lunedì 30 novembre 2009

Figlio mio, preparati a soffrire

Figlio mio, stai per finire la tua Università; sei stato bravo. Non ho rimproveri da farti. Finisci in tempo e bene: molto più di quello che tua madre e io ci aspettassimo. È per questo che ti parlo con amarezza, pensando a quello che ora ti aspetta. Questo Paese, il tuo Paese, non è più un posto in cui sia possibile stare con orgoglio.

Puoi solo immaginare la sofferenza con cui ti dico queste cose e la preoccupazione per un futuro che finirà con lo spezzare le dolci consuetudini del nostro vivere uniti, come è avvenuto per tutti questi lunghi anni. Ma non posso, onestamente, nascondere quello che ho lungamente meditato. Ti conosco abbastanza per sapere quanto sia forte il tuo senso di giustizia, la voglia di arrivare ai risultati, il sentimento degli amici da tenere insieme, buoni e meno buoni che siano. E, ancora, l'idea che lo studio duro sia la sola strada per renderti credibile e affidabile nel lavoro che incontrerai.
Ecco, guardati attorno. Quello che puoi vedere è che tutto questo ha sempre meno valore in una Società divisa, rissosa, fortemente individualista, pronta a svendere i minimi valori di solidarietà e di onestà, in cambio di un riconoscimento degli interessi personali, di prebende discutibili; di carriere feroci fatte su meriti inesistenti. A meno che non sia un merito l'affiliazione, politica, di clan, familistica: poco fa la differenza.

Questo è un Paese in cui, se ti va bene, comincerai guadagnando un decimo di un portaborse qualunque; un centesimo di una velina o di un tronista; forse poco più di un millesimo di un grande manager che ha all'attivo disavventure e fallimenti che non pagherà mai. E' anche un Paese in cui, per viaggiare, devi augurarti che l'Alitalia non si metta in testa di fare l'azienda seria chiedendo ai suoi dipendenti il rispetto dell'orario, perché allora ti potrebbe capitare di vederti annullare ogni volo per giorni interi, passando il tuo tempo in attesa di una informazione (o di una scusa) che non arriverà. E d'altra parte, come potrebbe essere diversamente, se questo è l'unico Paese in cui una compagnia aerea di Stato, tecnicamente fallita per non aver saputo stare sul mercato, è stata privatizzata regalandole il Monopolio, e così costringendo i suoi vertici alla paralisi di fronte a dipendenti che non crederanno mai più di essere a rischio.

Credimi, se ti guardi intorno e se giri un po', non troverai molte ragioni per rincuorarti. Incapperai nei destini gloriosi di chi, avendo fatto magari il taxista, si vede premiato - per ragioni intuibili - con un Consiglio di Amministrazione, o non sapendo nulla di elettricità, gas ed energie varie, accede imperterrito al vertice di una Multiutility. Non varrà nulla avere la fedina immacolata, se ci sono ragioni sufficienti che lavorano su altri terreni, in grado di spingerti a incarichi delicati, magari critici per i destini industriali del Paese. Questo è un Paese in cui nessuno sembra destinato a pagare per gli errori fatti; figurarsi se si vorrà tirare indietro pensando che non gli tocchi un posto superiore, una volta officiato, per raccomandazione, a qualsiasi incarico. Potrei continuare all'infinito, annoiandoti e deprimendomi.

Per questo, col cuore che soffre più che mai, il mio consiglio è che tu, finiti i tuoi studi, prenda la strada dell'estero. Scegli di andare dove ha ancora un valore la lealtà, il rispetto, il riconoscimento del merito e dei risultati. Probabilmente non sarà tutto oro, questo no. Capiterà anche che, spesso, ti prenderà la nostalgia del tuo Paese e, mi auguro, anche dei tuoi vecchi. E tu cercherai di venirci a patti, per fare quello per cui ti sei preparato per anni.

Dammi retta, questo è un Paese che non ti merita. Avremmo voluto che fosse diverso e abbiamo fallito. Anche noi. Tu hai diritto di vivere diversamente, senza chiederti, ad esempio, se quello che dici o scrivi può disturbare qualcuno di questi mediocri che contano, col rischio di essere messo nel mirino, magari subdolamente, e trovarti emarginato senza capire perché.

