domenica 31 gennaio 2010

Senza scrupoli

Tempo fa scrissi un post sul giacimento di gas sotto la diga di Bomba, e stasera ho avuto una bella sorpresa: un comitato di giovani di Bomba ha studiato il problema e l'ha presentato ai concittadini.
Hanno fatto tutto da soli, senza l'aiuto delle reti che si battono contro il petrolio.
Una sala piena e attenta, una presentazione anche troppo formale.
Si capiva che sono appena arrivati e ancora non credono a quello che hanno scoperto.
Gli abitanti di Bomba sono solo un migliaio, ma credo che per la Forest sarà dura, molto dura.
C'è stata solo una sola voce favorevole: di uno che lavora negli impianti petroliferi ma che ha dovuto concludere che in Val D'Agri la puzza "dipende dal vento".

La Forest Oil, come la Medoilgas, non ha scrupoli per le popolazioni e per l'ambiente e non si ferma davanti a nulla.

E' stato infatti presentato un documento dell' Agip del 6/10/92 in cui si descrive la situazione geomorfologica nell'area di Bomba:
"Presenza di vaste aree franose e di importanti dislocazioni tettoniche in concomitanza con la presenza di un lago artificiale per la produzione di energia elettrica"

"La presenza del lago ha inoltre mascherato alcuni corpi di frana già presenti sui fianchi del fondovalle (la spalla destra della diga è appoggiata a un corpo di frana di notevoli proporzioni)"

Il tutto "in un'area interessata da attività sismica"

"La situazione descritta induce forti perplessità di ordine pratico relativamente alle operazioni necessarie per la messa in produzione del campo di Bomba"

Tra i problemi: "i non trascurabili rischi di carattere sociale ed ambientale legati a tale attività"

"A fronte di quanto sopra sembra quindi allo scrivente che ancora oggi non esistano, le condizioni generali per la messa in coltivazione del giacimento di bomba e che necessita invece attendere l'acquisizione di nuovi dati e/o il verificarsi di mutamenti delle condizioni, quale per esempio la decisione della ACEA (l'azienda energetica proprietaria della diga) di svuotare l'invaso."

L'AGIP, titolare della concessione di coltivazione (N.B. "di coltivazione"), in data 5/11/1992 avrebbe poi presentato una richiesta di "Rinvio dei lavori di sviluppo e coltivazione" dove elenca una lunga serie di studi oltre a quanto riportato sopra e conclude che:
"Allo stato delle conoscenze non si è in grado di affrontare serenamente la messa in produzione dello stabilimento".
Trascorsi i tre anni del rinvio, la concessione è scaduta e di gas non se ne è più parlato fino all'arrivo della Forest CMI, una SPA controllata dalla Forest Oil. Come dire: se per caso dovesse crollare la diga o si dovesse avere un nuovo Vajont che spazzasse via la val di Sangro ne risponderebbe solo la Forest CMI con il suo capitale sociale.

Se non bastasse questo, il comitato di Bomba ha anche presentato il progetto della Forest che, diversamente dalle rassicurazioni date alla popolazione, è una vera raffineria con torri di lavorazione e inceneritore (anche qui chiamato "termodistruttore"), di 22 ettari e sottoposta alla direttiva Seveso per impianti a rischio di incidenti rilevanti.

Il tutto ovviamente in un'area a forte vocazione turistica e agricola, ben visibile dalle vie di comunicazione di giorno e di notte e per una produzione annua corrispondente a poche ore del consumo nazionale.

Per finire, nel mio post supponevo che ci fossero stati studi e richieste sulla sicurezza da parte dell'azienda che gestisce la diga, stasera ne ho avuto la conferma e nei documenti si vede che lo stesso accadde già con l'AGIP.

2 commenti:

giosuè ha detto...

bravo lorenzo!

Lorenzo ha detto...

@confucio
non cancello immediatamente i tuoi commenti come non cancello quelli in giapponese con link porno, perchè ho parecchie cose da fare e non ho tempo di curarmi di chi spreca il suo per rompere i coglioni agli altri