domenica 1 maggio 2011

Libia: "non è più vero niente"


Gheddafi è un dittatore sanguinario, Gheddafi è un terrorista, Gheddafi spara sul suo popolo, Gheddafi ha un esercito personale di mercenari, Gheddafi deve essere deposto per il bene del suo popolo, i ribelli sono le sue vittime ma - con un piccolo aiuto - porteranno il paese verso la democrazia.

Sembra tutto chiaro, un coro unanime da destra e da sinistra, tv e giornali, l'ONU e la NATO, la lega si oppone ma solo per la meschina paura di spendere troppo e di un aumento dell'immigrazione.

Che la Libia non sia un paese libero sembra certo: www.freedomhouse.org .

Ma tra le pieghe della rete ci sono voci che dicono che forse le cose non sono come sembrano.
Voci di giornalisti che sono andati in Libia (a Tripoli, non a Bengasi):
Ma questi sono solo complottisti, fanatici anti-occidentali, serpi nel nostro seno, pazzi, comunisti, visionari, sono tutte bugie facili da smentire.

Ma a loro si unisce il vescovo cattolico di Tripoli con parole durissime contro la Nato e l'Italia e ci racconta che a Tripoli - in assenza di telecamere - stiamo uccidendo donne e bambini (in italiano - in inglese).

E i dubbi aumentano, più leggo e più mi faccio domande.

Come mai non vediamo vere manifestazioni a favore dei ribelli ma solo gruppetti di persone con le mitragliatrici montate sui pick-up, che partono sgommando per andare non si sa dove? Eppure a Misurata e a Bengasi vivono più di un milione e mezzo di persone.

Come mai l'esercito mercenario libico non si unisce ai rivoltosi o diserta, ma invece - pian piano e sotto le bombe - avanza e riprende il controllo del territorio?

Prima di tutto non si tratta di mercenari ma di un vero esercito e di una milizia popolare basata sulla leva obbligatoria. La leva obbligatoria in Italia aveva lo scopo di opporsi al potenziale ritorno del fascismo. Un esercito di leva non si presta ai colpi di stato militari. A maggior ragione, quindi: come mai i Libici - istruiti all'uso delle armi - non si ribellano in massa se sono così scontenti?
Leggendo trovo anche che il mercenario con la maglietta dell'ENI di cui parlai in un mio post forse mercenario non era (cercare - Bengasi “liberata” - in questo articolo), ma solo un lavoratore straniero picchiato dai ribelli forse proprio perché straniero. D'altra parte è assai più probabile che a portare la maglietta dell'ENI sia un suo dipendente che non un "mercenario" che notoriamente ha un abbigliamento ben più professionale; che sia stato colpito anch'io da una falsa informazione?

Mi domando: noi ci siamo tenuti Berlusconi per tanti anni e ora rischia di cadere perché pian piano gli italiani si stanno accorgendo che sa solo promettere ma non governare. Cosa avrebbero pensato delle sue "stravaganze" se solo avesse appena fatto qualcosa di buono? Probabilmente se lo sarebbero tenuto stretto. E perché allora lamentarsi delle stravaganze di Gheddafi (e forse anche della mancanza di libertà) se la Libia ha il più alto Indice di Sviluppo Umano del continente? Cioè di quell'indice dell'ONU che valuta la qualità della vita considerando aspetti importanti che il PIL trascura. In questa classifica l'Italia è 23-esima e la Libia 53-esima (prima dell'Africa) su 169. In Libia c'è cibo, ci sono scuole, ospedali, università, strade, carburante, acqua potabile per tutti. Forse i libici - o almeno la maggior parte - sono d'accordo con Gheddafi.

Può non piacerci, ma se Mussolini non fosse entrato in guerra probabilmente sarebbe morto di vecchiaia come Franco, ed allora come mai ci siamo intromessi nelle vicende interne di uno Stato sovrano, cercando di ucciderne il capo che ne è anche il fondatore (anche se con un colpo di Stato organizzato però dai nostri servizi segreti in un albergo di Abano Terme) e che - apparentemente - gode del consenso della sua popolazione? Come mai l'occidente si è scatenato contro la Libia e nulla fa per lo Yemen e il Barhein dove si uccide chi si rivolta?

Gheddafi si è sempre opposto ad Al-Quaeda che ora invece sostiene i ribelli. L'occidente e Al-Quaeda combattono ora fianco a fianco. Perché? Chi sono davvero questi ribelli? Dove sono le prove degli attacchi e delle migliaia di morti civili da cui la risoluzione ONU?

Dove sono i rapporti indipendenti sugli effetti dei bombardamenti intelligenti? E' possibile che dalla prima guerra del golfo le armi abbiamo aumentato il loro quoziente di intelligenza o - forse - i militari hanno imparato a tenere lontani i giornalisti.

Non capisco, non trovo risposte chiare, ma una idea di cosa sta accadendo prende forma.

Forse il Gheddafi visto a Roma non era un pazzo eccentrico, ma voleva solo deriderci e ricordarci il passato da una posizione di forza; ed allora meglio accendere i riflettori sui vestiti, la tenda, i cavalli e le amazzoni.

Forse siamo di fronte a un'altra grande guerra per l'energia: per il gas e per gli ultimi giacimenti rimasti di petrolio della migliore qualità. A una guerra per annullare l'arma costituita dai miliardi di dollari di fondi sovrani libici, trasformandoli in bottino in grado di ridare ossigeno all'economia globale. Una guerra per punire il paese che impone alle compagnie petrolifere le royalties più alte del mondo (85% contro il 4% o meno dell'Italia). Una guerra a uno stato che se non è socialista sicuramente si oppone alla logica di mercato occidentale.