Adesso che ti ho detto quanto avrei voluto evitare con tutte le mie forze, io lo so, lo prevedo, quello che vorresti rispondermi. Ti conosco e ti voglio bene anche per questo. Mi dirai che è tutto vero, che le cose stanno proprio così, che anche a te fanno schifo, ma che tu, proprio per questo, non gliela darai vinta. Tutto qui. E non so, credimi, se preoccuparmi di più per questa tua ostinazione, o rallegrarmi per aver trovato il modo di non deludermi, assecondando le mie amarezze.

Preparati comunque a soffrire.

Con affetto,
tuo padre


Pier Luigi Celli, direttore generale della Libera Università internazionale degli studi sociali, Luiss (fonte)

giovedì 26 novembre 2009

I pulcini feroci

Cosa ne sanno nei ministeri di quel che accade nelle scuole?

Cosa ne sanno degli occhi di una madre disperata che non riconosce più suo figlio, che dopo averla delusa e tradita ha cominciato ad alzare la voce e le mani.

Cosa ne sanno nei ministeri di quei genitori che si ripromettono ancora una volta di fare qualcosa che possa scontentare il figlio; quello stesso figlio che invece ti dice, sorridendo sotto i baffi e lasciandoti intravedere il guinzaglio, di non illuderti perchè i "suoi" genitori non lo faranno mai.

Cosa ne sanno nei ministeri della rabbia che ti prende vedendo il figlio aguzzino che porta via la madre in lacrime, lontano dal tabellone con la bocciatura, tenendola teneramente sottobraccio.

Genitori, ma soprattutto madri, che hanno la sola colpa di avere amato i loro figli, di avere fatto tutto per loro, di averli protetti, di essersi private della propria vita per rincorrere richieste sempre più grandi.

Madri schiacciate dai loro pulcini diventati feroci.

Che ne sanno nei ministeri della rabbia di chi in aula si dedica a questi ragazzi vuoti, vivi eppure senza vita; manichini volgari e inutili, più disperati di un malato terminale; impauriti, irrequieti e aggressivi come bestie ferite intrappolate senza via di scampo nelle gabbie delle loro stesse vite; immobili e ignavi che camminano trascinando i piedi come sciancati; irresponsabili e incapaci di comprendere le conseguenze delle loro azioni; scarti di lavorazione inetti e inadatti alla vita; schiavi contenitori di desideri pubblicitari; infelici e soli.

Che ne sanno nei ministeri della forza necessaria a muoversi in un'aula tra questi morti viventi con la pietà di un monatto tra gli appestati o di un medico in un cottolengo.

Che ne sanno nei ministeri di quel che ti rimane dentro quando incontri quelle madri che sembrano affogare e sei inutile, perchè non puoi proprio far più niente

Forse nei ministeri si assolvono da soli proprio perchè non sanno quello che fanno, io invece non finirò mai di maledirli e di parlare delle vittime di questa società e di chi le deve difendere ma non lo fa.

martedì 24 novembre 2009

Autunno


Oggi mi domando: le mie figlie conosceranno mai l'autunno?

Io ne ritrovo il ricordo quando con la sua luce riappare quasi per sbaglio nel brusco passaggio tra l'estate e l'inverno, ma sono momenti così brevi che non sono mai pronto.
Non ci sono più le foglie tra cui camminare, o da guardare mentre volteggiano come stormi di uccelli fantasma portati dal vento; non si può più sfidare la temperatura per non cedere all'inverno: anche oggi solo col maglione, un giorno dopo l'altro sempre un po' più intirizziti.
Non ci sono più gli angoli riparati dove fermarsi come lucertole riscaldate dal sole.
Non ci sono più i sapori, la coperta pesante, la pioggia leggera e insistente.

Il tempo non trascorre più, lentamente, trasformandosi mentre si passa da una stagione all'altra, ma sembra che si sia fermato e che si risvegli ogni tanto solo per saltare da una nuova estate a un nuovo inverno; dalla luce e il calore del sole a quelle dei neon e del riscaldamento, dallo spensierato rito del ferragosto a quello del capodanno e così via, da una festa all'altra, senza pensieri e senza memoria.

