sabato 31 ottobre 2009

Curiamoci con il "Fanculin"


L'industria della salute, come tutte, ha bisogno di sempre nuovi clienti. I suoi prodotti, come tutti gli altri, devono essere acquistati perchè considerati indispensabili ma finire velocemente in discarica per essere sostituiti da altri.

Per avere nuovi clienti ci vogliono quindi nuovi malati. I nuovi malati possono essere veri o immaginari.

Nel caso dell'influenza suina abbiamo una malattia vera dagli effetti immaginari.

A giugno il vice-ministro fazio e tutta l'informazione erano impegnati nella generazione del terrore; cito a riguardo solo la prima tra le tante interviste che ho trovato su google:

Fazio: "Un rischio legato alla pandemia della nuova influenza è quello di una possibile trasformazione del virus A/H1N1 in una forma di virus aviario fortemente aggressivo e trasmissibile nell'uomo». «Dovremo progressivamente vaccinare tutta la popolazione ha aggiunto fazio - magari non subito ma nel giro di un anno o due per evitare che le pandemie e i problemi virali diventino un problema per la popolazione italiana". (fonte)

E' quindi stato indispensabile acquistare 21 milioni di dosi di vaccino, ad un prezzo che il governo tiene segreto, dalla multinazionale Novartis. 21 milioni di dosi che oggi diventano 42 milioni poichè l'OMS ha deciso che la dose prevista può essere dimezzata; ce n'è quasi per tutti gli italiani!

Purtroppo sulla reale sicurezza ed efficacia del vaccino non ci sono dati sicuri, ed i medici - per primi - non vogliono proprio saperne di iniettarselo.

Ma la missione è compiuta, i soldi sono stati spesi e ora che ci sono difficoltà nel mantenere le promesse, oltre al solito scaricabarile, si può cominciare a dire il contrario. Ecco quindi le ultime dichiarazioni dello stesso vice-ministro:

Il vice ministro sottolinea ancora una volta "il carattere leggero di questa influenza", dieci volte meno aggressiva di quella stagionale. E rimarca "che sino a oggi ha fatto 11 morti su 400 mila casi stimati, mentre lo scorso anno la stagionale ha fatto 8 mila morti su 4 milioni di casi". Dunque, precisa fazio, "l'incidenza dei casi di letalità dell'influenza A è dello 0,02 per mille, contro lo 0,2 per mille della stagionale - dieci volte meno" (fonte).

Lo stesso accadde con l'aviaria quando l'allora ministro storace comprò 40 milioni di dosi di Tamiflu dalla Roche, che non vennero mai usati, rapidamente dimenticati assieme alla funebre conta dei (pochi) morti qua e là per il mondo.

Ricapitoliamo:
  • Ci si inventa una malattia
  • Si inietta paura, apprensione, terrore via TV
  • Si comprano medicine miracolose da una multinazionale senza badare a spese
  • Si riporta la popolazione al normale stato di sedazione - sempre via TV - ricordando che - anche se questa volta non è successo nulla - i valorosi difensori della salute sono sempre pronti a tutto.
Cosa ci aspetta ora? Un'epidemia di diarrea, l'invasione dei pidocchi mutanti, o una letale pandemia di orchite ?

Contro tutto ciò - invece del vaccino - io consiglio il "Fanculin" antico rimedio senza controindicazioni, di uso universale, senza problemi da sovradosaggio e con unico effetto collaterale: una piacevole sensazione di sollievo.

Sono solo marionette

La giunta Chiodi ha deciso:

l’Abruzzo sarà terra di termovalorizzatori (fonte)

L'assessore all'Ambiente, daniela stati, parla come uno spot pubblicitario, non solo per la parola "termovalorizzatore" ma anche per:
"virare decisamente"
"una scelta politica di recupero energetico dei rifiuti"
"un bando pubblico trasparente, serio e corretto"
"un sistema di leale concorrenza"
"la scelta sarà comunque ponderata insieme con i cittadini e le realtà locali".

Slogan, frammenti di frasi, invitanti e falsi come la zucca trasformata in carrozza, il detersivo che lava più bianco e il biscotto con meno zuccheri.

Ma non c'è solo questo, le parole:

"un'efficiente raccolta differenziata in grado soprattutto di aprire la strada alla termovalorizzazione"

rendono evidente la connivenza con un progetto che dovrebbe convincere gli abruzzesi a impegnarsi per differenziare e separare i materiali combustibili come carta e plastica da tutto il resto per poi - invece di riutilizzarli - servirli su un piatto d'argento alla multinazionale che li brucerà; tutto questo in cambio di un lento e irreversibile avvelenamento.

Non c'è quindi alcun motivo per discutere: non si può interrogare una marionetta, non risponderà, non può rispondere, non sa rispondere. Non si può cercare di discutere con lei, farà sempre e solo quel che le dicono di fare.

Anche se il passato e il futuro come categorie mentali sono ormai sparite; anche se la pazienza, la perseveranza, l'immaginazione ed il pensiero sono una merce sempre più rara; anche se le parole attorno a noi sono solo ripetizioni di brandelli tratti da qualche pubblicità. Nonostante tutto questo, chi è ancora in grado di farlo non può che rimboccarsi le maniche e spazzarli via.

Non importa se sembra impossibile:
"Bisogna avere la forza della critica totale, del rifiuto, della denuncia disperata e inutile" (Pier Paolo Pasolini).

mercoledì 28 ottobre 2009

Tanto tempo fa ...


Mi volto e mi vedo
in mezzo alla gente
come un girasole
inseguire un sorriso

il mondo è fatato
e non lo sapete
ed io
sono mago
e tu
figlia di re


martedì 27 ottobre 2009

lunedì 26 ottobre 2009

La trans e il suo cliente

Le transessuali sono femmine nel corpo di un maschio. I transessuali sono maschi nel corpo di femmine. Difficile vivere così, il loro percorso porta infatti al cambiamento di sesso per ottenere finalmente una corrispondenza tra corpo e mente.
Questo spiega wikipedia, ma certamente quel che interessa ai nostri politici, ma non solo a loro a giudicare dall'offerta sul mercato, è qualcosa di diverso.
Una rapida carrellata su internet chiarisce le idee: bellissime ragazze se non fosse per un particolare che nelle più quotate non è per nulla piccolo, anzi direi che è quasi esagerato. Tutte le aspiranti veline possono farsi ritoccare culo e tette, ma cose del genere sono certamente assai più rare.

Non voglio parlare di chi si prostituisce, non penso ci siano differenze tra femmine, maschi o transessuali; come per un clown durante lo spettacolo quel che appare è solo la maschera. Voglio invece cercare di capire cosa possa cercare un cliente in questa maschera.

Confesso di aver guardato molte foto, di aver cercato di immaginare (anche se c'è poco da immaginare) cosa ci sia di attraente in un rapido rapporto a pagamento con una transessuale. Ma non ci sono riuscito. E' proprio la presenza del cazzo che mi blocca, non riesco a immaginare che appartenga ad una donna. Posso concepire che una donna stia in un corpo maschile, che ci si possa anche innamorare di lei, ma il cazzo no, per me una donna non ce l'ha. Non è paura o rifiuto maschilista, semplicemente mi sentirei a disagio.

Però forse il motivo per cui le transessuali hanno tanti clienti risiede proprio nella parola "cliente".

Il cliente è qualcuno disposto a pagare per comprare un nuovo sogno. Ogni volta che entra in un nuovo appartamento pensa che sarà la volta buona: che sarà finalmente felice.
L'incontro durerà pochi minuti, cadenzati sul ritmo meccanico dell'atto sessuale e poi via di nuovo, con la stessa latente insoddisfazione di chi svuota il carrello del supermercato, caricando nel baule dell'auto gli acquisti che hanno già smesso di scintillare.

D'altra parte mancano il tempo e le capacità per un rapporto duraturo, per la ricerca, per la conquista e per la conoscenza reciproca; senza contare che in questi casi la delusione è sempre dolorosa. Perchè sprecare il tempo e correre rischi, se il denaro permette di acquistare mille storie puntuali che non richiedono sforzo e la cui insoddisfazione dura il breve attimo che separa un incontro dal desiderio del successivo?

Il sesso è ovunque nella pubblicità: richiami continui che inevitabilmente lo hanno fatto diventare come tutti i prodotti che dovrebbe far vendere: temporaneo, usa e getta e sostanzialmente inutile. Lo diceva Pasolini: il divorzio non fu la vittoria della sinistra, ma del consumismo; per consumare si deve cambiare e quale occasione migliore di un divorzio per rinnovare vestiti e arredamento?

Da allora ne abbiamo fatta di strada; oggi le relazioni nascono per noia e terminano con un SMS e vengono sostituite sempre più spesso da un prodotto industriale.

In questo ipermercato la transessuale è solo una variazione: un nuovo prodotto, il gadget per l'uomo che ha già provato di tutto.

Questo è il motivo per cui mantengono e ostentano il cazzo: quell'attributo di cui prima o poi faranno probabilmente a meno ma che ora, come tanti inutili attributi di prodotti altrettanto inutili, è il marchio distintivo che le caratterizza e le valorizza sul mercato.
Agli occhi del cliente diventano così qualcosa del cui possesso andare fieri. Un nuovo capriccio, la cosa inutile che pochi altri hanno. L'oggetto che ti accomuna alla gente che conta.

Forse è tutto qui, non è solitudine, crisi della coppia, omosessualità latente o perversione: è solo un altro aspetto della folle agonia dei consumatori.

domenica 25 ottobre 2009

Vite di corsa

Ho cominciato a leggere Zygmunt Bauman. Sono solo agli inizi ma lo trovo straordinario.
Ecco un primo esempio:
La società dei consumi rimane florida fintanto che riesce a rendere permanente la non soddisfazione (e così, per sua stessa definizione, l'infelicità). Un modo di ottenere un simile effetto consiste nel denigrare e nello svalutare i prodotti di consumo subito dopo che sono stati lanciati nell'universo dei desideri dei consumatori. ....

Il dominio dell'ipocrisia ... è pertanto una condizione necessaria per una società dei consumi correttamente funzionante. Se si vuole ... che le nuove promesse siano attraenti e facciano presa, occorre che le promesse gia fatte vengano periodicamente disattese ... . Ogni singola promessa deve essere ingannevole, o quanto meno esagerata, per evitare che la ricerca perda d'intensità o addirittura freni bruscamente. Senza una ripetuta frustrazione dei desideri, la domanda di consumo potrebbe rapidamente essiccarsi e l'economia finalizzata ai consumi potrebbe perdere la sua potenza.
L'eccesso della somma totale di promesse è ciò che neutralizza la frustrazione causata dal carattere eccessivo di ciascuna presa singolarmente.
Bauman parla del mondo dei consumatori, ma come non pensare al più grande pubblicitario del nostro paese: una promessa dietro l'altra che scivolano via nel frastuono delle altre informazioni inutili in un mondo senza tempo, senza memoria e senza cultura.

La citazione è da << "Vite di corsa" Il Mulino 2009 >> un breve libro ricchissimo di spunti, da leggere tutto d'un fiato.

venerdì 23 ottobre 2009

Ho un sogno


Domenica andrò a votare alle primarie del PD:
  • Perchè non c'è due senza tre
  • Perchè potrebbe essere l'ultima volta
  • Perchè la speranza è sempre l'ultima a morire
  • Perchè se i votanti fossero pochi non resterebbe neppure il fantasma dell'opposizione e berlusconi sarebbe completamente libero
  • Andrò a votare e voterò Marino perchè sono d'accordo con quasi tutto quel che ha detto
  • Andrò a votare e voterò Marino per non votare Bersani/D'alema
  • Andrò a votare e voterò Marino per non votare Franceschini/Margherita
  • Andrò a votare e voterò Marino contro la cupola litigiosa e incapace che ha in mano il PD locale
  • Andrò a votare e voterò Marino perchè è l'unico che vuole l'IDV come alleato
  • Andrò a votare e voterò Marino perchè lo sostiene il mio vecchio professore
  • Andrò a votare e voterò Marino perchè con soli due euro potrebbe avverarsi il sogno di vedere in un colpo solo rotolare le teste di d'alema, franceschini, bersani, rutelli, fassino, veltroni, binetti, fioroni, berlinguer, gentiloni, violante, latorre e chi più ne ha ne metta.
Poichè non è così facile arrivarci, ecco dove trovare gli indirizzi dei seggi.

martedì 20 ottobre 2009

La poesia dei calzini spaiati

Con tutto questo parlar di calzini, nessuno sembra già più ricordarsi delle mutande. Per caso però ho incontrato un po' di poesia:




"Dove andranno mai a nascondersi i calzini spaiati?
Si saranno rifugiati sotto al letto?
Ai piedi delle scale?
O al fondo d'un cassetto?
Sarà la loro casa il risvolto d'una federa, o quell'angolo di lenzuolo?
Dove andranno mai a nascondersi i calzini svaniti?
E' la centrifuga che li lancia via lontano, verso mète fantastiche ma a noi del tutto ignote, o in quel jeans fin troppo stretto dove si sentono al riparo?
Dove andranno mai a nascondersi i calzini smarriti?
Saranno incastrati dietro ai termosifoni per via del gelido inverno?
O trascinati dal vento a causa d'una molletta poco giudiziosa?
Dove andranno mai a nascondersi quei calzini così inspiegabilmente evaporati? Quelli gialli e quelli blu, quelli neri e quelli bianchi, quelli a righe e quelli a pallini, quelli di Bob the Builder e quelli dell'Uomo Ragno, quelli di lana e quelli di cotone.
In quale misterioso luogo della casa si radunano in complotto, confabulano e aizzano?
Dov'è il loro centro smistamento, il loro quartier generale?
Dove andranno mai i calzini smarriti?
Quelli che alla sera sono nella cesta del bucato e la mattina sono spariti. Quelli che nell'oblò infili appaiati e poi ne escono spaiati? Quelli che vanno in coppia dentro ai cassetti e poi ne escono divorziati?
Dove andranno mai quei calzini, che non importa quanto li cerchi, non verranno mai mai mai più ritrovati?"
(fonte)

domenica 18 ottobre 2009

L'Imperatore della Cina e l'inventore degli scacchi

L'Imperatore della Cina era stato così preso dal nuovo gioco degli scacchi, che fece chiamare a corte il suo inventore.
Quando gli fu davanti, in ginocchio e con gli occhi bassi come la potenza dell’Imperatore richiedeva, gli offrì in dono qualsiasi cosa avesse voluto tra quelle del regno.
La richiesta dell’inventore, fatta con un filo di voce, fu:
"Solo un chicco di riso nella prima casella, Vostra Maestà."
"Solo un chicco di riso?"
"Sì, Vostra Maestà, solo un chicco di riso nella prima casella, e due nella seconda."
"Tutto qui - uno e due chicchi di riso?"
"Beh, facciamo anche quattro chicchi sulla terza casella, e così via."

