domenica 28 giugno 2009
Epicuro e l'allungamento del pene
Questa è la formula dell'infelicità ed è anche la base della pubblicità, che ci insegna che il superfluo è la ragione della vita.
Quindi Epicuro ci dice che la pubblicità genera l'infelicità; chissà perchè mi vengono in mente questi due esempi tra i mille possibili: il primo è sempre lui, berlusconi. Cosa se ne fa di tutte quelle donne? Anche ad esagerare, non ne basterebbe una alla volta? Perchè non si accontenta? Perchè combatte per avere sempre più potere e denaro?
La risposta mi sembra semplice: è vittima della stessa malattia che tanto ha contribuito a diffondere. E' felice solo quando sta per comprare qualcosa di nuovo. Vuole altre donne, altri soldi, altri capelli, altri giocatori, altre ville, non si può fermare spinto com'è dal desiderio di avere ancora, che è la sua ragione di vita.
Chi lo guarda, se ragiona come lui, non può che esserne ammirato: noi compriamo un nuovo frullatore e nascondiamo in soffitta quello vecchio che ancora funziona, lui si compra un'altra villa e la riempie con nuove ragazze. Non c'è niente da fare: per chi crede che la vita felice sia il consumo, berlusconi è da ammirare sconfinatamente.
Però, se lo si guarda bene, quest'uomo fa pena: mettetevi nei suoi panni, immaginatevi le difficoltà quotidiane ad avere ancora di più, la paura di perdere tutto, l'età che avanza, il vuoto dei rapporti umani circondato com'è da servi, sfruttatori e adoratori. Un uomo vecchio e solo per il quale la compagnia a pagamento diventa indispensabile. Una compagnia che per i capricci della mente diventa una conquista meritata e la cui retribuzione diventa un regalo.
Il secondo esempio di questa corsa all'infelicità è l'allungamento del pene.
Una ricerca su internet porta a infiniti link. La posta è piena di spam sull'argomento. C'è un gran numero di persone che se lo tira con il desiderio di allungarlo, chi a mano, chi con pompette, chi con una sorta di mini-macchina di tortura medievale. C'è poi chi usa delle medicine, altri lavorano per potersi sottoporre ad un intervento chirurgico. Tutti con l'intenzione non tanto di averlo lungo a sufficienza (come è già per la maggior parte di noi) ma di averlo "più lungo". E - tra l'altro - nessuno ci riesce!
Se non è follia questa: i nostri nonni non hanno mai avuto di questi problemi (e noi siamo qui a dimostrarlo), per quale motivo oggi succede tutto questo? La risposta è semplice: perchè la pubblicità nelle sue varie forme ci fa comportare in questo modo.
Ma se la pubblicità mi può costringere a preoccuparmi delle dimensioni già normali del mio pene (con l'effetto collaterale di non farmelo neanche usare tranquillamente perchè, quale che sia la sua misura, mi vergognerò sempre un po' per non averlo abbastanza lungo), allora ha ragione Epicuro e il mondo che ci circonda non è poi così innocuo come vogliono farlo sembrare.
Prima ricominceremo ad accontentarci del sufficiente (ritornando al significato originale della parola), meglio sarà. Molti cominciano a capirlo proprio in questi tempi, quando anche il sufficiente viene meno.
Speriamo allora che la crisi passi e la lezione resti.
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