lunedì 8 febbraio 2010

Riflessioni sul Congresso IDV

Una riflessione a caldo, mentre aspetto in fila per poter uscire da questo cesso di hotel di lusso (?)

Ho spesso dei dubbi: sarà la cosa giusta? mi staranno ingannando? avrò capito bene? avrò pensato a tutto? altri la pensano diversamente, ci sono anche aspetti negativi, non è tutto oro quel che luccica e così via ...

Ci sono tantissime persone che si affidano alla provvidenza divina, o più semplicemente alla televisione, e non hanno dubbi. Le loro decisioni sono prodotto di stimoli esterni, la loro strada è sempre segnata, ma non è detto che il percorso li soddisfi (in un caso l'insoddisfazione viene sedata con la promessa di un paradiso, nell'altro con un sempre nuovo desiderio da realizzare).

Ma anche i troppi dubbi non portano alla soddisfazione perchè impediscono di agire. Nella migliore delle ipotesi si rimane fermi e non è una grande prospettiva. Normalmente si viene travolti dalla corrente e si finisce sbattuti dove vuole il caso.

Nella mia vita faccio delle scelte, che spesso mi hanno portato in situazioni diverse da quelle previste ma in cui sto bene e che a volte sono anche migliori di quanto sperato; così che spesso ho la sensazione di avere ottenuto quel che ho quasi per caso, solo per una combinazione fortunata di eventi. Può darsi che sia così o che io sia uno che si accontenta facilmente, ma mi piace pensare di aver contribuito al mio destino con quelle scelte, anche piccole e, a volte, inconsapevoli.

Credo che nella vita non si possa far altro che lasciarsi portare dalla corrente, usando quel po' di timone che abbiamo a disposizione per cercare di farle prendere la direzione voluta. Senza rimpianti perchè - è noto - che la corrente non torna indietro ed è sempre meglio guardare avanti sperando che la fine sia ancora lontana.

Tornando al Congresso, ci sono stati momenti esaltanti ma anche qualcuno che lo è stato molto meno. Non è proprio il caso di fare delle analisi; se ne potrebbe parlare a lungo ma non si andrebbe da nessuna parte.
La vera domanda è: ho preso questa direzione, è il caso di cambiarla subito o di proseguire?

Razionalmente trovo che le cose che non mi sono piaciute sono state evidenti, anche se non sempre esplicite, e che hanno le loro motivazioni; posso non essere d'accordo ma non vedo l'inganno o la malafede. Al tempo stesso vedo che questo movimento si è dato una forma ma resta aperto, ha degli obiettivi unici nazionali tra cui i temi ambientali, è laico, attrae forze giovani, combatte per il lavoro e l'istruzione pubblica ed altro.

Le buone ragioni sono quindi in maggioranza, ma le decisioni non sono mai solo razionali e si fondano anche su quel che dice quella parte profonda che non sa fare il calcolo esatto tra i pro e i contro, proprio quella parte della mente che spesso si fa ingannare ma che quasi sempre decide.

Quella parte di me è stata trasportata nella corrente delle passioni: da chi parlava dal palco, ma anche da chi stava in platea.
C'erano grandi energie e la sfida che è stata lanciata è proprio quella di incanalarle nella forma di un partito.
Proprio il contenuto che incontra il contenitore di cui avevo parlato.
Se tutto andrà come sperato sarà il contenuto a dare il significato al contenitore, prendendo il posto che è ora di Di Pietro.

Non credo che lo stesso Di Pietro sappia bene quel che sta facendo: penso che anche lui stia semplicemente cercando di indirizzare la nave con tutti i mezzi che ha a disposizione (a volte discutibili), sperando che il risultato sia quello voluto o addirittura migliore.

Penso quindi che nel futuro potrà accadere di tutto, ma che nel presente questo sia il flusso migliore nella corrente.

2 commenti:

luciano61 ha detto...

Tu quoque Tonino...

"Il giorno dopo l'appoggio a De Luca come Governatore della Campania da parte di Antonio Di Pietro mi sono svegliato con la testa pesante, con un senso di nausea. Non ne ho capito subito il motivo. Poi ho messo a fuoco i miei pensieri e ho rivisto migliaia di persone che applaudivano convinte, con una standing ovation, una persona che incarna l'esatto contrario di Antonio Di Pietro. Marco Travaglio ne descrive per filo e per segno nel Fatto Quotidiano di oggi (leggi) le vicende giudiziarie strettamente intrecciate con il Pdmenoelle emilianoromagnolo di Bersani. Non le ripeterò a mia volta. Non basterebbe il post per elencarle. Per De Luca non è necessario aspettare la sentenza, parla la sua faccia, la sua arroganza, la sua ignoranza come potete ammirare nel video che mi ha dedicato quando criticai l'inceneritore di Acerra.
Per un partito che ha fatto delle mani pulite la sua bandiera, uno come De Luca rappresenta un suicidio politico. Infatti, chi ha le mani sporche potrà dire che Di Pietro è uguale agli altri. Ghedini, Belpietro e Feltri pagheranno di tasca loro per poterlo affrontare in una trasmissione televisiva. Ci sarà la fila. Resta però il fatto che Antonio Di Pietro non è uguale agli altri. E allora, perché dilapidare un patrimonio di consensi per un signore con due processi pesantissimi in corso? Era meglio Bassolino che di processo ne ha uno solo ed è anche più simpatico di De Luca.
Io sono grato a Di Pietro per il sostegno che ha sempre dato alle iniziative del blog, come i Vday o la manifestazione dei familiari antimafia. L'unico tra i segretari di partito a esprimere pubblicamente la sua solidarietà nei miei confronti. La Rete sta giudicando in modo severo, quasi da amante tradita, l'operato di Di Pietro. Io non lo farò, avrà le sue ragioni che non sono le mie. Però Bersani e La Torre in prima fila al Congresso dell'Italia dei Valori (insieme al convitato di pietra Massimo D'Alema) rappresentano un'idea della politica che non mi appartiene, quella dei compromessi, del meno peggio, della mancanza di alternative in nome di una governabilità che ci ha regalato decenni di Andreotti, Craxi e Berlusconi. Mi dispiace, non mi interessa.
Il MoVimento 5 Stelle vuole cambiare le regole del gioco. In Campania candida Roberto Fico, un cittadino preparato e incensurato di 35 anni. I cittadini devono rappresentare sé stessi in prima persona e gli eletti rispondere ogni giorno delle loro azioni attraverso la Rete. Ognuno conta uno. Il Programma è il punto di rifermento. Idee e non ideologie. La politica come servizio (temporaneo) e non come professione. I fini che giustificano i mezzi sono un'emerita cazzata. Il mezzo e il fine sono la stessa cosa. Se il primo è merda, lo diventa anche il secondo. Tonino, torna indietro".
(dal blog di Beppe Grillo)

Lorenzo ha detto...

Questo e molto altro sta sul Fatto Quotidiano di oggi.
Se Di Pietro avesse detto "andiamo da soli" sono sicuro che avrei applaudito lo stesso, convinto.
E' una decisione con i suoi pro e i suoi contro per me quasi equivalenti.
Tra un po' di tempo sapremo chi ha ragione, se dovesse rivelarsi una linea perdente c'è già pronta una alternativa a Di Pietro interna all'IDV.
Prima si parlava di padre padrone, oggi molti ne contestano apertamente le decisioni, anche questo è un passo avanti.