sabato 27 febbraio 2010

Combattere l'idiozia strada per strada

Oggi ho poco da dire, avendo trovato chi si esprime anche per me.

Un solo consiglio: gli idioti che ci circondano sono solo degli idioti, non perdiamo tempo a discutere con loro perchè non ne vale la pena; ma non compatiamoli, perchè sono causa dei nostri problemi, e non cerchiamo neppure di evitarli, di non sporcarci tenendoci alla larga.
Trattiamoli per quel che sono, non facciamo sconti, non tratteniamoci, non facciamo il loro lavoro, facciamogli pagare i loro errori, non interveniamo quando sbagliano, diciamogli le cose in faccia, deridiamoli apertamente.
Insomma, senza andarli a cercare e se proprio non siamo soli come Neo tra gli agenti Smith, rendiamogli la vita difficile.
Provare per credere, non sono meschine soddisfazioni ma è resistenza civile.


Da fisicamente.net:

Ogni giorno siamo deliziati dalle immense sciocchezze che recita un immenso clown. Che lui lo faccia è naturale, anche il pifferaio magico si tirava dietro le pantegane per poi farle cadere in un burrone. E lui è un esperto in pantegane, tanto è vero che ha capito come è fatto un terzo degli italiani che lo amano disperatamente.
Ormai non mi chiedo più ma affermo. Togliendo a questo terzo di italiani un 10% che sa tutto del capo e se lo tiene perché gli permette furti, falsi in bilancio, evasione fiscale, mignotte, lussi, ..., quelli che restano sono IMBECILLI. Non è una novità per questo Paese sia sempre stato preda di una ignoranza ancestrale, profonda, fino al midollo, fino ai precordi, ... Quando va bene si ragiona con gli organi sessuali, l'unico luogo dove è possibile un encefalogramma perché altrove non saprebbero dove mettere gli elettrodi. Quando va male vi sono strilloni e strillone televisive che esistono perché possono sparare le peggiori idiozie a raffica con paggi e cavalier serventi che annuiscono.
Un popolo beota guidato da criminali a tutto tondo con una Chiesa che fa finta di indignarsi solo per alzare il prezzo di finanziamenti vari ed esenzioni totali. Ieri è arrivata una novità che sembra uscita dalla penna ferale del ministro poeta: il capo ha creato due eserciti, quello del bene e quello del male. Ma già aveva creato il partito dell'amore e quello dell'odio. E poiché aveva anche fatto il partito dell'amore ed egli si riconosceva nel partito dell'amore ci vuole poco a capire che il suo è il partito del fare l'amore e quindi, data l'età, è il partito delle mignotte al potere. Quella dell'esercito è nuova, e solo una mente verniciata giornalmente con nero di seppia poteva spararla. Lo sapevo che la vecchiaia ti rende bambino. Ti rannicchi in modo fetale, ti piacciono le poesie e le ninne nanne, hai nostalgia della mamma che ti prepara la zuppa con latte fresco e biscotti. E le favole, le favole, che belle le favole. Niente di male, bisogna essere pazienti con i vecchietti, avere carità cristiana. E quando dicono cazzate non bisogna legarli a letto ma accarezzargli la testa (evitando il nero di seppia) e dirgli si. Ora il capo è in situazione di crisi molto grave. Occorre dargli una mano stando attenti di non colpirlo forte. Perché sta dicendo ad un Paese del terzo millennio che vi sono gli eserciti del bene e del male. Niente male perché, è un vecchietto che va verso il disfacimento. Ma allora dov'è il male. Negli IMBECILLI di cui prima, caspita ! Possibile che vi sia quel terzo di italiani (meno i banditi che ci guadagnano) che crede a certe cazzate transgeniche ? Se queste cose le dicessero loro i nonnetti li metterebbero a letto con un termometro da elefante nel deretano. Invece se le sentono, tranquilli e plaudenti, dal capo.
E' già passato un tempo così a mia memoria. C'era una bestia che ha tenuto l'Italia in mano per 20 anni ed era applaudito da tutti (ehia, ehia, alalà !). Che bei tempi, in orbace, con i Balilla e con i campi di sterminio. Tanto è per gli altri. Io sono un vero paraculo, un dritto, a me non mi toccano diceva l'idiota prima di incartapecorirsi in Russia.
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Hanno attaccato gli anni in cui il Paese ha realizzato conquiste sociali importanti, quelli che vanno dal 1968 al 1978. Tutto è accaduto lì: divorzio, statuto dei diritti dei lavoratori, femminismo, ..., basi per l'aborto. Poi i padroni hanno fermato il processo ammazzando Aldo Moro. Da allora siamo precipitati attraverso Craxi verso quelle feci di cui oggi. Ecco, mentre sto parlando, una pantegana è uscita dal liquame ed ha azzannato una mazzetta ... non finiscono mai, mai, ... eccone un'altra ed un'altra ...
Scuola, pensioni, sanità, giustizia, diritto al lavoro, giovani, vecchi, ambiente ... tutto è distrutto. Restano il furto, la rapina, la violenza, la voglia di chiudere con ogni respiro di aria pura, ... tutto muore e restano solo i padroni, grassi e nani, infami ladri ed evasori che vivono per derubare ciò che noi versiamo di tasse per servizi che non esistono più.
Dopo il salasso impositivo che ci rende anemici, andiamo dovunque e dovunque paghiamo. Non viviamo più con una TV volgarissima che è specchio di questo Paese che ha subito la mutazione genetica da bel Paese a Paese sporco, distrutto, franato, invaso da volgari cementificatori e avvelenatori di aria, terra ed acqua.
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Da ilblogdilameduck:

