giovedì 16 luglio 2009

Aspettando che l'asino muoia

La lotta contro il petrolio è una lotta assolutamente impari. Abbiamo di fronte gente senza scrupoli. Gente potentissima soprattutto perchè gli italiani le permettono di tutto e che quindi progetta sempre nuovi metodi per sfruttarli.

Eppure non è difficile vedere chiaramente chi tiene le nostre vite al guinzaglio, per dimostrarlo oggi, invece che di salute e di ambiente, parlerò solo di soldi.

CIP6
Il CIP6 è di un contributo pari a circa il 6% (più tasse) che paghiamo con la bolletta elettrica destinato alle energie rinnovabili ma che per il 59% va a finanziare inceneritori di rifiuti, centrali che bruciano gli scarti delle raffinerie, centrali a carbone ecc. (dati 2007 fonte autorità per l'energia febbraio 2009 pag.6). Percentuali e costi destinati a crescere (stessa fonte pag.7):
"Nel complesso gli oneri del provvedimento CIP 6/92 negli anni a venire, intesi come costi netti a carico dei clienti del settore elettrico, considerando solo gli impianti attualmente oggetto dell’incentivazione (destinata ad esaurirsi progressivamente nei prossimi 12 anni) sono stimabili pari a circa 16 miliardi di euro. Tuttavia gli oneri potrebbero essere più elevati per effetto della possibile entrata in esercizio degli impianti alimentati da rifiuti (da realizzarsi nell’ambito, appunto, dell’emergenza rifiuti), ammessi a godere (da leggi anche molto recenti) dell’incentivazione del CIP 6/92." (inceneritori che si andranno ad unire a quelli già finanziati).
"A titolo di riferimento, 100 MW di potenza da rifiuti incentivata con il CIP 6/92 comportano un onere netto aggiuntivo sui consumatori pari a oltre 100 milioni di Euro/anno". (100 MW è la potenza dell'inceneritore di Acerra).
Questo è semplicemente il motivo per cui in Italia non si limita la produzione di rifiuti, non si fa la raccolta differenziata, si crea il caso Campania e si costruiscono gli inceneritori.

Senza contare il passato, ci sono almeno altri 10 miliardi di euro che passeranno dalle tasche dei consumatori alle lobby dell'energia nei prossimi anni per avere in cambio la rovina dell'ambiente e della salute.
Tra l'altro sono costi che pesano di più sui meno abbienti (stessa fonte pag.14).

I cittadini di un paese civile spazzerebbero via questa cosa e chi l'ha voluta (cioè sia questa destra che questa sinistra) in un battibaleno. Noi no, ed allora ecco altri soldi sottratti alle nostre tasche:

L'ENI e la rete di distribuzione Gas
L'autorità per l'energia ha chiesto la separazione delle attività di trasporto gas dall'ENI giustificando così la richiesta (fonte ed articolo di approfondimento):
"il confronto con paesi dove la liberalizzazione è più avanzata mette in evidenza che i prezzi italiani, al netto delle imposte, si sono attestati su livelli più alti, anche con scostamenti di oltre il 20%".
Oltretutto: "L’Autorità ha garantito, fin dal 2005, extra remunerazioni (per periodi fino a 15-16 anni) a tutti gli investimenti mirati ad un incremento dell’offerta di gas e alla diversificazione delle sue fonti di approvvigionamento. Per i nuovi investimenti in trasporto, stoccaggio e rigassificazione, è infatti assicurata una remunerazione media di oltre il 10%" ma nonostante questi incentivi ci sono "ritardi accumulati nello sviluppo infrastrutturale e generose politiche di distribuzione dividendi (ordinari o straordinari) talvolta finanziate anche con un aumento dell’indebitamento"
"I ritardi e le insufficienze sono razionalmente spiegabili solo sulla base di comprensibili interessi dell’operatore dominante a limitare l’accesso di nuovi operatori sul mercato interno: un interesse che può prevalere, economicamente, su ogni ragionevole ritorno tariffario per strutture e servizi naturalmente monopolistici ed il cui potenziamento faciliti anche i concorrenti".
"Più in generale giova ricordare che i pur legittimi interessi degli azionisti non sono esattamente quelli dei consumatori"
Di fronte a questa precisa denuncia Scajola ha risposto che:
"l'Autorità per l'energia non deve "esulare" dalle proprie competenze e prerogative perché, altrimenti, il rischio è quello di creare difficoltà alle grandi imprese nazionali" ed ha poi detto in poche parole che le cose stanno bene così e che l'ENI non si deve toccare.
6% sull'elettricità e 20% sul gas ma non è finita, ecco il futuro che avanza e sarà ovviamente peggiore, ritorna il nucleare, chi lo pagherà?

Il nucleare
La legge che reintroduce le centrali atomiche in Italia è stata appena varata e l'Enel si prepara ad entrare in fase operativa per la loro costruzione, a cominciare dagli ingenti finanziamenti (una cifra vicina ai 20 miliardi di euro) necessari per la realizzazione dei quattro impianti previsti. Non chiederemo allo Stato né incentivi, né sussidi, ha dichiarato l'amministratore delegato Fulvio Conti - che sedeva accanto al ministro dell'Industria, Claudio Scajola, all'inaugurazione di una centrale in Slovacchia - ma ci affideremo al mercato. Per poter, però, rassicurare agli investitori che anticiperanno i capitali necessari occorre "una soglia minima garantita" nelle tariffe di vendita.
Nell' ottica di Conti, si tratta di un' assicurazione contro una eventualità remota, perché l'Enel è convinta che l' elettricità nucleare sia più economica delle concorrenti. Ma questo richiede una buona dose di ottimismo, perché i costi di costruzione delle centrali nucleari sono massicci e crescenti (e le stime sui costi sono assolutamente fantasiose).
Di fatto, se i costi di altre tecnologie, come il solare o l'eolico, dovessero scendere, il consumatore italiano si troverebbe a pagare per i prossimi decenni (i tempi di ammortamento dei finanziamenti per il nucleare) una bolletta più alta per sostenere i costi delle centrali Enel.

(fonte ed articolo di approfondimento)

Ripeto: se, come facilmente prevedibile, le centrali nucleari si riveleranno antieconomiche (oltre a tutti gli altri problemi) le pagheremo comunque noi perchè gli investitori (?) non hanno alcuna intenzione di rischiare i propri soldi. E anche in questo caso i costi peseranno di più sui meno abbienti.

Fino ad oggi io dicevo che le centrali nucleari non sarebbero mai veramente partite, che si sarebbe speso un fiume di denaro in progetti per poi bloccare tutto con un tardivo riconoscimento della loro non economicità. Ma questi sono dei geni (e noi degli stronzi), la soluzione è semplicissima: basta far pagare le spese pian piano a tutti noi, ai nostri figli e ai nostri nipoti ed il gioco è fatto.
Sono quindi sicuro che, nascosta in qualche megaprovvedimento, presto troveremo anche questa fregatura.

Fino a quando l'asino sopporterà prima di reagire o cadere sfiancato?



Nessun commento: