venerdì 6 marzo 2009

Carpe diem

Tu ne quaesieris, scire nefas, quem mihi, quem tibi
finem Di dederint, Leuconoe, nec Babylonios
temptaris numeros. Ut melius, quidquid erit, pati,
seu plures hiemes, seu tribuit Iuppiter ultimam,
quae nunc oppositis debilitat pumicibus mare
Tyrrhenum: sapias, vina liques, et spatio brevi
spem longam reseces. Dum loquimur, fugerit invida
aetas: carpe diem, quam minimum credula postero.


Non chiedere Leuconoe, ché non ci è dato sapere,
quale sorte gli dei abbian dato a me, a te,
e non cercare la risposta nei simboli o negli astri.
Al meglio sopporta quel che sarà:
sia che molti inverni Giove ancor ti conceda
o che l'ultimo sia questo,
che contro gli scogli ora fiacca il mare Tirreno.
Sii saggia, filtra il vino,
e ritaglia la lontana speranza ad un tempo breve.
Mentre parliamo fugge il tempo dell'invidia:
afferra l'oggi, e nel domani credi il meno possibile.

Orazio: Odi, I, 11 e Bernini: Plutone e Proserpina

1 commento:

Anonimo ha detto...

ciao mi sono imbattuta per caso in questo particolare della statua di bernini e così anche nel tuo blog. e mmi ha fatto piacere leggere anche queste parole di orazio. bella scelta. e ora mi guardo anche il resto delle tue cose pubblicate. francesca