Ciò che sta accadendo in Italia negli ultimi giorni è spaventoso. E' come la fiumana che porta a valle assieme all'acqua ogni tipo di detriti, travolgendo ogni cosa sul suo percorso, intasando e rompendo ponti e ricoprendo di melma gli argini.
Non si tratta solo dell'onda di petrolio provocata quasi certamente con dolo criminale da chi forse voleva liberare alla svelta un'area edificabile a suon di appalti milionari.
Ogni giorno la magistratura scoperchia un nuovo verminaio di corruzione, malaffare, appalti più truccati della faccia di Berlusconi; di truffe al Fisco, cioè a noi coglioni che le tasse non abbiamo proprio modo di evaderle nemmeno se volessimo, di manager che fanno sembrare i Vallanzasca e i Cavallero dei vecchi tempi dei galantuomini o ladri di galline.
Con paradossi spaziotemporali come quello di Fastweb che impedisce ai suoi clienti di scaricare dal "mulo" un film in pessima qualità e privo del finale o una canzonetta "perchè è illegale" e intanto pare riciclasse fondi neri per miliardi di false fatturazioni all'estero.
Meno male che questa doveva essere la Seconda Repubblica, la nuova versione dell'Italia uscita da Tangentopoli, fatta di gente capace e onesta che fa, fa, fa con meneghina efficienza, schiantandosi la schiena per il bene degli altri, come tanti pinocchieschi gatti & volpi.
Invece viene fuori che questa gentaglia fa soprattutto i cavoli suoi, dei suoi amici e degli amici degli amici. Oh no, ma è il solito vecchio imprinting mafioso che ci ha reso noti in tutto il mondo. Che c'entra con il ghepensimismo?
La cosa più schifosa delle porcate scoperte in questi giorni dalla magistratura è l'affollamento di avvoltoi e di iene più o meno ridanciane attorno alle catastrofi naturali.
Sarà ma da quando siamo entrati in superBertolaso mode saltiamo da una disgrazia all'altra. Terremoti, inondazioni, treni che esplodono, versamenti di petrolio. Non diremo che qualcuno porta sfiga perchè non sta bene ma di certo prima o poi ci verrà il sospetto che la cricca che banchetta della pastura elargita dal carrozzone della Protezione Civile goda fin troppo dei benefici di questa "disaster economy" e faccia di tutto per auspicare nuovi cataclismi. In fondo basta non ripulire i letti dei fiumi e non rinforzarne gli argini. Astenersi dal mettere in sicurezza il territorio, ignorare gli allarmi dei cittadini per edifici pericolandi e, boia, non vuoi che un'alluvione, un terremoto, una frana non arrivino, così noi ci facciamo le matte risate e le budella d'oro?
Una volta rotti gli argini dall'onda di piena, tracimata la malavita in Parlamento, siamo in balìa di una cricca di ladri matricolati, di una banda di magliari senza vergogna che stanno saccheggiando l'Italia e facendo bisboccia sulle sue rovine, mentre milioni di italiani da mille euro al mese perdono il lavoro e ogni sicurezza per il futuro.
Ce n'è per tutti i gusti. Ritornano perfino la Banda della Magliana, il peggio fascistume colluso con la malavita comune ed eversiva, incrostazioni di criminalità varie ed eventuali. Tutti a fare collezione di euro alla facciaccia nostra.
Con il vecchio troione in fondotinta, il Barnum di questo baraccone di fenomeni, il benefattore interessato di zoccole sciampiste, l'attempato leccapassere che piange come una madonnina dicendo di essere perseguitato dai giudici e che fa dire ai suoi immondi servi mediatici che "è stato assolto" invece che prescritto per un reato gravissimo e dimostrato da precedenti sentenze, la corruzione in atti giudiziari. Semplicemente l'ha fatta franca perchè sono arrivati tardi. Big Ben ha detto stop. Altro che innocenza.
E' l'ennesima menzogna delle tante fatte ingoiare a quegli italiani beoti che guardano la televisione con l'imbuto in gola per bersele tutte e non perdersene nemmeno una goccia. Che correranno a votarlo di nuovo, a passo veloce nonostante l'ombrello nel culo, perchè "sennò arrivano i comunisti".

venerdì 26 febbraio 2010

A futura memoria


Un disastro ambientale, un altro.

