mercoledì 31 dicembre 2008

Auguri per il nuovo anno


Voglio fare gli auguri a tutti e salutare il nuovo anno con queste parole:

I posteri lasciamoli da parte.
Se io volessi dedicarmi ai posteri,
allo spasso dei vivi chi ci pensa?
Ma lo pretendono, e vanno accontentati.
Un bravo giovanotto vivo e vegeto
non mi sembra, direi, da buttar via.
Chi sa comunicare affabilmente
non si adombra agli umori della gente;
si augura di avere un folto pubblico,
per essere più certo di commuoverlo.
Animo, dunque, e date il vostro meglio:
fiato alla fantasia, con tutto il coro,
intelletto e ragione, passione e sentimento,
e che, badate bene! non manchi la follia!


E allora queste forze rigogliose
usatele, e trattate la poesia
come le avventure dell'amore.
Senti qualcosa in un fortuito incontro,
ci stai, a poco a poco sei avvinto;
la gioia aumenta, poi cominci a litigare,
dopo l'estasi arrivano i dolori:
prima che te ne accorgi, è già un romanzo.
È lo spettacolo che fa per noi!
La vita umana va presa a piene mani!
Tutti la vivono, non molti la conoscono,
dovunque la rigiri è interessante.

Poca chiarezza in quadri variopinti,
molte illusioni e un pizzico di vero
è la ricetta giusta per un tonico
che rianima tutti edificandoli.
Ed ecco come a una rivelazione
la gioventù più bella accorrere alla recita,
ecco le anime più delicate suggere
dal dramma un nutrimento malinconico,
ecco toccata questa e quella corda,
e ognuno vede quel che porta in cuore.
Son pronti ancora al riso come al pianto,
adorano lo slancio, l'apparenza li appaga;
se l'uomo fatto è sempre incontentabile,
chi si viene formando non sarà mai ingrato.



La gioventù ti occorre certo, amico,
se il nemico t'incalza alla battaglia,
oppure se incantevoli ragazze
ti si gettano al collo con violenza,
se da lontano il lauro della corsa
ammicca da una meta poco agevole,
se dopo i vortici di sfrenate danze
si annegano le notti in gozzoviglie.
Ma far vibrare le ben note corde
con grazia e con ardore, ed avanzare
indugiando per via, con dolce errare,
verso una meta da se stessi posta,
questo, signori vecchi, è il vostro compito,
per cui non vi facciamo meno onore.
L'età non fa tornare fanciulli, come dicono:
ci ritrova fanciulli come allora.

( Goethe, versi dell'attore comico nel prologo del “Faust” )

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