venerdì 2 settembre 2011

Non c'è democrazia senza responsabilità

Gli ultimi giorni hanno visto il sindaco di Casalbordino non decidere sul Parco, venendo meno alle promesse elettorali.

Questa estate ho visto tante cose - da scriverci un libro - ma questo consiglio è stato proprio il massimo (per ora). C'era l'uomo giraffa che faceva l'equilibrista su un filo poggiato per terra, il prestigiatore che cercava di far scomparire la verità, i pagliacci che si davano le martellate da soli e tante belle scimmiette che alzavano la mano a comando. Come in tutti i circhi, però, c'era una brutta puzza.

Ne è stato parlato qui: Ma ci fanno o ci sono? e qui: Il Sindaco contro .

Non c'è nulla da commentare, i fatti parlano da soli. Forse pensavano che in questa calda fine estate nessuno fosse attento. Così non è stato.

Qui trovate la risposta di un professore di Diritto Costituzionale che semplicemente sbriciola la tesi della giunta di Casalbordino (che era stata debitamente avvertita e poteva ben evitare di fare quel che ha fatto):
"La conclusione da trarre sarebbe, in verità, un’altra: la delibera del Consiglio comunale di Casalbordino si configura come un atto solo informale; un atto, forse, politicamente opportuno in tempi di democrazia partecipativa, ma del tutto privo di significato giuridico."
Il professor Enzo di Salvatore ha poi affrontato l'altro Ponzio Pilato di quest'estate: il Sindaco di Torino di Sangro e il suo "referendum". Un altro articolo e un'altra decisione tanto strombazzata si sbriciola:
"si potrebbe anche insinuare il dubbio che il ricorso .... al voto dei suoi abitanti – serva a ben altro: a che arrivi presto il 30 settembre oppure a che la Regione – unica formalmente legittimata a pronunciarsi nel procedimento di istituzione del Parco – non debba esprimersi sul punto. E cioè: che non debba assumersi la responsabilità di una scelta politica, che dietro l’istituzione del Parco sempre si cela. Eppure anche un ragazzino sa che non può esserci democrazia (rappresentativa) senza responsabilità."
Due sindaci e la paura di decidere. Per non dover spiegare. Per non dover rendere conto. Pronti a dare la colpa agli altri. Pronti a nascondersi dietro le parole.

E mai che gli sia venuto in mente di fare la cosa migliore per i loro cittadini.



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