Una ex raffineria, che non doveva contenere tutti quegli idrocarburi, in un terreno su cui vorrebbero costruire una città che dovrebbe seppellire ogni porcheria sotto il nome di ecocity (potenza del marketing).
Nella notte, tra un turno e l'altro mentre nessuno controllava, qualcuno ha sbloccato le valvole, attivato nella giusta sequenza tre comandi e atteso che gli idrocarburi venissero aspirati dal fondo e pompati in apposite tubature. Solo a questo punto ha aperto le ultime paratie.

La notizia è stata data all'inizio sottotono: con l'attenzione puntata sul fatto che si trattava di un fatto doloso.

Col passare delle ore però la macchia e la puzza si sono allargate e non hanno più potuto fare finta di niente e si è passati dall'incidente al disastro ambientale.

Anche i telegiornali ne hanno cominciato a parlare: è una notizia perfetta per non parlare di Mills e Di Girolamo.

Nessuno però che dica che un incidente di questo tipo non è un fatto doloso: perchè così come una raffineria non deve esplodere avvelenando e bruciando tutto e tutti, allo stesso tempo nessuno si deve introdurre nell'impianto e fare cosa gli pare. E se fallisce la prevenzione, che almeno l'allarme e gli interventi siamno tempestivi. Qui invece tutti hanno dormito per ore. I liquidi sono passati nelle fogne e da lì nel depuratore e poi nel fiume, e nessuno se ne è accorto per cinque ore né ha saputo cosa fare dopo.

Tanto per poter dire, nel futuro, che io l'avevo detto: prima o poi un qualche un gruppo terroristico (nemmeno troppo preparato) o mafioso, o criminale o semplicemente un gruppo di squilibrati, ma anche uno da solo potrebbe bastare, minerà un impianto come questo, lasciato senza controlli, per poi andarsene indisturbato a vedere lo spettacolo in TV.

Alla prova dei fatti la gestione dell'emergenza si è mostrata ridicola: i potenti mezzi per intervenire in caso di sversamenti accidentali non esistono, il ministero dell'Ambiente e la Protezione civile erano interessati ad altro e non si sono accorti di quanto accadeva (probabilmente per colpa dei giudici che li hanno distratti).

Ora tutti aspettano che il petrolio si disperda nell'Adriatico per tornare a fischiettare come se nulla fosse successo e spendere qualche altro bel milione di euro per nascondere i danni.

E in Abruzzo cosa accade?
Ci vogliono riempire impianti a rischio, in terra e in mare, vicino alle spiagge, vicino alle dighe, ai laghi e ai fiumi. Con il sorriso felice del presidente che ribadisce la sua fede nella tecnologia.

Poichè probabilmente non sa nulla di tecnologia, è bene fare chiarezza.

La sicurezza assoluta non esiste: ci può essere una bassa probabilità, ma i disastri sono sempre possibili.

Se però a guidare le scelte non è la tecnica ma il denaro, allora è solo questione di tempo, poco tempo.

giovedì 25 febbraio 2010

Quaquaraquà

C'è un senatore della Repubblica, pagato da noi, che decide per noi, che amministra il nostro denaro e le nostre vite, che è stato eletto con i voti della ndrangheta.
E' stato scelto perchè è ambizioso e servo (così gli si rivolge il suo padrone: “Non me ne frega un cazzo. A me di quello che dici tu… per me Nicò puoi pure diventà presidente della Repubblica, per me sei sempre il portiere mio, per me tu sei sempre il portiere no, nel senso che tu sei uno schiavo mio, tu conti sempre come il portiere, capito Nicò. Però ricordate, io per i soldi nun me ne frega un cazzo del potere, però ricordate Nicola che per le sfumature me faccio ammazzà e faccio del male” - “Ti è piaciuto sentirti qualche cosa e mo ricordate che devi pagà tutte le cambiali che so state aperte e in più devi pagà lo scotto sulla tua vita Nicò perché tu una vita nun ce l’avrai più”).
Avrebbe dovuto essere dichiararlo decaduto dal suo seggio senatoriale. Ma l’aula lo ha salvato. Toccanti le parole del senatore Cuffaro durante la discussione: “Onorevoli colleghi, mettetevi una mano sulla coscienza! Se votate per la decadenza quest’uomo sarà arrestato!” (fonte: il Fatto Quotidiano 24 febbraio).

Ed ora dopo la diffusione delle sue foto con un boss che diceva di non avere mai frequentato e dopo essere scappato di fronte ai giornalisti che - incredibile ma vero - gli facevano delle domande, la richiesta di un suo arresto è di nuovo all'esame del Senato.

Cosa farà il Senato: lo salverà ancora, come fece - inutilmente - anche con Craxi, certificando nuovamente la propria natura mafiosa, o lo sacrificherà usandolo come una foglia di fico.

Potrebbe essere dato in pasto agli italiani condito da una cortina fumogena di leggi anticorruzione, liste pulite, paladini della libertà e chi più ne ha ne metta. Tutto finto come la pubblicità dei detersivi, ma finora ha funzionato. O semplicemente si cercherà di fare silenzio, distrarre e rimandare, come nella prima pagina del corriere di oggi.