Il piano sembra semplice: spazzare via Gheddafi per sostituirlo con qualcosa di ancora peggiore per i libici ma presentato dietro il luccichio pubblicitario del consumismo spacciato per democrazia.

Forse Berlusconi (con l'idiota complicità del PD e del capo dello Stato - che si è nuovamente dimenticato della Costituzione) ci ha ficcati in una guerra che abbiamo perso in partenza.
Senza nemmeno capire cosa stava facendo, ha distrutto in un attimo una delle più importanti posizioni di politica estera ottenute dall'Italia nel dopoguerra. L'amicizia con la Libia - costruita in quarant'anni a partire da Enrico Mattei - è sempre stata indigesta ai nostri alleati, ma ci dava una fonte energetica fondamentale (senza neppure il cruccio morale di dover derubare le popolazioni - viste le royalties). Poiché l'energia - che ci piaccia o no - ci servirà ancora, perdere il legame preferenziale con la Libia ci costerà assai salato. Forse Berlusconi pensa che - tenendoci un paio di inverni al freddo - diventeremo più favorevoli al nucleare e a bruciare di tutto?

La guerra non potrà essere vinta sul campo dai "ribelli" e Gheddafi non se ne andrà perché il suo popolo lo sostiene (se così non fosse, sarebbe già caduto), forse solo la sua morte per mano di qualche bomba potrà destabilizzare il paese, ma neppure questo è certo perchè non è detto che i libici si lascino ingannare tanto facilmente e tanto docilmente. Il passo successivo sarà dunque l'intervento di terra in appoggio ai "ribelli" - ma come lo si potrà giustificare non tanto giuridicamente quanto per le prevedibili vittime? Forse un attentato terroristico farà il gioco dell'Occidente. Forse - per ora - ci si accontenterà di mettere le mani sulla Cirenaica e i suoi giacimenti in attesa di completare l'opera con un "Day after che si aprirà sulle rovine di un paese e sul cadavere del suo leader cannibalizzati sulla tavola della globalizzazione imperialista che vedrà beni comuni un tempo assicurati a sei milioni di cittadini e due milioni di immigrati, come carburanti, acqua, luce, istruzione, salute, casa, contadini e studenti esentasse, magari anche dignità nazionale e protagonismo sociale, trasformati in beni comuni di Total, Boeing, Shell, BP, Halliburton, Monsanto, Veolia-Suez (vedi Iraq)" (Fonte).

Forse, forse, forse .... solo una cosa è chiara: le cose non stanno così come ce le raccontano.


E adesso per la strada la gente come un fiume
il Terzo Reparto Celere controlla.
"Non c'è nessun motivo di essere nervosi"
mi dicono agitando i loro sfollagente,
e io dico "non può essere vero"
e loro dicono "non è più vero niente!".

(F. de Gregori Cercando un altro Egitto)



P.S. questo post nasce da molti giorni di letture e ricerche e ne offre la sintesi ad oggi; occorre quindi risalire alle fonti che ho elencato nei vari link per capire e approfondire.

3 commenti:

wanadobee ha detto...

mi sembra che mancano delle considerazioni importanti:

- dici che hanno acqua, strade e universita': un po' poco nel 2011 per un paese che siede sul petrolio, a due passi dall'Europa. L'autostrada la volevano costruire pure a spese nostre. La verita' e' che hanno poco o niente, e soprattutto manca la cosa principale: la liberta'.

- Se Gheddafi e' cosi' ben voluto, perche' non ha fatto elezioni vere in 40 anni ? L'unica ragione per imporre un regime e' la paura di essere cacciato.

- Di dittatori buoni, non mi risulta che ce ne siano stati nella storia

- Lo facciamo per il petorlio. Certo, ma non lo abbiamo iniziato noi occidentali il casino in nord africa. 4-5 nazioni colpite dalla rivoluzione insieme: nessun servizio segreto sano di mente pianificherebbe una cosa del genere. L'incertezza che aleggia e' troppo grande, il futuro di questi paesi e' tutto da vedere. E poi quando ci mettono lo zampino i servizi, c'e' sempre una figura forte pronta a subenntrare, si piazza il proprio uomo insomma. Qui di uomini forti non se ne vedono da nessuna parte in nord africa.

- La teoria della opinione pubblica manipolata. E vecchia ma sempre di moda. Ormai c'e' una caterva di gente che per ogni grande evento della storia sta li che aspetta. Aspetta un po di giorni, poi vede quello che scrive la stampa e poi costruisce la contro-teoria. Cosi' e' facile perche' per ogni teoria ne puoi fare una che la smonta, la teoria del complotto insomma, si puo' applicare sempre. La prossima volta, invece di aspettare e fare la contro teoria, ci raccontino subito loro come stanno i fatti, saranno piu' credibili.

Padano DOC ha detto...

Finalmente Lorenzo abbraccia le tesi della Lega!
Meglio tenerselo buono il Nostro piccolo dittatorello libico piuttosto che ricevere una marea di clandestini!
Bravo Lorenzo!

@enio ha detto...

dittatorello? ma questo ha governato e male per 30 anni spolpando il suo popolo fino all'osso! E' un pazzo, un pericolo per l'umanità di qualunque estrazione ideologica e politica sia.