L'autunno era tranquillità, pensiero, malinconia, ricordi, pace, attesa: piaceri ormai fuori moda; l'autunno che mi ricordava il passare del tempo sembra ormai scomparso.

L'autunno era il vestito vecchio dell'estate, oggi non lo si può più portare, non importa se ci stiamo bene dentro, deve essere cambiato quanto prima.

Ecco, potranno mai le mie figlie capire l'autunno? Potranno mai capire la poesia delle stagioni?


Mattino d'autunno

Che dolcezza infantile
nella mattinata tranquilla!
C'è il sole tra le foglie gialle
e i ragni tendono fra i rami
le loro strade di seta.

(F. G. Lorca)

sabato 21 novembre 2009

Il petrolio d'Abruzzo


Nonostante la volontà politica, l'avanzata dei pozzi non si ferma,

Una - e solo una - delle ultime richieste di permesso di ricerca di idrocarburi è la d-495-BR-EL (nella mappa precedente).

Si tratta di un'area di 165 Km quadrati che si estende da Punta Penna ad Ortona, ad una distanza di circa 5 km dalla costa. Di fronte a Punta Aderci, alla costa dei Trabocchi, a Casalbordino.

La Petroceltic Elsa srl, con capitale sociale di 10.000 (diecimila) euro, prevede - solo per questa concessione - un investimento di circa 17 milioni di euro per uno studio sismico dell'area e per un primo pozzo esplorativo, per poi passare alla fase di produzione nel 2015.

La 495 è solo una delle "sue" concessioni, che sono riassunte nella figura seguente:



Che a loro volta sono solo alcune di quelle che interessano l'Abruzzo.


Tutti i dati citati in questo post vengono da documenti ufficiali e pubblici. Si tratta solo di voler vedere, è tutto lì il problema.

martedì 17 novembre 2009

L'acqua e il petrolio

Immaginate un mondo sempre più caldo,
in cui le vigne crescono in Inghilterra.
In un mondo così, ci sarà sempre meno acqua che diventerà
importante come il petrolio se non più importante.

Vi si è per caso accesa una lampadina nel cervello?

Si ?

Bravi! Avete appena capito perchè privatizzano l'acqua.



P.S.
Se conoscete qualcuno così cretino da ripetere che l'acqua resta pubblica ed è solo il servizio ad essere privatizzato, rispondetegli garbatamente che è vero: che quando per un motivo o per l'altro non potrà più pagare il servizio, non una goccia uscirà più dai suoi rubinetti, ma avrà il sacrosanto diritto di andarsela a prendere da solo - con un secchio.
Dopodichè, però, mandatelo affanculo.

domenica 15 novembre 2009

The age of stupid

Questa sera (domenica 15 novembre) a Vasto:
Sala Vittoria Colonna - Palazzo D'Avalos
Ore 21, proiezione del film (ingresso libero):

The age of stupid


Perchè non ci siamo salvati quando ne avevamo l'opportunità?

sabato 14 novembre 2009

Petrolio: le parole vuote dell'assessore

Ieri il petrolio d'Abruzzo è arrivato sui principali giornali italiani. Ne hanno parlato sia il Corriere che Repubblica:

Sul Corriere: "Nero petrolio o verde d'Abruzzo?"

Sul Venerdi di Repubblica: "La congiura dei pozzi" - link al file pdf comprendente anche l'articolo del Corriere

