sabato 13 giugno 2009

Caffè e amaro

Leggo che molti hanno parlato di Gheddafi in questi giorni, io che sono appena tornato vorrei anche ricordare i 270 morti del volo Pan Am 103 abbattuto da una bomba nei cieli di Lockerbie il 21 dicembre 1988 (21 anni fa, non sono poi molti) per cui la Libia subì sanzioni da parte delle Nazioni Unite e per cui un ufficiale dell'intelligence libica e capo della sicurezza per Libyan Airways sconta ancora la pena.


In tema di terrorismo e stragi non si può non ricordare il mistero del Mig Libico ritrovato sulla Sila, in corrispondenza temporale con la data in cui un DC-9 della compagnia Itavia con 81 persone a bordo esplose inspiegabilmente nei pressi di Ustica (27 giugno 1980, fra pochi giorni saranno passati 29 anni che sono invece molti perchè sono passati inutilmente).

Molte altre cose ci sarebbero da raccontare su Libia e terrorismo, sul doppio gioco che i governi italiani (craxi e andreotti in testa) hanno sempre fatto con gli americani a favore dei libici, sui missili lanciati dalla Libia contro Lampedusa ecc.

Così oggi mi domando, vedendo questo ridicolo dittatore che riesce a rubare la scena anche al nostro (ed è tutto dire), come si possa accettare che il proprio paese continui ad inchinarsi di fronte a uno così?

Ma poi le notizie dei telegiornali - tra la nebbia - lasciano apparire la risposta: Unicredit, Eni, Saipem, Snam Progetti, Enel, Trevi, Impregilo, Italcementi, Finmeccanica, Telecom, Iveco assieme ad altre hanno interessi economici in Libia e si spartiranno la torta dei 5 miliardi di euro concessi come risarcimento per la politica coloniale dallo Stato Italiano. Un accordo firmato da berlusconi ma a cui aveva prima lavorato d'alema.

Ricapitolando:
Italiani -> tasse -> 5 miliardi -> infrastrutture in Libia costruite con manodopera libica + utili alle solite imprese soprattutto nei settori energetici e delle costruzioni.

Stringendo:
Italiani -> tasse -> utili alle solite imprese soprattutto nei settori energetici e delle costruzioni.

Certo i tg ci ripetono la solita storia del fatto che abbiamo bisogno di energia fossile (gas e petrolio) e che la Libia ce ne promette in quantità, ma di questo ho già parlato: incrementare i consumi e aumentare la dipendenza dal petrolio è semplicemente una follia che diventerà evidente in poche decine di anni. Allora, tra l'altro, vedremo se i libici manterranno la parola o se useranno quel legame solo per strozzarci.

Ovviamente all'estero ci guardano con invidia, tanto che Obama, dovendo ricevere berlusconi, ha deciso di riceverlo nel giardino della Casa Bianca, sotto il capanno degli attrezzi, di fronte alla macchinetta del caffè:
Lunedì prossimo Berlusconi varcherà il portone della Casa Bianca nel pomeriggio, per un caffè. Nel linguaggio diplomatico, hanno spiegato al premier, è un modo per dare meno peso al colloquio. Nei tanti precedenti tra il presidente del consiglio e l`«amico» George Bush, l`ospitalità della Casa Bianca prendeva sempre le forme di una «colazione di lavoro». Ossia, colloqui che venivano seguiti da un pranzo o da una cena. L`ultima volta di Berlusconi da capo del governo nella capitale americana, è stata il 28 febbraio 2006. Colloquio di quasi un`ora e, appunto, «colazione di lavoro». In quell`occasione, poi, ci fu addirittura un intervento al Congresso. Il primo contatto tra Bush e il Cavaliere, invece, ci fu il 15 ottobre 2001. Anche in quel caso «incontro e colazione di lavoro». Quasi tutte le successive visite hanno seguito il medesimo programma.
La stessa procedura è stata seguita il 3 marzo scorso, quando Obama ha accolto alla Casa Bianca il primo ministro inglese Gordon Brown, in qualità di responsabile del G20 (ruolo paragonabile a quello di presidente del G8 ricoperto quest`anno dall`Italia): incontro e «pranzo di lavoro» Fonte.

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