E quest'uomo solo come reagirà? Terrorizzato ed obbediente lascerà fare? Dirà di essere una vittima e di affrontare sereno il giudizio della magistratura di cui ha piena fiducia, per poi aspettare il bavaglio alle intercettazioni, alla stampa, a internet, ai magistrati ed ai giudici che febbrilmente si prepara.

Scommetto che andrà così, che non avremo un sussulto di orgoglio da questo che per Sciascia sarebbe un "pigliainculo" poichè i "quaquaraquà" - purtroppo - siamo noi, i suoi "elettori" .

Non credo però cheservirà, questa è solo una delle ultime notizie, il crollo è in corso.
Io - proseguì poi don Mariano - ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l'umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz'uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà. Pochissimi gli uomini; i mezz'uomini pochi, che mi contenterei l'umanità si fermasse ai mezz'uomini. E invece no, scende ancora più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi. E ancora più in giù: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito. E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere con le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre. (Leonardo Sciascia, Il giorno della civetta)

lunedì 22 febbraio 2010

Orientamento scolastico


Cari genitori,

tra quattro giorni si apriranno le iscrizioni alla scuola superiore di secondo grado. E' un momento importante.

Voglio quindi esservi d'aiuto, come insegnante e come padre che ha lo stesso problema.

Cominciamo dai casi più semplici: quelli che in terza media si arrampicano sui banchi, che hanno già iniziato a fumare, che hanno un vocabolario limitato a poche parole (ma corte), che senza calcolatrice non sanno fare 3x2, che non sanno tenere la penna in mano, che stanno davanti alla TV per buona parte del loro tempo, che si portano le mani alla bocca e fanno urletti ogni volta che vedono un vampiro, che vestono solo firmato, che sono razzisti, violenti, volgari, che ruttano a scuola, che danno del tu a tutti, che non possono stare stare senza telefonino, PSP e cuffiette, che bevono coca-cola e mangiano solo patatine, ecc. ecc.

In questi casi il mio consiglio sono le comunità di recupero, ma purtroppo è una strada possibile solo se avete la fortuna di avere un figlio già drogato. In alternativa occorre attendere che la Scuola prosegua la sua evoluzione espandendo la propria offerta formativa a servizi come: palestra/bar/discoteca/sala gioco/sala TV/set cinematografico/albergo ad ore/campo di calcetto ecc. insomma un paese dei Balocchi ove i figli potranno pascolare, senza dare troppo fastidio, almeno fino alla maggiore età.

Se non avete un figlio di questo tipo significa che state facendo una una fatica tremenda per tirarlo su e ora vorreste informazioni sulla riforma degli Istituti Superiori.

Ma su questo argomento nessuno sa ancora niente di ufficiale: non ci sono i regolamenti e quindi le scuole non sanno cosa diventeranno; non si sa di cosa tratteranno le nuove materie che sono apparse qua e là nelle bozze, nè che cosa sparirà per permettere al governo di licenziare molto, ma molto, di più della FIAT e avere così molto denaro da spendere altrove; non si sa quale professore insegnerà che cosa.

Il ministero promette però brochure informative sia a scuola che on-line per il 25 febbraio, non ci resta quindi che aspettare fiduciosi che passino questi tre giorni sperando che il figlio/a della gelmini non nasca settimino.

P.S. lo so che questo post non serve a nulla, così come so che non sarebbe male se a qualcuno, nel frattempo, cominciassero anche a girare le palle.

domenica 21 febbraio 2010

Anch'io ho guardato Sanremo


Apro la diretta web su rai1 e vedo Scaiola

Che cazzo ci fa Scaiola a Sanremo? Ha fregato Bersani?

Una canzone finalista, sentiamo un po':

nudi in pieno inverno - coperti sotto il mare - a far l'amore in tutti i laghi

è la storia di un marinaio con disturbi sessuali compulsivi

Ultima canzone: oddio il trio!

giustizia - famiglia - tradizioni - cultura - religione - il cuore di un'italia sola - dio - italia amore mio

è la storia di un povero bimbo figlio d'un re che è ormai diventato grande ma è rimasto deficiente (tutto suo padre e suo nonno).

Allucinante, e adesso?

I Carabinieri

Guerre stellari? io speravo che arrestassero qualcuno, vuoi vedere che ora arriva bertolaso con Liala la massaggiatrice maiala.

L'ultima reclame

Le tagliateeeelle di nooonna Piiina

Ma come è grassa la conduttrice (si vede che ha abbandonato il c...o e si è data alle tagliatelle)

Entra la busta, doppio mento e la faccia di chi sta di fronte al plotone d'esecuzione

nudi in pieno inverno - coperti sotto il mare - a far l'amore in tutti i laghi

Saluti a tutti e via di corsa: una volta salivano e scendevano le scale sculettando con i tacchi a spillo, questa se ne è andata in ascensore!

Sigla eurovisione pubblicità mulino bianco ...