Desolanti e assolutamente prevedibili le parole dell'assessore regionale all'Ambiente, Daniela Stati:
«Si tratta di un falso problema»
«Siamo la Regione verde d'Europa e quindi non corriamo questo rischio. Il presidente Chiodi e lo stesso Berlusconi sono stati chiari: non ci sarà nessuna petrolizzazione dell'Abruzzo»
«Stiamo mettendo in piedi una serie di iniziative per portare avanti quello che il presidente Chiodi ha promesso in campagna elettorale» annuncia l'assessore, senza però entrare nel dettaglio.
«Io non voglio pensare a fermare le trivelle - spiega - io voglio pensare che non ci sarà bisogno di fermarle perché in una regione verde non si deve correre questo rischio».
«Ad oggi io le posso parlare di una volontà politica. E non mi sembra poco».
Un esempio perfetto di amministratore pubblico del nostro tempo:
  • Ignorante nelle materie su cui decide.
  • Capace di rispondere - quando lo fa - solo con proclami, slogan e frasi fatte. Citando solo opinioni e promesse, spesso bugie ma mai i fatti. I fatti che, quando ci sono, devono rimanere nascosti e molte volte sono solo l'apposizione di un timbro su documenti scritti altrove.
  • Legato all'oggi, al subito, senza la categoria mentale non solo del "futuro", ma nemmeno del "domani". Incapace di comprendere gli effetti delle proprie azioni neppure su se stesso e sui suoi figli.
  • Identificato nei superiori e convinto (in molti casi a ragione) che chi lo ha votato condivida la stessa fede. Fede da cui deriva la cieca e acritica obbedienza ai voleri dei suoi referenti politici.
  • Senza alcuna etica; dove c'è ubbidienza non c'è responsabilità e l'etica è responsabilità.
Burattini scelti proprio per la loro disponibilità e per la mancanza di pensiero autonomo, ma al tempo stesso eletti perchè in sintonia con i loro elettori.

Questo è il presente: noi che possiamo continuiamo a lottare per il futuro, non c'è altra via.

"Bisogna avere la forza della critica totale, del rifiuto, della denuncia disperata e inutile"
(Pier Paolo Pasolini)

venerdì 13 novembre 2009

L'entropia e il pensiero unico

Anche se i (mis)fatti si susseguono, mi sono rimaste in testa queste frasi legate a una notizia di qualche giorno fa:
“Dobbiamo riuscire a ristabilire un contatto con la parte migliore della società e dell’opinione pubblica che non c’è più, perché parte di questo disegno è distruggere l’opinione pubblica, trasformandola in soggetti sui quali viene riversato il pensiero unico, la verità unica. Il dispregio dell’opinione altrui, dei fatti. Trasformare tutti i fatti in opinioni, in modo che tutto sia opinabile e nulla sia vero. Di fronte a questo quadro, che fare? Avere consapevolezza che si può ribaltare il corso degli eventi.”
"Trasformare tutti i fatti in opinioni", nascondere la realtà dietro al tifo. Farti sentire indifeso e poi accoglierti in una squadra: la destra o la sinistra, il gruppo, la banda, il partito o la chiesa.
Una volta che hai aderito - accetti tutto - ci sono solo vantaggi: non devi più pensare, non ti senti solo, hai già le risposte pronte, puoi essere orgoglioso di cose di cui ti vergognavi, la tua strada è segnata e non devi più rischiare, la coscienza personale scompare - comodamente sostituita da quella collettiva .
I tuoi sono i buoni, sono come te, da loro vuoi essere guidato. Non sei più capace di pensare che sia tutto un inganno, ma non ti importa perchè sei finalmente tranquillo.

Una domanda mi faccio: ma è reversibile questo processo di rincitrullimento?

Se applico al pensiero il secondo principio della Termodinamica: quello che dice che il disordine è sempre in aumento posso dedurne che: così come i legami chimici del cervello di un cadavere non ritroveranno mai quell'ordine che ne era la vita, ma si annulleranno per rimescolarsi al tutto; così una mente che si corrode e si dissolve - o che semplicemente non cresce - nel grigio e uniforme disordine delle opinioni comuni, rimane solo fisiologicamente viva ma percorre una strada senza ritorno.

In poche parole, senza interventi esterni, il rincitrullimento è irreversibile. Si potrebbe poi facilmente proseguire fino a spiegare (e prevedere) la fine delle civiltà, inevitabilmente riassorbite da una uniforme stupidità.

Credo però di avere esagerato, perchè anch'io sono convinto che "si possa ribaltare il corso degli eventi".

Le frasi citate sono quelle del Procuratore Ingroia (fatto) che hanno scatenato minzolini, feltri, ecc. con le loro opinioni (a cui, ne sono ormai convinto, loro "credono" veramente) .

