mercoledì 14 settembre 2011

Terra bruciata


Per tutta l'estate ci siamo sentiti dire che avrebbero bruciato le riserve.

Questa sera, ultimo di un lungo elenco, è scoppiato un incendio DOLOSO a Punta Aderci.

E' DOLOSO perchè nulla brucia da solo dopo il tramonto.

E' DOLOSO perchè ci sono almeno tre focolai molto distanti e contemporanei.

Pochi vogliono distruggere e lo fanno senza coscienza, senza etica, senza futuro. Ingordi, avari e egoisti. Comandano nell'ombra ed altri appiccano il fuoco perchè gli hanno detto di fare così, indifferenti come chi lancia le pietre dal cavalcavia.

Sanno però di avere già perso e fanno terra bruciata come gli eserciti in fuga.

Stasera vi vogliamo solo augurare che un giorno, negli occhi dei vostri figli, finalmente possiate capire.

Noi saremo altrove, continuando assieme a costruire un mondo migliore, e voi dovrete sputarvi in faccia da soli.



venerdì 9 settembre 2011

Il Parco è comunista!


In un paese che sta affondando, dopo che chi lo governa ha sostenuto imperterrito che vivevamo nel migliore dei mondi possibili. Di fronte a una casta sfrontata e indifferente, concentrata sui propri interessi e sempre pronta a mercanteggiare il tradimento del proprio mandato, la regione Abruzzo ha trovato il suo campione.
Il ragionier Febbo - dopo una battaglia segreta durata dieci anni - ora si lancia a viso aperto contro il Parco Nazionale.

Cemento, petrolio, villette, porti industriali e petroliere, discariche e turbogas, inceneritori e centrali a olio di palma, come possiamo rinunciare a tutto questo per un Parco Nazionale? Come spiegarlo ai nostri (veri) elettori? Ed allora avanti a testa bassa sperando che nessuno ci ascolti. Sparando anche l'ultima cartuccia che così spesso ha funzionato: il Parco è comunista!

Come i Sindaci che si battono contro la Tav lui vuole abrogare per legge un Parco nazionale. Si immagina già a capo della rivolta, ma a difesa di un cantiere mentre la polizia forestale lancia letame sugli inermi palazzinari.

Dice che dato che lo hanno incaricato di costruire, è legittimato a distruggere. Dice che tutti gli abruzzesi sono con lui, crede che le mamme dicano ai figli: "fai il bravo altrimenti papà ti porta al Parco".

Come ogni prode condottiero guarda solo avanti, ma a seguirlo sono solo pochi burattini che richiamati all'ordine ne ripetono le parole.

Sembra un pifferaio magico ormai invecchiato, che stonando si avvii verso la scogliera, senza però accorgersi che invece di seguirlo senza capire, come hanno fatto tante altre volte, gli abruzzesi aspettano solo che arrivi sul ciglio per dargli - finalmente loro - una spintarella.

mercoledì 7 settembre 2011

I conti in tasca al ragioniere


L'incontro al Ministero è andato esattamente come avevamo previsto. La legge esiste e non si può fare finta di niente rimbambendosi di chiacchiere.

Agli amministratori è stato detto fermamente che se faranno quel che devono il Commissario ne prenderà atto (a meno di scelte evidentemente insensate).

E' stato anche spiegato che i soldi per il funzionamento del Parco sono già stati stanziati e stanno lì ad aspettare.

Il primo risultato dell'incontro è stato che il Sindaco di Casalbordino e la sua giunta si sono decisi a fare la perimetrazione entro i termini richiesti.

Anche altri sembrano aver capito meglio come stanno le cose, ma attendiamo prese di posizione ufficiali.

L'unico che sembra non aver capito nulla è sempre Febbo che ripete ai quattro venti che sono tutti contrari.

Poiché è un ragioniere proviamo a convincerlo con i conti (solo per stare al gioco, non perché riteniamo che questo sia il modo di fare).

Ad oggi si sono formalmente dichiarati a favore: San Salvo, Vasto e Fossacesia. Casalbordino ha fatto una delibera in cui esprimeva un dubbio a cui ieri è stata data una chiara risposta ed oggi è pronto a perimetrare. Da chi è contrario (secondo Febbo) non è invece ancora venuto nessun atto formale e noi pensiamo che Febbo possa essere nuovamente smentito molto presto - come ha già fatto oggi Casalbordino.