TG1 ... era meglio emanuele filiberto

basta, ho superato la dose mensile, mi sento strano - è ora di scaricare il Fatto Quotidiano

venerdì 19 febbraio 2010

Una capriola della mente

Lo sfruttamento petrolifero in Abruzzo non porta ad alcun ritorno economico collettivo, ma solo a danni permanenti per l'ambiente e la salute.

Ne ho scritto io e ne hanno scritto molti altri, è un fatto certo su cui non è il caso di spendere altre parole.

Oggi voglio riflettere sul perchè, nonostante questo, ci sia questa invasione di trivelle.

Pensandoci bene questo caso è simile a mille altri: la privatizzazione dell'acqua, le grandi opere, l'H1N1, il terremoto dell'Aquila, le guerre in Iraq ed Afghanistan, il riscaldamento globale, la pubblicità dei detersivi e le stragi del sabato sera, tanto per elencarne qualcuno.

La prima reazione è l'incredulità, lo smarrimento: quale combinazione di stupidità, cupidigia e ignoranza può infatti giustificare queste scelte suicide?

Com'è possibile, per tornare al petrolio, che una piccola azienda petrolifera, possa tranquillamente pensare di venire a casa nostra e fare quel che vuole senza che - apparentemente - ci si possa opporre, senza che nessuno dica nulla e senza nessuno che prenda le nostre difese, anzi, favorita da Stato, Regione e Comuni.
Com'è possibile che da un giorno all'altro gli investimenti, i progetti personali, la salute stessa possano essere spazzati via da interessi "superiori"?

Basta poco però per capire che questo è l'effetto dell'ordine mondiale dei nostri tempi. Un ordine in cui il capitale è "liquido" cioè del tutto indipendente dalle strutture produttive e a maggior ragione dai lavoratori e dalle persone. Un capitale che persegue la sua unica logica che è il guadagno, un guadagno per pochi che è sostenuto dall'illusione di molti piccoli "investitori", che credono di poter partecipare al banchetto, e dalle sofferenze del resto dell'umanità sulla cui testa accade tutto ciò.

Un capitale che non ha scrupoli nell'agire e meno che mai una visione di lungo periodo.

Un capitale che - nel nostro esempio - cerca di sfruttare al massimo gli ultimi giacimenti di idrocarburi senza preoccuparsi della salute delle persone, pronto a spostarsi altrove non appena le risorse si esauriranno o in caso di incidente, senza altre preoccupazioni che quella del guadagno.

Lo stesso capitale che abbandona le fabbriche (e i lavoratori) non appena cambia il vento o che determina gli investimenti pubblici nel nostro paese.

Un capitale che è in grado di distruggere intere nazioni e che i nostri governi non cercano neppure di contrastare, riconoscendo la propria totale incapacità. Sono così deboli e inetti che non possono nemmeno vendersi e quindi - semplicemente - si inginocchiano implorando di essere scelti, favorendone la sosta con infrastrutture, benefici fiscali o offrendo la libertà di fare e disfare senza neppure contrattare, regalando la nostra salute e il nostro territorio in cambio di qualche osso che il padrone benevolo ogni tanto tira al cane. Una resa senza condizioni.

Un capitale che con le sue logiche distanti e con la sua pubblicità (palese o occulta) porta la precarietà nella vita di tutti i giorni. Una precarietà che penetra nei pensieri, nelle azioni quotidiane, che fa scomparire tutto ciò che è stabile: ideali e progetti di vita, legami personali, la libertà (chi vive nella paura e nell'incertezza scende a patti, non ha il coraggio di essere libero).

Una precarietà che ha fatto sparire il concetto stesso di futuro: se nulla è certo rimane solo l'hic et nunc (qui ed ora) e quindi le uniche gratificazioni che mantengono un loro senso sono solo quelle immediate.
Perde senso l'impegno, lo studio, non esiste più la vecchiaia e tanto meno la morte.
Se non esiste un futuro non esiste responsabilità, quel che si fa (o si lascia fare) non ha conseguenze o punizioni - non ha quindi senso ricordare a un politico - che è quasi sempre un ingranaggio di questo sistema - un possibile giudizio futuro sulle sue azioni: semplicemente non gli importa.

Neppure i figli ci ricordano più che il tempo passa, non li educhiamo più (l'educazione è per definizione un investimento sul futuro): cerchiamo solo di rendere il loro presente senza pensieri contribuendo a distruggerne la vita. Come per i politici, oggi non ha più senso prospettare ad uno studente la bocciatura: il loro orizzonte temporale arriva a malapena a sabato prossimo.

Una precarietà che ci ha corroso fin nelle più piccole azioni quotidiane, che ci fa buttare la spazzatura nel prato vicino a casa per non raggiungere il cassonetto (azione che - in piccolo - ha gli stessi effetti di una piattaforma di estrazione o di un inceneritore vicini alla spiaggia dove andiamo al mare con i figli).