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P.S. nonostante il mio ottimismo, molte persone hanno già superato il punto di non ritorno, per cui ecco un messaggio da Radio-Londra per confucio e papiminkia vari:

"non c'è più trippa per gatti"
- ripeto -
"non c'è più trippa per gatti"


mercoledì 11 novembre 2009

Ma che brava la ministra



La campionessa della chiesa cattolica
l'esempio per le nostre figlie
l'illibata paladina della buona condotta
mentre difendeva l'ora di religione
è rimasta in cinta

ma che brava la ministra

Sarà stato un errore
una svista
o un preservativo comunista
non è neppure sposata
e lui ha 50 anni - 15 più di lei

ma che brava la ministra

Si sposerà l'anno prossimo
in chiesa col pancione
l'abito bianco e la benedizione
berlusconi al ricevimento
il marito farà contento

ma che brava la ministra

A primavera nascerà
lo saprem dal tguno
tra un decreto e un biberon
tra un precario e un pannolino
cullerà il suo bambino

In questo paese degli alocchi
di ipocriti e furbetti
finirà con i confetti
di maria stella la storia vera
che senza meriti fece carriera

lunedì 9 novembre 2009

Il tg-prono


E' da poco passato il tg1 e il suo direttore ha descritto la strategia futura di berlusconi: ghedini, alfano e gli altri non sono più presentabili così hanno mandato avanti lui - non che sia migliore, meno servo o meno spregevole, è solo meno conosciuto e ai telespettatori, incorniciato da libri e targhe, può anche sembrare uno importante.

Nel tg della sera, con una serie di bugie e travisamenti, il fido minzolini ci ha illustrato la soluzione finale ai "nostri" problemi: l'immunità parlamentare.

Quell'immunità che fu levata nel 1993 da tutto il Parlamento, spinto dall'indignazione popolare contro i politici che ne avevano fatto uno scudo contro la magistratura, trasformandola a tutti gli effetti in un'autorizzazione a delinquere.

Per capire bene cosa vogliono fare, riporto la proposta di legge costituzionale che si trova alla Camera in attesa di approvazione, che altro non è che la riproposta dell'articolo modificato nel 1993:
Art. 1.

1. L'articolo 68 della Costituzione è sostituito dal seguente:

«Art. 68. - I membri del Parlamento non possono essere perseguiti per le opinioni espresse e per i voti dati nell'esercizio delle loro funzioni.
Senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene, nessun membro del Parlamento può essere sottoposto a procedimento penale, né può essere arrestato, o altrimenti privato della libertà personale, o sottoposto a perquisizione personale o domiciliare, salvo che sia colto nell'atto di commettere un delitto per il quale è obbligatorio il mandato o l'ordine di cattura.
Eguale autorizzazione è richiesta per trarre in arresto o per mantenere in detenzione un membro del Parlamento in esecuzione di una sentenza anche irrevocabile».

Si dovrebbe quindi tornare ai bei tempi andati e quindi, nella loro interpretazione della Costituzione, per essere arrestati si dovrebbe essere colti sul fatto durante una rapina o un omicidio. Sempre nella loro interpretazione: in caso di condanna irrevocabile, per ogni tipo di reato anche commesso prima di essere eletti, la decisione del Parlamento li terrebbe fuori dal carcere.

Semplice e pulito.

sabato 7 novembre 2009

Un Dio geloso

Io sono il Signore tuo Dio che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione di schiavitù. Non avrai altri dei di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo, né di ciò che é quaggiù sulla terra, né di ciò che é nelle acque, sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione ...

Deuteronomio 5,6-21
--> Fonte: Il Catechismo della Chiesa cattolica.
Questa è la versione completa del primo comandamento, dato da Dio a Mosé sul monte Sinai, lo stesso comandamento che nei secoli, per la chiesa cattolica, è diventato semplicemente:
Non avrai altro Dio fuori di me.
Dio in persona (secondo il racconto della Bibbia) non vuole idoli o immagini e quindi neppure crocefissi, vergini, angeli, arcangeli, serafini e angioletti da talamo, croci e crocette da retrovisore o lampeggianti da autotreno, croci e catene d'oro pesante o tatuate da tamarro, occhi inscritti in triangoli, corone di stelle, padripii, santi, sante, ognissanti, santini e così via salmodiando.

