domenica 31 gennaio 2010

Ombrina Mare


I giorni passati sono stati impegnati dalla stesura delle osservazioni sullo Studio di Impatto Ambientale (SIA) relativo a Ombrina Mare.

Questi SIA vengono pubblicati alla chetichella, arrivano sulle scrivanie dei Comuni e spesso rimangono lì. Passa il tempo senza che nessuno faccia nulla e poi il funzionario del Ministero mette un timbro, pronto a giustificarsi dicendo: nessuno ha fatto osservazioni, significa che va bene a tutti.

Un meccanismo oliato che si può inceppare - speriamo - se qualcuno va a leggere le carte e dice - nero su bianco - che questi SIA sono solo carta straccia.

Scrivere delle osservazioni è facile, basta il buon senso. Le mie sono qui: osservazioni_Luciano. In questa cartella ce ne sono almeno altre cinquanta (per ora) e c'è anche lo SIA.

Leggere lo SIA e le osservazioni fa capire bene i rischi che corriamo: potrebbe sembrare noioso, ma provate a leggere la mia: non crederete a quel che ho scritto. Non crederete a cosa vogliono metterci davanti casa e neppure a come cercano di tranquillizzarci.

Gli Studi di Impatto Ambientale sono i documenti in cui è descritto il rapporto tra il moderno capitalismo, le popolazioni e l'ambiente.
Tutto quel che importa è il profitto da distribuire agli azionisti che si suppone vivano bene - molto bene - in qualche lontana parte del mondo.
Per le popolazioni e l'ambiente c'è solo disprezzo: descrivono impianti pericolosi e inquinanti e con faccia tosta dicono che va tutto bene. Sui problemi più grossi semplicemente tacciono o dicono: fidatevi di noi. Interpretano i dati in maniera distorta. Mentono. Non hanno scrupoli. Si sentono padroni e non cercano nemmeno di nasconderlo.

Una cosa mi fa ben sperare: il numero di osservazioni. Sono davvero tante, forse abbiamo raggiunto la massa critica e forse riusciremo davvero a liberarci da quest'incubo.

Ora non ci resta che aspettare: se questi progetti venissero approvati, anche ora che sono stati smascherati dalle nostre osservazioni, sarebbe semplicemente la prova della putrefazione delle nostre istituzioni.

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