martedì 22 dicembre 2009

Petrolio, il punto della situazione

Il rischio di vedere trasformata la “Regione verde d’Europa” in un distretto minerario è ancora più che presente: la legge regionale appena approvata dalla giunta Chiodi - con un repentino cambio di guardia, dopo aver a lungo affermato che non esisteva alcun problema - contiene infatti errori e mancanze che la rendono facilmente impugnabile e aggirabile (ed è stata così approvata nonostante la preventiva e argomentata richiesta di correzioni fatta sia dalla rete di associazioni contro la petrolizzazione dell’Abruzzo che dalle opposizioni). La legge, inoltre, non ha alcun strumento per opporsi allo sfruttamento del mare ed è proprio il mare ad essere sotto attacco. In particolare nel tratto di costa Ortona - Casalbordino - Vasto.

La nuova strategia contro questa trasformazione - pur senza interrompere la raccolta di firme - si è spostata su un piano puramente amministrativo. Le compagnie petrolifere chiedono infatti al Ministero dell’Ambiente i permessi, corredandoli da una Valutazione di Impatto Ambientale. Queste richieste vengono rese pubbliche, dopodichè ci sono 60 giorni di tempo per produrre osservazioni contrarie. Trascorso questo periodo il Ministero decide e nella quasi totalità dei casi, in assenza di osservazioni, concede.

A partire dalla richiesta della Vega Oil per la piattaforma di estrazione Elsa2 (tra Ortona e Casalbordino) sono state prodotte più di 30 osservazioni da parte di privati cittadini, Comuni (tra cui Casalbordino), associazioni, professionisti, esercizi commerciali, organizzazioni religiose, fino a coinvolgere Confcommercio, CNA e la Provincia di Chieti; le osservazioni sono raccolte qui.

Lo stesso è stato poi fatto per i permessi di ricerca nel tratto di mare tra Ortona e Vasto in cui la Petroceltic prevede di spendere trentacinque milioni di euro (vedi allo stesso link indicato in precedenza).

Adesso è il momento di agire contro Ombrina Mare 2 della Medoilgas. Dietro questo bel nome si nasconde un mostro che dovrebbe sorgere a meno di 7 Km dalle spiagge, in 20 metri d’acqua, con desolforizzazione a bordo (un “centro oli” in mare) ben visibile di giorno e di notte.

Entro la fine di Gennaio dovranno pervenire al Ministero il maggior numero possibile di osservazioni dal maggior numero possibile di soggetti. Chiunque abbia a cuore il territorio e il mare di Casalbordino dovrebbe impegnarsi in questo senso, per impedirne l’insediamento ora, perché dopo sarà troppo tardi.

Per informazioni ed aiuti sulla stesura delle osservazioni, oltre al link indicato, fornisco la mia piena disponibilità.

2 commenti:

giacinto2000 ha detto...

Anche il circolo PEtrocelli ha fatto le sue:

http://www.rifondazionevasto.com/2009/12/rifondazione-comunista-si-oppone-alla-petrolizzazione-della-costa/

CIao a te ci sentiamo....

Anonimo ha detto...

La ringrazio per Blog intiresny