L’Imperatore, un po’ contrariato da una richiesta così umile, acconsentì.

Fu tutto tranquillo fino a ché giunsero alla prima metà della scacchiera. Dopo trentadue caselle, l'Imperatore doveva all'inventore circa quattro miliardi di chicchi di riso. Una quantità notevole, la produzione di una grande risaia, ma l'Imperatore poteva ben permettersi un regalo del genere.
Da lì in poi, però, le cose cambiarono rapidamente: la casella dopo aggiunse altre due risaie, quella dopo ancora quattro, alla fine della quinta riga il debito era salito a più di duecentocinquanta risaie. L’Imperatore cominciò allora a comprendere cosa volesse veramente dire che ad ogni nuovo passo il suo debito raddoppiava, e mancavano ancora ventiquattro caselle.
Alla fine della sesta riga le risaie erano diventate sessantacinquemila. Ogni nuova casella aggiungeva prima migliaia e poi milioni di altre risaie al patrimonio dell’inventore. Lungo la penultima riga la somma salì a oltre sedici milioni e mezzo di risaie e tutto l’Impero non sarebbe stato sufficiente a farvi fronte.
L'Imperatore guardò l'inventore che però non se ne accorse, in ginocchio, armeggiava col suo abaco intento a scrivere le cifre, le orecchie erano rosse e sudate. L'Imperatore scosse leggermente il capo.
La crescita fu ancora più vertiginosa - se possibile - sull’ultima riga, l’unico a tenere ancora il conto era l’inventore i cui occhi brillavano e il cui sguardo ora si alzava a sfidare il grande Imperatore che ora sembrava stupito. Alla fine della scacchiera, il numero di chicchi di riso corrispondeva a oltre quattro miliardi di risaie.

L’inventore fece un respiro profondo di soddisfazione e si alzo in piedi davanti all’Imperatore che con calma gli disse: “Per onorare la mia parola, non posso fare altro che cederti il mio Impero”.
L’inventore sorrideva e non riusciva a tenere fermi i piedi, quasi volesse mettersi a ballare. La testa si muoveva in un tremito di assenso.

"Portate la mia spada!" disse l’Imperatore.
Un ciambellano gliela porse. Lui estrasse dal fodero il simbolo della sua potenza, di fronte al quale si erano inchinati popoli interi e sotto il quale molti altri erano stati sottomessi.
Si pose di fronte all’inventore, alzò solennemente la spada in alto e, con un movimento dapprima lento ma poi sempre più veloce quasi come la crescita dei chicchi sulla scacchiera, gli tagliò la testa.

L’inventore non si accorse di nulla, la sua testa rotolava ma continuava ad avere il solito sorriso ebete.

L’Imperatore ripose la spada, pensò solo per un attimo a quanto si possa essere stupidi e intelligenti al tempo stesso, e tornò a giocare a scacchi.

(mia versione)

Ogni volta che penso a questa storia mi domando: "Noi che siamo così intelligenti, in quale casella della scacchiera ci troviamo? Saremo ancora in tempo a fermarci prima di perdere la testa? O è già troppo tardi?".

Fare clic sull'immagine per ingrandirla

venerdì 16 ottobre 2009

Questo l'ho fatto (anche) io

Sono a casa malato, ieri mattina ho acceso la TV proprio nel momento in cui su canale 5 partiva un "servizio". Un "servizio" disgustoso che mi ha fatto capire quel che può fare la TV, zitta-zitta, quando a guardarla ci sono solo pensionati e casalinghe (che poi vanno a votare).
Cerco di rivederlo su internet ma non trovo nulla, mediaset non fa nemmeno lo streaming. Chiedo aiuto e invio una email al Fatto quotidiano seguita da una telefonata e mi assicurano che la segnalazione sarebbe subito arrivata alla redazione; altra email a Repubblica.it suggerendo anche di reperire e pubblicare il video.

Ed oggi a pagina 2 del Fatto quotidiano ecco l'articolo sull'argomento:

(clicca sull'immagine per ingrandirla)

e c'è anche il video su Repubblica.TV



Avevo provato a descriverlo, ma deve essere visto per capire.

Mi piace pensare che in tutto questo ci sia anche il mio zampino.

