"Il Centro Oli non esiste e non esisterà. Chi dice il contrario lo fa solo per strumentalizzazioni politiche: io, come presidente della Regione, dico invece agli abruzzesi che la struttura dell'Eni non verrà mai alla luce"Non mi sembra si possano chiamare strumentalizzazioni politiche le concessioni estrattive, gli acquisti di terreni da parte dell'Eni, le trivellazioni in mare e in terra, le ripetute dichiarazioni sulla bontà di uno sviluppo petrolifero della nostra regione, il fatto che invece di una moratoria di 30 anni sulle estrazioni ci si preoccupi delle royalties (ci si preoccupa per modo di dire perchè chiedere l'uno per cento è solo una presa in giro).
"La nostra linea politica è chiara: il Centro Oli non si farà anche perché non rientra più nei piani dell'Eni"Da tempo sappiamo che il problema non è solo il centro oli! E' l'intero Abruzzo ad essere in pericolo, e chiodi non dice nulla dei pozzi, delle cisterne e degli altri impianti previsti: la mappa dei titoli minerari non è una strumentalizzazione ma un dato di fatto.
Queste cose non si devono fare non perchè l'Eni ha cambiato idea (ma sull'osso sono in molti, non solo l'Eni) ma perchè gli abruzzesi non li vogliono, ne ora ne mai, dire che il centro oli non si farà perchè l'Eni ha cambiato idea significa riconoscere di non volere avere nessuna voce in capitolo.
"i termini per presentare la costituzione innanzi la Consulta sono scaduti il primo febbraio scorso e non qualche giorno fa come qualcuno vuole strumentalmente far credere; la Giunta regionale ha convocato la prima riunione il 2 febbraio quindi l'Avvocatura non era in grado di predisporre gli atti amministrativi per la costituzione processuale ... Ma - precisa Chiodi - nonostante questo, ho dato mandato all'avvocato Pasquali di predisporre la costituzione tardiva che ci permetterà innanzi la Corte di far valere le nostre ragioni a difesa della legge 14/2008, nonostante essa presenti evidenti caratteri di illegittimità"Dal primo febbraio ad oggi sono passati 50 giorni, è strano che solo adesso, dopo che la notizia è uscita sui giornali chiodi si decida di fare qualcosa, non dimenticando però di aggiungere che lo fa ma tanto è convinto di avere torto.
"Ma la vicenda del Centro Oli sta creando anche evidenti problemi all'economia regionale. A lanciare il grido di allarme è l'assessore Mauro Febbo. "Ci arrivano segnalazioni dai territori - spiega Febbo - di disdette di prenotazioni turistiche soprattutto da turisti stranieri. Segnali negativi arrivano anche dall'export abruzzese: negli Stati Uniti pensano che il Centro Oli sia già attivo e per questo hanno ridotto la domanda di vino abruzzese. Un allarmismo ingiustificato - ha concluso Febbo-, che intendiamo combattere e debellare per il bene delle nostre aziende"Congratulazioni all'assessore, se è vero che solo il pensiero del petrolio crea problemi alla nostra economia chissà cosa sarebbe successo se nessuno se ne fosse accorto e oggi ci fossero già i primi impianti. L'assessore dovrebbe ringraziare chi si è svegliato molto prima di lui e ha denunciato il pericolo invece di parlare di allarmismo.
Non voglio neppure pensare che questa conferenza sia stata fatta solo per prendere tempo, per bloccare una protesta che ha cominciato a risalire. Mi aspetto quindi che alle parole seguano i fatti e quindi una bella moratoria trentennale, una opposizione alla legge nazionale sulle estrazioni, investimenti nel campo del turismo dei parchi e dell'agricoltura, la realizzazione della pista ciclopedonale della Costa teatina, investimenti sulle energie rinnovabili ecc. ecc.
1 commento:
Speriamo che Gianni il Bello si dia davvero da fare per questa regione sempre più martoriata da problemi ambientali!
Io sono un po scettico, aspetto la moratoria trentennale come dici tu, solo dopo mi rilasserò su questo tema.
complimenti per il blog!
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