lunedì 25 aprile 2011

25 aprile


(Studente partigiano Bologna 22/10/1944. Ezio Giaccone)


Venite a vedere il sangue per le strade (Pablo Neruda)

Chiederete: ma dove sono i lillà?
E la metafisica coperta di papaveri?
E la pioggia che fitta colpiva
le sue parole, riempiendole
di buchi e uccelli?
Vi racconterò tutto quel che m’accade.

Vivevo in un quartiere
di Madrid, con campane,
orologi, alberi.

Da lì si vedeva
il volto secco della Castiglia,
come un oceano di cuoio.
La mia casa la chiamavano
“La casa dei fiori”, ché da ogni parte
conflagravan gerani: era
una bella casa,
con cani e scugnizzi.
Ti ricordi, Raúl?
Ti ricordi, Rafael?
Federico, ti ricordi,
ora che sei sottoterra,
Ti ricordi della mia casa balconata, dove
la luce di giugno ti soffocava la bocca di fiori?
Fratello, fratello!
Tutto
era gran voci, sale di mercanzie,
mucchi di pane palpitante,
mercati del mio rione di Argüelles, con la sua statua
come una seppia pallida tra i merluzzi:
l’olio era versato nel cucchiaio,
un profondo brusìo
di mani e piedi riempiva le strade,
metri, litri, acuta
essenza della vita,
pesci accatastati,
intreccio di tetti nel freddo sole, dove
la freccia s’affatica,
fino avorio delirante delle patate,
pomodori in fila, in fila fino al mare.

E una mattina tutto era in fiamme,
e una mattina i roghi
uscivan dalla terra,
divorando esseri,
e da allora fuoco,
da allora polvere da sparo,
da allora sangue.
Banditi con aerei e con mori,
banditi con anelli e duchesse,
banditi con neri frati benedicenti
arrivavan dal cielo a uccidere bambini,
e per le strade il sangue dei bambini
correva semplicemente, come sangue di bambini.

Sciacalli che lo sciacallo schiferebbe,
sassi che il cardo secco sputerebbe dopo morsi,
vipere che le vipere odierebbero!

Davanti a voi ho visto
sollevarsi il sangue della Spagna
per annegarvi in una sola onda
di orgoglio e di coltelli!

Generali
traditori:
guardate la mia casa morta,
guardata la Spagna spezzata:
però da ogni casa morta esce metallo ardente
invece di fiori,
da ogni foro della Spagna
la Spagna viene fuori,
da ogni bambino morto vien fuori un fucile con occhi,
da ogni crimine nascono proiettili
che un giorno troveranno il bersaglio
del vostro cuore.

Chiederete: perché la tua poesia
non ci parla del sogno, delle foglie,
dei grandi vulcani del paese dove sei nato?

Venite a vedere il sangue per le strade,
venite a vedere
il sangue per le strade,
venite a vedere il sangue
per le strade!

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