martedì 21 luglio 2009

Metano e petrolio

Ricevo da Matteo:
Caro ingegnere,
mi dispiace ma sul tuo blog ci sono delle grosse inesattezze:

il pozzo che hai fotografato fa parte di un gruppo appartenente sì al campo denominato SANTO STEFANO MARE ma è di proprietà Edison (prima era della ELF), dal quale si estrae gas naturale (metano) da quasi 30 anni! (hai letto bene) lo stesso gas che arriva a casa tua (e nostra).
Ora la produzione non è consistente come una volta, ma comunque c'è. E non mi sembra sia mai successo nulla di rilievo per l'ambiente.
In merito ai turisti che scappano, dimmi dove li hai visti? sarebbero dovuti scappare già trent'anni fa... pensa che lì dove ci sono i pozzi ci vanno a "fare" anche le cozze.
Non facciamo inutili allarmismi.
Per quanto riguarda la Medoilgas e il campo Ombrina Mare, la faccenda è ben diversa; lì si tratta di un olio denso con probabile presenza di H2S e che quindi andrebbe desolforato in loco. Giustamente qualche perplessità ce l'abbiamo tutti.

Saluti, Matteo
Caro Matteo, come ti ho detto anche l'ultima volta che ti ho visto, in questo campo io sto imparando e tutte le informazioni sono ben accette perchè non mi piace sbagliare.

Ad esempio ho imparato da te che i depositi dietro a Vasto già esistono e sono i vecchi pozzi esauriti, e ho poi capito che il fiorire di turbogas in questa zona è legato proprio alla loro presenza.

Sempre da te ho saputo dell'esistenza della centrale di Santo Stefano che ho finalmente individuato, deve essere davvero innocua se solo una rete la separa da un gruppo di bungalow in legno! Conto però di andare a metterci il "naso" uno di questi giorni per vederla un pò più da vicino.

Nemmeno io credo che potremo fare a meno del gas in tempi brevi. Sto comunque cercando di capire le strategie economiche internazionali che stanno dietro il suo approvvigionamento (gasdotti internazionali, rigassificatori, ecc.). Sono però sicuro che, come per il petrolio, continuare a perforare serva solo ad aumentare i profitti di chi ci vende idrocarburi e a riscaldare il pianeta mentre invece dovremmo iniziare a domandarci il prima possibile come si possa uscire da questo vicolo cieco.

Tra l'altro il prezzo del petrolio e del gas non diminuisce per il fatto che lo si produca di fronte a casa perchè rimane quello determinato dal mercato e dalla speculazione internazionale. In poche parole il gas e il petrolio estratti in Abruzzo ci costeranno come il gas russo o il petrolio nigeriano. Certo i costi per chi lo estrae saranno minori, ma a variare sarà solo il loro guadagno.

Per quanto riguarda il pozzo fotografato non avevo scelta essendo il più vicino alla costa.

Sinceramente, però, non mi ricordo di averlo visto quando sono arrivato a Casalbordino, forse non era così appariscente; mi ricordo invece un'estate in cui ho cominciato a notare del movimento accompagnato da segnali sonori, ma allora speravo che se ne andassero così come erano venute, invece adesso sono diventate 5 schierate davanti alla spiaggia (più altre visibili con cielo limpido a nord e a sud) e questa non è una grande pubblicità per il turismo. Io per primo ora non investirei in una casa al mare a Casalbordino. Sicuramente il turismo della domenica sopravviverà, ma come immaginare dei nuovi investimenti in questa situazione (e non voglio parlare dell'inceneritore che anche oggi fumava da sopra la collina).

Turisti insoddisfatti per questo motivo io li ho comunque incontrati, per quanto valore statistico possa avere questo dato.

Per i pozzi di petrolio l'inquinamento legato ai fluidi di perforazione ed agli scarti delle estrazioni è un dato certo che continua per tutta la vita del pozzo, inquinamento che rende pericolosa sia la pesca che la raccolta delle cozze che non sono però possibili perchè non ti ci fanno avvicinare. Per quanto riguarda i pozzi di gas non so ancora cosa accade, dopo l'inquinamento legato alla perforazione, durante la coltivazione. So che ci potrebbe essere bisogno di desolforizzazione come è stato per tanti anni a Cupello, ma ovviamente il problema sembra molto minore della desolforizzazione del petrolio.

Interessante a riguardo il fatto che l'ENI estrae il gas e poi se lo vende immettendolo nella rete senza ovviamente fare troppi controlli (peraltro previsti per legge) sulla qualità di quel che si autocompra e che poi viene bruciato nelle nostre cucine (altro motivo per separare la rete di trasporto gas dall'ENI).

L'estrazione di gas potrebbe poi dare luogo a fenomeni di subsidenza delle coste, e anche questo mi scoraggerebbe se volessi investire.

Il problema vero non è però l'aspetto estetico o la subsidenza, ma è che dove c'è gas c'è petrolio, ed il petrolio è il vero pericolo per l'Abruzzo. Per questo motivo la mia opposizione a questi pozzi di gas si inquadra nell'opposizione ai pozzi di petrolio che li accompagnano. Quando le compagnie petrolifere cominceranno a fare distinzioni, allora le farò anch'io.

In attesa di altre informazioni, ciao da lorenzo

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