sono la miseria di altri.

Il consumatore cominciava però ad essere incerto, sentiva scricchiolare le sue sicurezze, vedeva le fabbriche chiudere, i poveri aumentare; vedeva gli immigrati come il risultato di quello stesso sistema economico che lo cominciava a toccare da vicino, l'esempio vivente di cosa gli sarebbe potuto capitare.
Ed allora gli stati - che nulla possono o vogliono fare contro le spinte economiche che li sovrastano - hanno costruito la paura del terrorismo e del fondamentalismo e l'hanno collegata all'immigrazione. Le paure dei consumatori sono così state deviate dalla causa ad uno dei suoi effetti: le migrazioni economiche trasformate mediaticamente in un attacco famelico e armato.
I governi locali si sono così costruiti un ruolo che potevano affrontare: la difesa dei confini da queste nuove invasioni barbariche.

Ai privilegiati è stato insegnato che i loro privilegi sono dovuti e vanno difesi (guai se aprissero gli occhi e vedessero il sangue nel carrello della spesa).
Ci hanno così convinti ad accettare il sostegno a dittatori sanguinari per mantenere il nostro tenore di vita (e - nello stesso modo - ad accettare supinamente le volontà delle multinazionali).

I privilegiati hanno così delegato - perchè il consumismo prevede che non si faccia più nulla da soli - polizie, eserciti, mercenari e multinazionali a combattere per loro.
Ma anche chi è al di fuori, chi bussa alle porte, chi non ha nulla da perdere è pronto a combattere se non per diventare un privilegiato, almeno per non essere più sfruttato; e non può che farlo in prima persona.

Se poi qualche chiesa sfrutta questa disperazione è solo un effetto collaterale, non è la causa.

Immaginiamoci ora come giudici terzi e domandiamoci: quale dei due comportamenti è più "giustificabile"? Quello dello sfruttato o quello dello sfruttatore?

Se voi foste in Libia cosa fareste nei confronti di chi ha aiutato e giustificato il dittatore, che gli ha baciato le mani, che non lo ha voluto disturbare durante le stragi, che continua a sfruttare le vostre risorse senza che a voi venga nulla, che pochi decenni fa vi ha invaso con la sua razza superiore, la cui ferocia non è stata mai dimenticata?

Perchè non rispondere all'Italia e al mondo con le sue stesse leggi? Perche non chiudere il gas e il petrolio per rinegoziarne il prezzo? Perchè non liberare quell'esercito di disperati in fuga - scarti di economie distrutte dallo sfruttamento e dalla globalizzazione - ora bloccati sulla strada della migrazione dal denaro italiano?

Già, perchè no? Per non disturbare il nostro quieto vivere?

E noi cosa faremmo? Gli spareremo addosso? Cercheremo di nuovo di assicurarci un posto al sole?

Gli equilibri si sono rotti, e noi siamo proprio sulla linea di frattura.

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