Quando ci opponiamo al petrolio è a questo che ci opponiamo: ad un sistema che si basa sul profitto e sullo sfruttamento, che plasma le menti usando la paura, l'ignoranza, la confusione, che crea false necessità corredate di risposte altrettanto fatue, che promette la libertà di scegliere ma solo tra le opzioni permesse.

Un sistema che si autosostiene grazie alle sue stesse vittime che, fino a che tutto andava bene, erano perfino felici: coi vestiti firmati, la nuova tv con il calcio in HD, l'auto nuova e quella morale consumistica che si è diffusa a macchia d'olio negli ultimi cinquant'anni; unendo quelle che una volta erano le classi sociali, ma in un modo tale che il valore della somma è di gran lunga minore di quello dei singoli addendi. Oggi che invece le cose stanno cambiando, la rabbia viene nascosta o incanalata contro gli altri: tutti devono avere paura di tutti ed essere soli.

Questa società, una volta compresa, si mostra nella sua totale assurdità; la stessa assurdità dei progetti petroliferi.

Quando leggiamo i documenti siamo sbigottiti, non ci possiamo credere. Ci arrabbiamo e siamo spaventati, ci sentiamo soli, impotenti e in balia di forze "superiori". Vorremmo fare finta di niente.

E' la reazione prevista: chi comincia a capire è pericoloso per cui deve avere paura e sentirsi impotente; se la paura non basta si passerà ad un altro livello: alle minacce, alle ritorsioni, alle manganellate.

Ma con una capriola della mente possiamo saltare oltre la paura: una volta che siamo riusciti a capire quel che ci circonda, una volta raggiunta un'interpretazione del mondo, si ha una trasformazione. La consapevolezza ci dà finalmente sicurezza, allontana la precarietà, ci permette di tornare a vivere e ad agire.

Qualche mese fa vedevo lo sgomento negli occhi della persona con cui stavo parlando e non riuscivo a spiegarmi perchè io fossi invece contento e - sinceramente - questa mia leggerezza mi sembrava pure fuori luogo.

Ora ho capito: se non conosci il tuo mondo hai terrore di tutto, se invece impari a riconoscere i pericoli puoi finalmente organizzarti, riprendere il controllo, cominciare a costruire qualcosa per il futuro e - perchè no - anche esserne contento.

Forse ci vorranno generazioni ma prima o poi riusciremo a cambiare le cose (tra ottimismo e pessimismo il primo mi fa vivere meglio e quindi sono ottimista).

Intanto cerchiamo di capire il mondo che ci sta attorno: è il primo passo di una lunga strada.

Il petrolio è quindi solo uno dei problemi e nemmeno il più grande, ma è un'ottima palestra per rimettersi in forma.

sabato 13 febbraio 2010

Dimissioni

Per Carnevale stacco e me ne vado nel parco, lontano da tutto - spero.
Auguri a tutti.

venerdì 12 febbraio 2010

Delirio


Il termine delirio indica una varietà di stati mentali confusionali in cui l'attenzione, la percezione e la cognizione del soggetto appaiono significativamente ridotti. Il termine «delirio» deriva dal latino lira, "solco", per cui delirare significa etimologicamente "uscire dal solco", ovvero dalla dritta via della ragione.

Le forme croniche di delirio sono spesso basate sull'elaborazione, razionale e lucida, di un sistema di credenze errate; in questo caso si parla in particolare di disturbo delirante o paranoia.

Spesso mi trovo bloccato, non riesco a scrivere, mi sembra di essere immerso nella follia; ogni volta che apro un giornale online, un blog, la posta, trovo una nuova espressione di questo delirio.
Oggi, in ordine casuale: la protezione civile spa e l'impunità dei suoi amministratori; puttane e ancora puttane come lubrificante per gli affari che trasferiscono le mie tasse nelle tasche degli amici; gente che ride sui morti ancora caldi (e conferma i dubbi sulle mappe sismiche e sugli avvertimenti ignorati a favore di chi ha prima costruito e poi ricostruito); tabelle con la riduzione delle ore nella scuola superiore; centrali nucleari che entreranno in produzione nel 2020 spacciate come soluzione economica a tutti i nostri problemi; la regione Abruzzo che non si oppone né al petrolio né al nucleare: che non si oppone a nulla prona ai desideri superiori; la chiusura dei programmi di approfondimento politico sulla rai lasciando libera mediaset di fare il suo comodo; i comitati no-coke dell'alto Lazio che come noi combattono con le carte l'Enel e le sue centrali a carbone per scoprire che, semplicemente, vanno avanti lo stesso anche senza certificazione ambientale; una pubblicazione dell'ENEA (Ente Nazionale Energie Alternative) che dice che gli inceneritori non stanno nei parametri di emissione richiesti per legge, ma il vero problema è la popolazione che si lamenta; un TG3 che - in Abruzzo - fa parlare di bertolaso solo il vescovo dell'Aquila che l'assolve completamente, senza che il suo dio - così spietato con il padre di Eluana - colga l'occasione per manifestarsi; buchi in fondo al mare pagati milioni e previsioni scientifiche di nuovi terremoti che senza messa in sicurezza delle strutture saranno catastofici: un delirio.

