<< Il lavoro ha perso la centralità attribuitagli nella galassia dei valori dominanti. Non è più in grado di offrire quel perno intorno al quale legare definizioni di sé, identità e progetti di vita. Nè è facile immaginarlo nel ruolo di fondamento etico della società, o di perno etico della vita individuale.
Il lavoro ha acquisito un significato principalmente estetico (un "bel lavoro", un "lavoro che piace" - lorenzo) . Ci si attende che sia gratificante per sé anziché essere valutato in base agli effetti reali e presunti che arreca al prossimo o al potere della nazione e del paese, per non parlare di felicità delle generazioni successive. Solo poche persone - e solo di rado - possono vantare il privilegio, il prestigio o l'onore di svolgere un lavoro importante e vantaggioso per l'intera comunità. Quasi mai ci si attende che il lavoro "nobiliti" chi lo esercita, lo renda "una persona migliore", e raramente viene ammirato ed elogiato per tal motivo. Viene invece misurato e valutato in base alla capacità di intrattenere e divertire, di soddisfare non tanto la vocazione etica del produttore e del creatore quanto i bisogni e i desideri estetici del consumatore, di chi cerca sensazioni e di chi colleziona esperienze (produttore, creatore, consumatore si riferiscono tutti alla personalità del lavoratore, in cui oggi prevale il consumatore - lorenzo) >>.
(Zygmunt Bauman - Modernità liquida - Sagittari Laterza)
Io non pensavo di lavorare nella Scuola, ci sono entrato per caso ed eccomi in quella che oggi - in questo paese - è la prima linea di una battaglia per la sopravvivenza. Orgoglioso del mio compito, nella speranza di riuscire, prima o poi, a far comprendere questo stesso orgoglio ai miei studenti.
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