mercoledì 10 dicembre 2008

Cosa è il fascismo?

A lungo sentendo parlare di fascismo riferito ai giorni nostri ho cercato di capire. Non riuscivo però ad attualizzare quanto letto sui libri di storia o visto nei documentari dell'Istituto Luce. Senza una definizione di fascismo, non potevo costruire una mia opinione. La definizione l'ho poi trovata in Pasolini:

fascismo è la prepotenza del potere

(da Scritti Corsari: "fascista" un articolo che prima o poi pubblicherò per intero)


ed ora posso dire che vedo ovunque le tracce di questo nuovo fascismo.

Un articolo di oggi che prosegue il discorso di Pasolini è questo:
Senza uguaglianza la democrazia è un regime di Gustavo Zagrebelsky apparso il 26/11/08 su Repubblica.

In esso tra l'altro dice:
“Ciò che davvero qualifica e distingue i regimi politici nella loro natura più profonda e che segna il passaggio dall’uno all’altro, è l’atteggiamento di fronte all’uguaglianza, il valore politico, tra tutti, il più importante e, tra tutti però, oggi il più negletto, perfino talora deriso, a destra e a sinistra. Perché il più importante? Perché dall’uguaglianza dipendono tutti gli altri. Anzi, dipende il rovesciamento nel loro contrario.
  • Senza uguaglianza, la libertà vale come garanzia di prepotenza dei forti, cioè come oppressione dei deboli.
  • Senza uguaglianza, la società, dividendosi in strati, diventa gerarchia.
  • Senza uguaglianza, i diritti cambiano natura: per coloro che stanno in alto, diventano privilegi e, per quelli che stanno in basso, concessioni o carità.
  • Senza uguaglianza, ciò che è giustizia per i primi è ingiustizia per i secondi.
  • Senza uguaglianza, la solidarietà si trasforma in invidia sociale.
  • Senza uguaglianza, le istituzioni, da luoghi di protezione e integrazione, diventano strumenti di oppressione e divisione.
  • Senza uguaglianza, il merito viene sostituito dal patronaggio; le capacità dal conformismo e dalla sottomissione; la dignità dalla prostituzione.
Nell’essenziale: senza uguaglianza, la democrazia è oligarchia, un regime castale. Quando le oligarchie soppiantano la democrazia, le forme di quest’ultima (il voto, i partiti, l’informazione, la discussione, ecc.) possono anche non scomparire, ma si trasformano, anzi si rovesciano: i diritti di partecipazione politica diventano armi nelle mani di gruppi potere, per regolare conti della cui natura, da fuori, nemmeno si è consapevoli.”

Io penso che per troppi anni:
  • Abbiamo nascosto la testa nella sabbia, delegando ad altri e fidandoci solo delle loro promesse senza mai verificarle.
  • Abbiamo smesso di pensare e quindi di vivere, indaffarati soltanto a rincorrere un assurdo modello di vita, rincitrulliti dalla televisione.
  • Ci siamo dimenticati che chi governa deve rispondere del suo operato e ci siamo abituati a chinare la testa impotenti e “ad accontentarci dei resti della festa, apprendendo la viltà per chiedere un posto, per essere pratici, per non offendere anime privilegiate”. (Pasolini)
  • Abbiamo cominciato a credere che il lamento sia l’unica forma di protesta.
  • Abbiano dimenticato solidarietà, amicizia, amore, e ci siamo ritirati in una solitudine paurosa ed invidiosa.
E così oggi ci troviamo in un mondo brutto, sporco, senza senso, senza futuro per noi e per i nostri figli. Con un presente improvvisamente difficilissimo, senza soldi nelle tasche mentre ci prendono in giro dicendoci di spendere per il bene del paese.

Che cosa ci vuole ancora per risvegliarsi e per capire che dobbiamo riprendere in mano le nostre vite ?

Solo una lucida rabbia può permetterci di trovare una via di salvezza !

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