Perchè quindi non passare l'ora di religione studiando la diversa interpretazione di questo comandamento nelle varie religioni monoteiste. Si potrebbe scoprire che su queste parole ci sono stati scismi o che da esse dipende l'architettura e l'aspetto delle chiese.
Ci si potrebbe rendere conto che l'uso delle immagini sacre ha riportato nella religione cristiana proprio quell'idolatria che aveva sconfitto e che quindi il crocefisso - ma non solo - più che un simbolo delle "radici della nostra cultura", è il ricordo di riti molto più antichi.
Ci si potrebbe poi chiedere se ci sia un rapporto tra ignoranza e idolatria o analizzare l'uomo di oggi che passa con disinvoltura dai riti della chiesa a quelli dei centri commerciali e trova la stessa temporanea sicurezza sia nella croce d'oro appesa al collo che nella maglietta firmata.

Insomma un'ora di storia delle religioni, invece che di religione cattolica!

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P.S. Per me, il vero motivo per togliere i crocefissi non sta nell'interpretazione della Bibbia, ma nel fatto che il nostro Stato è laico e democratico e quindi l'assenza di simboli religiosi è un diritto per tutti i suoi cittadini. Diritto che non può essere annullato neppure da una maggioranza: altrimenti non ci sarebbe nulla da lamentarsi se - ad esempio - nei paesi in cui i cattolici sono minoranza le loro chiese venissero rase al suolo.

P.P.S. Credo che chi ha fede si possa ritrovare in queste parole di Don Aldo Antonelli.


venerdì 6 novembre 2009

La sega cinese e la banda larga

Non molti conoscono la masturbazione "cinese": si tratta di una antica pratica di piacere, ancora oggi diffusissima. Neppure google fornisce risultati apprezzabili a riguardo: con questo mio post voglio quindi colmare questa importante mancanza ;-)

Il primo passo consiste nel predisporre un adeguato sottofondo musicale; non avendo a disposizione musica cinese si può usare un esaltante tunf-tunf-tutunf-tunf-tunf-tutunf sparato al massimo dei decibel da un lettore mp3, ma si presta bene anche il tg4 e i più perversi potranno ascoltare "la zanzara" di cruciani su radio24, insomma è questione di gusti.

Ci si deve poi procurare un ceppo o un incudine.

Quando tutto sarà pronto si avrà cura di posare delicatamente sul supporto scelto i propri testicoli.

Impugnato un martello in ogni mano si comincerà quindi a colpirli ritmicamente, un colpo a destra e uno a sinistra.

Si continuerà così fino a raggiungere l'acme del piacere quando falliremo il colpo e il martello non coglierà il bersaglio.

Come si vede si tratta di pratica non nuova, che si presta bene anche a rapporti di coppia e che oggi si è evoluta fino alla versione "broadcast" in cui uno solo - l'eletto - martella regolarmente i coglioni a tutti gli altri (e si lamenta pure).

Una volta sentii per radio qualcosa di analogo in un qualche dialetto padano: riferito a chi poneva i propri testicoli sulle rotaie del tram per il piacere dato dal sentir gli "sciopp".

Variazione sul tema è anche quella del marito che se li taglia per fare un dispetto alla moglie. L'incarnazione televisiva di questa pratica è infine il Tafazzi:


La notizia che mi ha spinto a questa lunga introduzione è quella relativa al fatto che il nostro governo, dopo i tagli all'Istruzione, taglia anche gli investimenti sulle infrastrutture informatiche (-800 milioni). Dal loro punto di vista è solo un'altro investimento sull'ignoranza e un risparmio di denaro che dalle reti informatiche può essere spostato sulla progettazione del ponte sullo stretto (+1300 milioni).
Dal mio punto di vista ci stiamo invece dando (o facendo dare) delle gran martellate sui coglioni.