Un delirio, ma non è il delirio delle persone normali: noi subiamo, siamo investiti, travolti, ma il delirio viene da fuori. Non siamo noi ad "elaborare un sistema di credenze" ci sembra di impazzire ma la follia è esterna.
Una follia che cerca di assorbirci, con un sistema avvolgente di messaggi che inducono convinzioni, atteggiamenti ed abitudini infondati e innaturali, che sfruttano l'irrazionalità, la disattenzione il disorientamento e la mancanza di lucidità che essi stessi provocano.

Una follia distruttiva; la follia narcisistica dei politici, insofferenti alle critiche, isolati dal mondo, bamboccioni viziati, drogati dall'impunità, in un delirio di onnipotenza; la bulimia del potere che si rispecchia nei suoi servi ciechi.

No, non sono io ad essere pazzo.

lunedì 8 febbraio 2010

Riflessioni sul Congresso IDV

Una riflessione a caldo, mentre aspetto in fila per poter uscire da questo cesso di hotel di lusso (?)

Ho spesso dei dubbi: sarà la cosa giusta? mi staranno ingannando? avrò capito bene? avrò pensato a tutto? altri la pensano diversamente, ci sono anche aspetti negativi, non è tutto oro quel che luccica e così via ...

Ci sono tantissime persone che si affidano alla provvidenza divina, o più semplicemente alla televisione, e non hanno dubbi. Le loro decisioni sono prodotto di stimoli esterni, la loro strada è sempre segnata, ma non è detto che il percorso li soddisfi (in un caso l'insoddisfazione viene sedata con la promessa di un paradiso, nell'altro con un sempre nuovo desiderio da realizzare).

Ma anche i troppi dubbi non portano alla soddisfazione perchè impediscono di agire. Nella migliore delle ipotesi si rimane fermi e non è una grande prospettiva. Normalmente si viene travolti dalla corrente e si finisce sbattuti dove vuole il caso.

Nella mia vita faccio delle scelte, che spesso mi hanno portato in situazioni diverse da quelle previste ma in cui sto bene e che a volte sono anche migliori di quanto sperato; così che spesso ho la sensazione di avere ottenuto quel che ho quasi per caso, solo per una combinazione fortunata di eventi. Può darsi che sia così o che io sia uno che si accontenta facilmente, ma mi piace pensare di aver contribuito al mio destino con quelle scelte, anche piccole e, a volte, inconsapevoli.

Credo che nella vita non si possa far altro che lasciarsi portare dalla corrente, usando quel po' di timone che abbiamo a disposizione per cercare di farle prendere la direzione voluta. Senza rimpianti perchè - è noto - che la corrente non torna indietro ed è sempre meglio guardare avanti sperando che la fine sia ancora lontana.

Tornando al Congresso, ci sono stati momenti esaltanti ma anche qualcuno che lo è stato molto meno. Non è proprio il caso di fare delle analisi; se ne potrebbe parlare a lungo ma non si andrebbe da nessuna parte.
La vera domanda è: ho preso questa direzione, è il caso di cambiarla subito o di proseguire?

Razionalmente trovo che le cose che non mi sono piaciute sono state evidenti, anche se non sempre esplicite, e che hanno le loro motivazioni; posso non essere d'accordo ma non vedo l'inganno o la malafede. Al tempo stesso vedo che questo movimento si è dato una forma ma resta aperto, ha degli obiettivi unici nazionali tra cui i temi ambientali, è laico, attrae forze giovani, combatte per il lavoro e l'istruzione pubblica ed altro.

Le buone ragioni sono quindi in maggioranza, ma le decisioni non sono mai solo razionali e si fondano anche su quel che dice quella parte profonda che non sa fare il calcolo esatto tra i pro e i contro, proprio quella parte della mente che spesso si fa ingannare ma che quasi sempre decide.

Quella parte di me è stata trasportata nella corrente delle passioni: da chi parlava dal palco, ma anche da chi stava in platea.
C'erano grandi energie e la sfida che è stata lanciata è proprio quella di incanalarle nella forma di un partito.
Proprio il contenuto che incontra il contenitore di cui avevo parlato.
Se tutto andrà come sperato sarà il contenuto a dare il significato al contenitore, prendendo il posto che è ora di Di Pietro.

Non credo che lo stesso Di Pietro sappia bene quel che sta facendo: penso che anche lui stia semplicemente cercando di indirizzare la nave con tutti i mezzi che ha a disposizione (a volte discutibili), sperando che il risultato sia quello voluto o addirittura migliore.

