lunedì 29 giugno 2009

Facciamo un bel buco sotto alla diga!


Il Parco Archeologico e naturalistico di Monte Pallano, istituto nel 2000 dalla Soprintendenza per i beni Archeologici dell’Abruzzo, è un esempio di come si possa valorizzare il patrimonio naturale ed archeologico facendo educazione ambientale.

Ieri ci sono andato perchè le mie figlie più grandi hanno trascorso lì una settimana in un "Campo solare" e parlando con le educatrici mi sono reso conto che nessuno si aspetta che un luogo del genere possa essere toccato dalle lobby dell'energia, ma io ricordavo bene le cartine della Medoilgas e così ho promesso di cercare altre informazioni per fare il punto della situazione.

In questo caso la ditta interessata è l'americana Forest Oil.

La storia dei pozzi la si può facilmente ricavare dai documenti presenti sul suo sito:

Rapporto 2005 pag.8
  • Progetto per la perforazione di un primo pozzo di test poco profondo nella zona di monte Pallano
Rapporto 2006 pag.9
  • Preparazione alla perforazione del pozzo MontePallano-1 nel campo di Bomba (Bomba Field)
Rapporto 2007 pag.9
  • Perforati due pozzi che mostrano una produzione prevista di 22 MMcfe/d.
Comunicato stampa del 15 ottobre 2007
  • La Forest Oil annuncia il successo delle esplorazioni in Italia: il secondo pozzo di prova unito al primo mostra una produzione complessiva prevista di 22 MMcfe/d (milioni di piedi cubici al giorno - corrispondenti a 623000 metri cubi al giorno ed equivalenti a 3667 Barili di petrolio al giorno (BOE) ovvero a 1,34 milioni di BOE all'anno - Qui c'è il convertitore di unità di misura ).
    La produzione è comunque limitata dalle attrezzature di test. La Forest Oil è al lavoro per ottenere i permessi per i gasdotti e gli impianti per portare entrambi i pozzi in produzione. Tali permessi sono attesi per la prima metà del 2009. L'area netta interessata alle perforazioni è di circa 8000 acri (32,4 Km quadrati).
Rapporto 2008 pag.9
  • Preparata una richiesta formale di coltivazione per cominciare la produzione dalla proprietà della Forest a Monte pallano (testuale: "from Forest’s Monte Pallano property")
Presentazione per gli analisti 2008 pag 157 e 158
  • Permessi e sviluppo impianti: 2008
    Prima commercializzazione: tardo 2009

In quest'ultimo documento sono anche presenti le piantine con l'ubicazione dei primi due pozzi da cui si nota che, più che di Monte Pallano, si deve parlare di Bomba con il suo lago. I pozzi infatti distano meno di un km dalla diga e circa due dalla cima del monte.

(fare clic sull'immagine per ingrandirla)

E' indicata anche la disposizione degli impianti di trattamento del gas e il percorso del gasdotto di 7,5 Km che li deve collegare alla rete nazionale.

(fare clic sull'immagine per ingrandirla)

Per comprendere le cartine si osservi che l'area grigia in basso a destra è la diga del lago di Bomba.

Per altre informazioni basta andare sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico per trovare la corrispondente storia delle concessioni di Monte Pallano e la relativa piantina (la concessione qui misura 35,72 kmq).

Qui si trova invece la richiesta di coltivazione per la stessa area che però ha cambiato nome e ora si chiama Colle Santo.

Questa è la storia, tutto sommato però "Le operazioni di ricerca sembrano non scuotere la tranquillità della valle. A Bomba guardano più ai vantaggi piuttosto che a un eventuale impatto ambientale. In consiglio comunale, la giunta di centronistra, ha già prospettato ad esempio sconti e agevolazioni sulle forniture" (fonte) .

Veramente sconfortante!

Sarebbe forse il caso che gli amministratori locali e soprattutto i loro amministrati smettessero di credere che questi pozzi siano semplicemente dei fori nella terra da cui esce il gas che viene messo in un tubo e poi miracolosamente si ritrova ad alimentare fornelli nelle case degli abruzzesi. Dovrebbero dimenticare il paese dei balocchi e informarsi sui problemi e sui costi da pagare.

Ad esempio sulle inevitabili e continue perdite di gas, oppure sugli incidenti ai gasdotti ed ai pozzi, o anche sugli effetti delle estrazioni sulle falde freatiche (in una zona in cui proprio l'abbondanza d'acqua ha garantito la presenza dell'uomo fin dal paleolitico).

E poi il gas deve essere trattato, anche per il gas ci vuole la desolforazione, sono quindi necessari impianti chimici e quindi rumore, fiamme e prodotti di scarto, gas velenosi, puzza, e polveri tossiche; l'acqua usata per i trattamenti, ad esempio, dove verrà buttata? Finirà negli ortaggi della Val di Sangro e poi nei pesci e nei molluschi dell'Adriatico?

Se invece sono i soldi ad interessare più della salute ci si dovrebbe chiedere: può il turismo sopravvivere assieme a questi impianti?

Quante domande dovrebbero farsi gli amministratori e gli amministrati prima di accettare passivamente le offerte avvelenate!

Se non bastassero queste domande ce ne è ancora un'altra che dà il titolo al post: tutti dovrebbero sapere che se si toglie qualcosa da sotto, quel che sta sopra scende. Ebbene, cercando in rete si trova nel curriculum di una società di geologia il seguente incarico:

Anno: 2009
Committente: CESI Ricerche SpA
Oggetto: Valutazione della documentazione relativa al progetto di messa in produzione del campo a gas Monte Pallano (ex Bomba) sottostante alla diga e all’invaso artificiale Bomba.

Poichè il CESI è un organismo delle aziende elettriche italiane e poichè a Bomba c'è una centrale idroelettrica, immagino che qualcuno, proprio adesso, si stia preoccupando del fatto che si voglia fare il vuoto sotto un lago artificiale e la relativa diga in terra battuta.

Inutile dire che un cedimento di tale diga spazzerebbe via l'intera economia della Val di Sangro oltre a innumerevoli vite.

Chissà chi è al corrente dei risultati di tale relazione e se qualcuno dei sindaci dei paesi della valle del Sangro: Bomba, Roccascalegna, Archi, Altino, Atessa, Lanciano, Paglieta, Perano, Fossacesia, Torino di Sangro ne sia mai stato informato.

A me interesserebbe proprio sapere cosa dicono i geologi, sia perchè non mi sembra davvero una bella idea sia perchè, anche se non ci vivo, ci passo molto spesso e se non mi ricordo male è proprio la zona del viadotto mai finito per un cedimento del terreno e della galleria chiusa perchè lesionata.


Ecco, questo è tutto quel che ho trovato su questo argomento e, sperando possa aiutare, lo offro a chi ora si dovrebbe dare da fare sul posto prima che sia veramente troppo tardi.

3 commenti:

supertramp ha detto...

bravo Lorenzo! la cartina però e de la mediterranean oil and gas plc e no della petroceltic.
ciao!

Lorenzo ha detto...

@ supertramp

grazie da lorenzo

mario franco basilico ha detto...

Credevo che gli esseri umani fossero più intelligenti.
Dare un giudizio positivo, si sbaglia sempre.