----0000----

Sempre ieri, il TG2 di tarda sera annuncia un articolo su "quello che chiamano" papello: pochi secondi di un servizio che non c'entra nulla, scuse della conduttrice e non se ne parla più!

Dopo questa informazione, infine, lo spettacolo su Anna Politkovskaja, una donna e una giornalista "non rieducabile" e straordinaria, uccisa per il suo lavoro nella Russia dell'amico Putin.
Le mani si stringono e il pianto sale agli occhi sentendo le storie da Groszny, del Teatro Dubrovka e dei bimbi di Beslam: "Certo e' "intelligente" prendere una posizione tra russi e ceceni, ma sulle tombe dei bimbi non c'è scritto se siano stati uccisi dai militari russi o dai terroristi Ceceni".

Dalla merda delle stalle alle stelle.

giovedì 15 ottobre 2009

L’insolenza dell’intelligenza viva

Ieri il parlamento ha ribadito la diversità di alcuni cittadini rispetto ad altri; si sono trovati d'accordo PDL, UDC dopo aver sentito i vescovi e anche la binetti (PD) senza ascoltare nessuno. Oggi invece la gelmini è tornata ad insistere sul voto di religione.

Ci sono persone - plasmate fin da piccole e poi portate in posti chiave - che sono esecutrici cieche della "volontà divina"; ce ne sono poi altre che, senza bisogno di un indottrinamento feroce ma per una inclinazione naturale alla sottomissione, si genuflettono ad ogni occasione e strisciano lingua a terra per ingraziarsi i rappresentanti di dio in terra; tra essi c'è chi lo fa per conto proprio e chi, come il ministro gelmini, per conto di altri (consiglio al lettore di trasportare questa doppia servitù pubblica nel piano privato dei gusti sessuali; si possono trovare curiose corrispondenze tra due mondi apparentemente così distanti).

Tutto avviene ovviamente alla presenza degli eunuchi informatori, che ne riprendono le esibizioni e le mandano in onda: è il catechismo liquido - che tutto pervade - dei nostri tempi e del nostro paese.

I fatti che ho ricordato sono solo alcune gocce di una nube immensa che ci avvolge, a cui non facciamo più caso; come al fumo e al rumore del traffico che dopo un po' quasi non si sentono più. Come topi, viviamo e respiriamo in una galleria, illuminati dal sole dei fari e convinti che quella sia l'unica vita possibile.

Eppure era solo il 1963 quando Martin Luther King (un prete) ed altri combattevano (e morivano) per un sogno; in quegli anni anche i neri d'America credevano fosse normale essere schiavi. Ma oggi l'America ha un presidente nero votato anche dai bianchi.

I sogni si possono avverare, basta crederci e tenere alta la testa.



Questa notte, ho letto un'intervista al premio Nobel José Saramago, con una frase che è perfetta per dire quel che sento:
"Mi sono sempre considerato un ateo tranquillo perché l’ateismo come militanza pubblica mi sembrava qualcosa di inutile, ma ora sto cambiando idea.
Alle insolenze reazionarie della Chiesa Cattolica bisogna rispondere con l’insolenza dell’intelligenza viva, del buon senso, della parola responsabile.
Non possiamo permettere che la verità venga offesa ogni giorno dai presunti rappresentanti di Dio in terra ai quali in realtà interessa solo il potere.
Alla Chiesa nulla importa del destino delle anime, quello che ha sempre voluto è il controllo sui corpi.
La ragione può essere una morale. Usiamola."

(fonte: il Fatto quotidiano 14/10/2009)


P.S. Oltre ai fanatici e ai falsi devoti ci sono anche quelle persone che dentro di se hanno trovato la fede in Dio. Sono sempre persone splendide ma purtroppo ce ne sono sempre di meno.

lunedì 12 ottobre 2009

Diversamente fannulloni

In ogni ufficio c'è quello che passa le giornate facendo finta di lavorare.
Se è bravo e se l'azienda è abbastanza grande, pochi se ne accorgono.
Ogni giorno sposta le stesse pratiche sulla scrivania, ri-stampa, ri-fotocopia, ri-rilega gli stessi documenti, cancella e ri-scrive appunti sulla lavagna, aggiunge appuntamenti sul calendario, appiccica nuovi post-it.
Ma non fa niente di utile.
Si aggira per i corridoi ed ha sempre con se una cartellina; carte che lo seguono dappertutto.
E' sempre in giro e va sempre di fretta, ma quando qualcosa ti va storto te lo trovi alle spalle con un'aria di rimprovero e superiorità.
Se il discorso cade sul suo lavoro spara parole sigle e numeri a raffica e tra una supercazzola e l'altra sottolinea le proprie qualità.

A ben guardare, per questa finzione ci vuole un grande impegno, e ci si chiede come mai non la smetta per dedicarsi a un più riposante lavoro vero.

La risposta è semplice: lui un lavoro non lo sa proprio fare, ormai ha capito che lavorare non è cosa per lui. Spesso è anche laureato, ma per il lavoro proprio non è portato.