Penso quindi che nel futuro potrà accadere di tutto, ma che nel presente questo sia il flusso migliore nella corrente.

sabato 6 febbraio 2010

Congresso IDV e petrolio

Abbiamo 315000 malati di tumore
Basta alle tossine dell'ILVA
Basta agli inceneritori
No alle trivellazioni per il petrolio in adriatico
Limite alle centrali a biomasse
Coordinatore regionale IDV Puglia

De Luca al congresso IDV

E' incredibile, questo De Luca è straordinario. Un'altro Sud. Non è che deve passare sotto le forche caudine delle richieste di Di Pietro. E' uno che quanto chiesto lo sta già facendo. Non mi stupisce che cerchino di affondarlo.
Dopo aver spiegato i motivi dell'indagine parte come un treno.
Dovreste sentirlo: "Ci sono troppi cafoni arricchiti chiusi nelle stanze dell'amministrazione perdendo il contatto con la gente reale"...
"Quando si festeggia il columbus day dalla Campania un bastimento di amministratori parte per le vacanze"...
Primari che non distinguono un bisturi da un cavatappi ...
Tutti i consulenti a casa il primo giorno ...
Mentre l'emergenza rifiuti non è finita per niente noi abbiamo la differenziata al 75% il doppio di Milano ...
......
Io penso che la parola che da un uomo vale come la sua stessa vita ...

Applausi durante e una ovazione al termine, e anche in Campania l'IDV ha un candidato (e che candidato).

P.S. qui c'è l'intervento, anche se ne manca una parte:

Parte 1/2
Parte 2/2

Congresso IDV e petrolio

Durante il pranzo ho incontrato delle persone che vengono spesso in vacanza a Vasto.
Ho chiesto: tornereste a Vasto se vi ci mettessero una piattaforma petrolifera?
Mi hanno guardato come si guarda un cretino e mi hanno detto: No!
Come sempre: basta chiedere.

PS: nel contributo regionale dell'Abruzzo si parla anche della contrarietà al petrolio in Abruzzo

Congresso IDV

Sono a Roma, al congresso dell'IDV.
Da ieri si seguono interventi, tra gli altri De Magistris, Genchi, Sonia Alfano, Di Pietro.

Ieri sera, ho visto alla tv un dibattito(?) contro Di Pietro. Un allucinante attacco, a freddo, senza contraddittorio, merda spruzzata a partire dal nulla.
Le risposte a tutto, se anche ci fosse da rispondere, sono state date qui, poche parole perchè non è neppure il caso di rispondere. Se ci fossero giornalisti qui troverebbero le risposte, basterebbe chiedere. A casa mia qualcosa non va e non si vede quasi più la TV, potrei rimettere le cose a posto ma ho messo un lettore DVD e la lascio così, è una forma di disintossicazione per tutta la famiglia. Così non potevo credere che quel che vedevo fosse su rai2 e non su mediaset (su cui sarebbe comunque stata disgustosa).
Null'altro da dire su quel che riempie tv e giornali.

Il congresso ha come titolo: l'alternativa per una nuova Italia e semplicemente significa che l'IDV non vuole più fare opposizione, vuole governare.
Vuole governare alleandosi con le forze di sinistra e impegnandosi a tagliare le mani a chi - da amministratore - dovesse sporcare il partito.
Si è data un programma di 87 pagine vincolante in tutta Italia. Un programma in cui tra l'altro c'è (finalmente dico io) una posizione chiara contro il nucleare, per l'acqua pubblica, per le energie rinnovabili, per la scuola pubblica, per l'informazione, la libertà di internet.
Essere qui vuol dire sentire tutte queste voci, voci che non si sentono più, è come respirare aria pura.
Sulla TV e sui giornali si spara merda, qui si parla di sogni, battaglie, scelte, diritti, di laicità, di merito, di speranza, di rivoluzione.
Io sono sempre un poco scettico, ma qui è difficile se non impossibile non sentirsi coinvolti.

Di fronte a Bersani (che si è portato dietro La Torre - non scherzo) Vendola e tanti altri, Di Pietro ha affrontato il problema della candidatura in Campania: ed ha chiesto che fosse l'assemblea a decidere. Tutta l'assemblea, tutta l'Italia, non solo la Campania.
A decidere tra tre possibilità:
  • Andare da soli, fare un ottimo risultato perchè più che di mal di pancia gli elettori hanno una diarrea da politica ma poi nulla: "per fare dei figli si deve essere in due".
  • Accettare la candidatura e buttare giù il rospo.
  • Chiedere a De Luca a cui il coordinatore regionale campano - in un intervento accorato contro la Camorra - ha riconosciuto di avere operato bene, di accettare dei vincoli. Cioè promettere formalmente che se condannato si dimetterà e che farà piazza pulita del sottobosco delle nomine clientelari, oltre a rendere pubblici appalti e consulenze.
Ma per decidere si deve conoscere e quindi De Luca è stato invitato e sarà qui nel pomeriggio, così vedremo se ci convincerà.
Chissà se ne parleranno i giornali e la tv, gli stessi che non hanno parlato di quel blogger che sta parlando ora, che va ai processi scomodi, quelli che la stampa ignora, e a cui ieri hanno bruciato la macchina.

......... continua

martedì 2 febbraio 2010

Collegio docenti






Ma non si capisce più niente!
E' lo scopo di queste riunioni.