giovedì 5 novembre 2009

Forse il "Fanculin" non basta

Riporto alcuni punti del misterioso contratto con la Novartis per la fornitura del vaccino, l'articolo completo è qui: www.behablog.it (oltre che sul Fatto Quotidiano).
- Anche se la Novartis non arrivasse in tempo a fornire i vaccini, noi pagheremmo lo stesso 24.08.000 euro.
- Il Ministero pagherà Novartis anche in caso di “non ottenimento dell'autorizzazione all'immissione in commercio del Prodotto”.
- Nell’eventualità che ci siano difetti di fabbricazione, sarà la Novartis a dire l’ultima parola sulla consistenza degli stessi.
- Novartis pagherà i danni in caso di difetto di fabbricazione, in tutti gli altri casi di danni a terzi pagherà il Ministero.
- Per la Novartis non è prevista alcuna penalità.

Ultima sorpresa: cerco un'immagine per questo post e scopro che la Novartis è strettamente legata alla Nestlé.
Non sono io a pensare male, siamo davvero nelle loro mani. Loro sono gli uccellini e noi gli insetti.

mercoledì 4 novembre 2009

Il crocefisso, la coca-cola e le gambe di legno

L'Europa dice che il crocefisso nelle scuole non ci deve stare.
Mi sembra strano anche parlarne: lo Stato italiano è laico per cui, fino a quando non diventeremo ufficialmente uno stato confessionale ed integralista - ad esempio una "repubblica cattolica romana", i simboli religiosi nelle strutture pubbliche non ci devono stare.

Molti dicono (Bersani compreso - tanto per ben cominciare - ed ecco uno dei motivi per cui mi piaceva Marino) che il crocefisso c'è sempre stato e non dà fastidio a nessuno.
A parte il fatto che non è vero perchè a molti ha sempre dato molto fastidio, anche a me - riflettendoci - non piace per nulla.

Così come mi disturba il logo della coca-cola (per fare solo un esempio) onnipresente su magliette, adesivi, quaderni, orologi e chi più ne ha ne metta, allo stesso modo non vorrei vedere il logo della religione cattolica, messo ovunque per convincere - come la goccia che buca la roccia - della sua necessità, bontà e unicità.

La cosa più istruttiva di questa sentenza è però il modo nel quale è arrivata: una persona, una persona da sola ha chiesto di far valere le proprie "sacrosante" ragioni e per ora ci è riuscita.

Interessanti anche tutte le reazioni dei politici tra cui brilla il ministro dell'Istruzione, che "meriterebbe" davvero una laurea ad honoris in ipocrisia cattolica o - in subordine - un'abilitazione papale all'insegnamento della stessa.

Per cercare di far nascere qualche piccolo dubbio nei fanatici cattolici, ci sono libri, film, documentari che potrebbero aiutarli a capire che si può stare benissimo senza religioni (senza per questo necessariamente pensare che non esista nulla oltre la nostra esistenza).

Ma far dubitare un fanatico è una contraddizione in termini e quindi un tentativo senza speranza.

Per chi la pensa come me voglio però consigliare una domanda, da fare a frequentatori compulsivi di chiese, psicosintonizzati su radiomaria, atei devoti, ciellini e adoratori di salme e reliquie - specie se aggressivi. E' una domanda assai semplice:

"Come mai tra i tantissimi ex-voto che riempiono le cantine dei santuari non c'è mai un arto artificiale: una gamba o un braccio, né di legno né di titanio?"

"Perché un dio che spesso interviene miracolosamente su malati terminali con gli organi interni marci e il loculo già tirato a lucido, non si è mai - e dico mai - impegnato nel ben più semplice compito di far ricrescere se non un braccio, almeno una falange del dito mignolo?"

Se vi capita, fate la domanda e attendete la risposta, o almeno un gradevole silenzio.

Temo però che nel caso del crocefisso non sarà così facile ottenere il silenzio: troppo alta è la posta in gioco per la chiesa cattolica romana e troppo ghiotta è l'occasione per i vari ministri e politici per parlare di qualcosa continuando a non fare nulla.

lunedì 2 novembre 2009

Il giorno dei morti




"e tutti quei momenti andranno perduti
nel tempo
come lacrime nella pioggia ...... "