Se però si guarda bene si individuano due categorie, ben distinte, tra chi non sa combinare nulla e finge di lavorare.

La prima è fatta da chi, sotto sotto, si vergogna; si riconoscono dallo sguardo sfuggente.

La seconda, che è oggi la più diffusa, e invece fatta da chi si sente più furbo degli altri. Questi hanno un atteggiamento arrogante, sembrano sempre voler dire: "chi è che vale di più tra noi due, tu che ti fai il mazzo o io che non so fare nulla e vengo pagato lo stesso?".
Questi non esitano a spettegolare e denigrare i colleghi e - non di rado - fanno carriera: trovano infatti il loro posto ideale nella catena gerarchica alle dipendenze di uno solo un po' meno peggio di loro; in mancanza di un pensiero autonomo - sono facili da controllare e ideali esecutori di volontà altrui, il tempo passato nei corridoi li rende poi dei perfetti informatori.

Col passare del tempo e con la carriera, il senso di superiorità prende il sopravvento e la realtà diventa sempre più lontana. Magari diventano Ministri per la Pubblica Amministrazione, ma continuano per mesi con gli stessi documenti, le stesse parole, le stesse fantasie, gli stessi insulti, sempre obbedienti al superiore e ormai dimentichi dei tempi in cui giravano a vuoto per i corridoi; ora passano da uno studio televisivo all'altro, da un convegno all'altro, sempre accompagnati dalla solita cartellina, continuando però - a ben vedere - a non fare nulla di utile.

sabato 10 ottobre 2009

La sicurezza delle estrazioni petrolifere

Dal sito di Maria Rita D'Orsogna, si può leggere la notizia - che nessun'altro ha dato - dell'esplosione di un pozzo nell'oceano indiano tra Timor e l'Australia.

Da 21 agosto 500.000 litri di petrolio al giorno si riversano in mare.

La piattaforma era del 2008 e i tentativi di fermare la perdita sono tutti falliti.

In fondo al post citato ci sono tutte le fonti con le informazioni e le foto aggiornate.

Poichè un'immagine dice più di mille parole, ho preso la foto da satellite della sola chiazza più grossa e vi ho avvicinato una cartina dell'Abruzzo nella stessa scala (non ho tenuto conto delle correnti che probabilmente ne porterebbero gran parte sulla costa, quel che mi interessa è dare l'idea delle dimensioni della sola chiazza principale).

Questo è il risultato (il tratto di costa visualizzato corrisponde all'intero Abruzzo):


Come si può pensare di correre questo rischio?
E correrlo pure in cambio di niente?

giovedì 8 ottobre 2009

Il papello (altro che "papi" ...)

Questa sera Annozero, per la prima volta da tanto tempo, mi ha tenuto fermo davanti alla finestra dello streaming di Rai2.

Vediamo bene se ho capito:

Nel 1992 lo Stato con alcuni ministri ed alcuni magistrati stava creando seri problemi alla mafia di allora.

C'era tangentopoli, il sistema politico si stava sgretolando, non si sapeva che direzione stesse prendendo l'Italia.

Nel maggio 1992 Falcone venne ucciso.

La mafia (o almeno alcuni suoi rappresentanti - Riina venne infatti tradito e arrestato nel gennaio 1993) voleva trovare nuovi referenti politici che garantissero che tutto tornasse come era prima (una silenziosa pax mafiosa).

Dall'altra parte c'era chi stava cercando una trattativa con la mafia. A cercare i contatti ci pensavano uomini dei Carabinieri.

Da una parte la mafia, dall'altra chi ragionava nella stessa maniera e ne cercava l'appoggio. Mafiosi da una parte e mafiosi dall'altra, domanda e offerta; come al mercato tra chi vende e chi vuole comprare, l'incontro è inevitabile.
Borsellino era venuto a sapere della trattativa e venne subito ucciso (luglio 1992), una strage di più sul piatto da parte della mafia (forse) ed un rompicoglioni di meno per entrambi.

Con i morti per strada la trattativa andava avanti.

Sarebbero fantasie se non ci fossero le testimonianze ed anche una lettera (una di almeno tre) che parte da Provenzano e per il tramite di dell'utri arriva a berlusconi con minacce, richieste e promesse di aiuto elettorale (il papello).

Nell'estate 1993 le trattative continuano, da parte della mafia gli argomenti sul tavolo sono ora le bombe.

Poi le bombe tacciono, come se il referente politico e l'accordo fossero stati trovati.

Nell'inverno del 1993 berlusconi "scende in campo".

Nel marzo 1994 berlusconi vince le elezioni (il governo cadrà nel dicembre dello stesso anno quando verrà meno l'appoggio della lega, che allora accusava berlusconi di appartenere alla mafia).

Da allora sono state fatte nuove leggi, ma quel che conta sono i funzionari dello stato, basta scegliere quelli giusti per annullare l'effetto di ogni legge.

