domenica 25 aprile 2010

25 Aprile

Cari compagni, ora tocca a noi.

Andiamo a raggiungere gli altri tre gloriosi compagni caduti per la salvezza e la gloria d'Italia.

Voi sapete il compito che vi tocca. Io muoio, ma l'idea vivrà nel futuro, luminosa, grande e bella.

Siamo alla fine di tutti i mali. Questi giorni sono come gli ultimi giorni di vita di un grosso mostro che vuol fare più vittime possibile.

Se vivrete, tocca a voi rifare questa povera Italia che è così bella, che ha un sole così caldo, le mamme così buone e le ragazze così care.

La mia giovinezza è spezzata ma sono sicuro che servirà da esempio.

Sui nostri corpi si farà il grande faro della Libertà.

Giordano Cavestro (Mirko)

Parma, 4-5-1944 (prima della fucilazione)

Dal 1944 ad oggi sono passati 66 anni, Mirko oggi ne avrebbe 85 - tre meno di Vianello - ma la sua storia non merita la stessa attenzione. Ed è solo una delle tante, quasi cancellata da chi quel giorno ha premuto il grilletto e senza rimorsi ha continuato a farlo in tutti gli anni seguenti, mescolati a quelli che non avendo mai avuto dignità si sono sempre inchinati e voltati dall'altra parte.

Per ricostruire il filo che ci lega a quegli anni:
Dal plotone di esecuzione al Parlamento
Wikipedia
Altre lettere di condannati a morte


Oggi molti aspirano a un posto nei vari plotoni di esecuzione, la storia sembra ripetersi.
Ma io vedo una una differenza importante: dopo 60 anni gli italiani non sono più un docile gregge laborioso, sono una muta incattivita e incapace pronta ad azzannare il padrone.
Questa volta si spareranno tra loro - padroni e sudditi - per l'ultima pagnotta.

Resistere oggi - secondo me - significa soprattutto organizzarsi per andare preparati oltre il disastro prossimo venturo (vecchio post).

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