Francavilla aveva già perimetrato, altri comuni potrebbero chiedere di entrare.

Ma ad oggi saremmo 4 a 4. Se però andiamo a vedere gli abitanti e facciamo un piccolo conto vediamo che già oggi il 68% della popolazione interessata abita in comuni che perimetreranno entro il 30 settembre. Cifre alla mano non ci sembra proprio che si possa dire che sono tutti contro.

Febbo si dice anche convinto che - tramite i parlamentari PDL - riuscirà ad abrogare il Parco e saranno così i primi al mondo a certificare per legge che una terra (in particolare la terra d'Abruzzo) non vale niente dal punto di vista ambientale, paesaggistico e culturale. Nel frattempo - ovviamente - non si dimette e continua a tradire il suo mandato.

Il piano era chiaro dall'inizio: sobillare alcuni cacciatori, agricoltori e anche pescatori (si anche i pescatori) in modo che facessero un po' di confusione e poi dire "il Parco nessuno lo vuole". Non sembra sia andata bene visto che le voci a favore sono molte di più e molto più autorevoli delle pochissime contro (sperando che le minacce fatte apertamente in questi mesi nulla abbiano a che vedere con gli incendi di questi giorni). Ma lui va avanti lo stesso.

In questi giorni i nodi dell'economia globale stanno venendo al pettine e in Italia si chiede alle nuove generazioni di pagare il conto più salato. Può anche darsi che qualcuno - nel marasma di questi giorni - tenti un ultimo colpo di mano per mettere qualcos'altro nel sacco. Sembra assai difficile ma non si sa mai: un paio di righe aggiunte ad una legge su cui viene chiesta la fiducia, non sarebbe la prima volta per questo tipo di sotterfugi.

Il Parco è la nuova società che potrebbe nascere dalle ceneri di questa.

E' il modello del futuro.

E' il posto dove vivranno i nostri figli.

Abbiamo la fortuna unica di averlo già pronto, non facciamocelo portare via sotto il naso
dal ragionier Febbo!

Pubblicato su vogliamoilparco.blogspot.com

venerdì 2 settembre 2011

Non c'è democrazia senza responsabilità

Gli ultimi giorni hanno visto il sindaco di Casalbordino non decidere sul Parco, venendo meno alle promesse elettorali.

Questa estate ho visto tante cose - da scriverci un libro - ma questo consiglio è stato proprio il massimo (per ora). C'era l'uomo giraffa che faceva l'equilibrista su un filo poggiato per terra, il prestigiatore che cercava di far scomparire la verità, i pagliacci che si davano le martellate da soli e tante belle scimmiette che alzavano la mano a comando. Come in tutti i circhi, però, c'era una brutta puzza.

Ne è stato parlato qui: Ma ci fanno o ci sono? e qui: Il Sindaco contro .

Non c'è nulla da commentare, i fatti parlano da soli. Forse pensavano che in questa calda fine estate nessuno fosse attento. Così non è stato.

Qui trovate la risposta di un professore di Diritto Costituzionale che semplicemente sbriciola la tesi della giunta di Casalbordino (che era stata debitamente avvertita e poteva ben evitare di fare quel che ha fatto):
"La conclusione da trarre sarebbe, in verità, un’altra: la delibera del Consiglio comunale di Casalbordino si configura come un atto solo informale; un atto, forse, politicamente opportuno in tempi di democrazia partecipativa, ma del tutto privo di significato giuridico."
Il professor Enzo di Salvatore ha poi affrontato l'altro Ponzio Pilato di quest'estate: il Sindaco di Torino di Sangro e il suo "referendum". Un altro articolo e un'altra decisione tanto strombazzata si sbriciola:
"si potrebbe anche insinuare il dubbio che il ricorso .... al voto dei suoi abitanti – serva a ben altro: a che arrivi presto il 30 settembre oppure a che la Regione – unica formalmente legittimata a pronunciarsi nel procedimento di istituzione del Parco – non debba esprimersi sul punto. E cioè: che non debba assumersi la responsabilità di una scelta politica, che dietro l’istituzione del Parco sempre si cela. Eppure anche un ragazzino sa che non può esserci democrazia (rappresentativa) senza responsabilità."
Due sindaci e la paura di decidere. Per non dover spiegare. Per non dover rendere conto. Pronti a dare la colpa agli altri. Pronti a nascondersi dietro le parole.

E mai che gli sia venuto in mente di fare la cosa migliore per i loro cittadini.