I benefici si sono poi spostati più in alto; non importa più l'abolizione del carcere duro, ma si passa al livello finanziario, agli appalti pubblici, a favorire reati finanziari e riciclaggio.
I mafiosi non sono più i picciotti di Provenzano (arrestato nel 2006); ora siedono nei consigli di amministrazione delle banche e delle imprese e fanno affari direttamente col potere.

Ci sarà parecchio da nuotare ...

mercoledì 7 ottobre 2009

Chi si loda s'imbroda



Qualcuno è più uguale degli altri



"Benjamin sentì un naso strofinarsi contro la sua spalla. Guardò. Era Berta. I suoi vecchi occhi erano più appannati che mai. Senza dir nulla, lo tirò gentilmente per la criniera e lo portò nel grande granaio ove erano scritti i Sette Comandamenti. Per qualche istante ristette fissando la parete scura e le lettere bianche.

«La mia vista si indebolisce» disse infine. «Anche quando ero giovane non riuscivo a leggere ciò che era scritto qui. Ma mi pare che la parete abbia un altro aspetto. I Sette Comandamenti sono gli stessi di prima, Benjamin?»

Per una volta Benjamin consentì a rompere la sua regola e lesse ciò che era scritto sul muro. Non vi era scritto più nulla, fuorché un unico comandamento. Diceva:

TUTTI GLI ANIMALI SONO UGUALI
MA ALCUNI SONO PIU' UGUALI DEGLI ALTRI


Dopo ciò non parve strano che i maiali che sorvegliavano i lavori reggessero fruste nelle loro zampe. Non sembrò strano di apprendere che i maiali si erano comperati per loro uso un apparecchio radio, che stavano impiantando un telefono, che avevano fatto l'abbonamento al «John Bull», al «Tit-Bits» e al «Daily Mirror».

Non sembrò strano vedere Napoleon passeggiare nel giardino della casa colonica con la pipa in bocca; no, neppure quando i maiali presero dal guardaroba gli abiti del signor Jones e li indossarono e fu visto Napoleon in giacca nera, pantaloni e scarpe di cuoio, mentre la sua scrofa favorita vestiva l'abito di seta che la signora Jones portava la domenica, neppur questo sembrò strano ......."


George Orwell - La fattoria degli animali 1943

martedì 6 ottobre 2009

Non c'è nulla di cui preoccuparsi




Dopo che i cattivi giudici hanno condannato berlusconi a ripagare 750 milioni di euro per aver corrotto un loro collega e quindi aver tolto la Mondadori al legittimo proprietario. Domani, forse, altri giudici ristabiliranno che la legge è uguale per tutti.

Il povero silvio chiamerà allora il popolo in piazza a manifestare, basterà indire una selezione straordinaria del grande fratello e la partecipazione sarà garantita.

Ci sarà anche una sottoscrizione: invia un SMS e cederai un quinto del tuo stipendio per aiutare il povero silvio, e poi spettacoli televisivi, urla e strepiti a reti unificate.

Rutelli e d'alema parteciperanno alla manifestazione in incognito e gli psicologi dovranno ridefinire la sindrome di Stoccolma. Veltroni devolverà alla fininvest i proventi del suo ultimo libro e gli psicologi discuteranno a lungo se sia più stupido lui o chi ancora glieli compra.

E poi tornerà l'ora legale e subito dopo arriverà Natale con due mesi d'anticipo: si accenderanno le luci colorate e la pubblicità, il governo invierà un panettone a tutte le famiglie (con lo spumante per gli sfollati ed i possessori di social-card) e tutti si dispiaceranno di aver potuto pensare certe cose.

Cadrà la neve, suoneranno i campanelli delle slitte e tutti - rintanati al sicuro nelle nelle loro case blindate - staranno felici e contenti ad attendere babbo natale ......

E poi non mi si dica che non penso mai positivo !

sabato 3 ottobre 2009

Slovenia batte Italia (per non parlare della Grecia)

Io penso che andremo sempre peggio, che le azioni di questo governo, dei precedenti e di quelli che verranno, compresa la fantascientifica ipotesi che torni a governare questa opposizione, porteranno l'Italia alla rovina.
Quando sono ottimista spero che ci sia ancora una possibilità per me di vedere e contribuire all'inizio della risalita, ma normalmente penso che - nella migliore delle ipotesi - ci vorranno generazioni per rialzarsi.

Non è un'opinione basata su un atto di fede (anche le catastrofi hanno i loro adoratori), ma è una convinzione nata da una serie di dati e di osservazioni, anche quotidiane.

Oggi ad esempio scopro, non dai telegiornali ma da noisefromamerika, che:
Questa mattina leggo su Corriere.it che il Fondo Monetario Internazionale stima una crescita dell’economia italiana per il 2010 di ben 0,2%. Questo rispetto alla stima di qualche mese fa che era di -0,1% (sempre per il 2010) ed avrebbe significato il terzo anno consecutivo di recessione italiana, unico caso al mondo.

Vado dal barbiere e sento un programma radio che esulta per la fine della crisi. Posso solo immaginare come i TG pomperanno questa notizia ignorando che stiamo parlando di stime, e che siamo sempre nel margine di errore del prefisso internazionale: lo 0,0%.

Vado nel sito del Fondo Monetario, mi guardo i dati aggiornati del World Economic Outlook del 2009, e trovo conferma di un fatto ben più importante da sottolineare. Come già previsto nel 2008, quest’anno la Grecia ha sorpassato l’Italia in reddito pro-capite.

Cosa vuol dire? Significa che mentre i nostri cugini mediterranei fino ad una decina d’anni fa erano tra i più poveri dell’Europa occidentale (a livelli del Meridione), da quest’anno (per quanto abbiano problemi di deficit, di debito, e di governi che cascano) i greci sono mediamente più ricchi degli italiani.

Non ho sentito nessun organo di informazione che sottolinei questo patetico, per noi non per i Greci, fatto.

Se questo smacco non bastasse, la notizia ben più clamorosa è che dalle stime del Fondo Monetario risulta che entro l’anno prossimo (il 2010) la Slovenia supererà l’Italia in reddito pro-capite. Vuol dire che nel giro di pochi mesi gli sloveni saranno mediamente più ricchi degli italiani.

Questo è un avvenimento importante, da celebrare a livello europeo. È un giro di boa, un traguardo, la fine della transizione dei paesi dell’Est europeo. Il primo della classe dei paesi europei usciti dal comunismo sorpassa l’ultimo della classe dei paesi socialisti dell’Europa occidentale.

....

Mi spiace fare il guastafeste quando il diktat mediatico invita a celebrare la fine della crisi. Ma se la gerontocrazia insiste che l’ottimismo è una variabile nella funzione di crescita, allora tanto vale buttarla sul ridere. Meglio allenare i nostri figli per un futuro di incursioni nelle villette dell’Albania.

giovedì 1 ottobre 2009

Scudi e puttane

Ho poco tempo ma un conto lo voglio fare: quanto sono 300 miliardi divisi per 60.114.021 abitanti?

Sono 4.991 euro a testa neonati e centenari compresi.

Per chi non lo sapesse 300 miliardi è la cifra illecitamente portata all'estero (senza pagarci le tasse) e che dovrebbe rientrare "grazie" allo scudo fiscale.

Supponendo che chi ha portato questo denaro all'estero guadagni più di 75.000 euro all'anno, e limitandoci all'Irpef, ecco che le tasse non pagate (in media per ogni italiano) sono pari a:

43% * 4.991 = 2.146 euro

Non voglio neppure soffermarmi sul fatto che questi soldi provengono da reati di tutti i tipi: non solo finanziari ma anche di droga, armi, rifiuti, sfruttamento della prostituzione, ecc. - per tutto questo infatti siamo ormai già al "sicuro", protetti come siamo dalle ronde e dai servizi segreti.
E neppure sul fatto che probabilmente all'estero ce ne sono molti di più di questi trecento.

Ora voglio solo dire che qualcuno pagherà solo 5%*4491 = 225 euro di tasse invece di 2.146. Con un risparmio di 2.146 - 225 = 1.921 euro - per non parlare delle scampate sanzioni che andrebbero da 4.292 a 8.584 euro e del fatto che così facendo i reati non saranno mai più perseguiti e gli autori resteranno ignoti.
Corrispondentemente io - e sottolineo io - dovrò pagare la stessa cifra per lui o - ed è lo stesso - avrò meno servizi per un valore equivalente.

Dalle mie tasche spariscono dunque 1.921 euro. Per la mia famiglia fanno 5*1.921 = 9.605 euro.

I governi italiani - tutti - hanno sempre tolto ai lavoratori dipendenti ed alla povera gente per dare agli amici degli amici. Solo che una volta c'era un po' più di discrezione, mentre oggi accade tutto alla luce del sole.

Merita solo una nota la ferrea opposizione (ex partiti di governo) che coerentemente si fa i fatti propri, giustificando la propria assenza con la propria incapacità.

Concludendo: io e la mia famiglia contribuiremo con 9.605 euro che qualcuno investirà per farci stare tutti un po' meno peggio o - più probabilmente - per pagarsi qualche altra puttana.

P.s. mi scusino le puttane che - come categoria - ritengo nettamente superiore a quella dei loro clienti e a quella dei loro nemici (insiemi la cui intersezione è tutt'altro che vuota).

P.p.s. leggo sul "fatto" un'analisi secondo cui il denaro che torna in Italia potrebbe semplicemente essere usato per finanziare nuove attività illegali come, ad esempio, per acquistare aziende in difficoltà da usare come paravento.