martedì 23 dicembre 2008

Un Natale di 24 anni fa

Domenica 23 dicembre 1984, mancavano due giorni a Natale. Il rapido 904 Napoli-Milano era pieno di viaggiatori che ritornavano a casa o andavano in visita a parenti per le festività.

Il treno intorno alle 19.08 fu colpito da un'esplosione violentissima, a circa 8 chilometri all'interno del tunnel della Grande Galleria dell'Appennino (18 km), in località Vernio, dove la ferrovia procede diritta e la velocità supera i 150 km/h. La detonazione fu causata da una carica di esplosivo radiocomandata, posta su una griglia portabagagli del corridoio della 9a carrozza di II classe, a centro convoglio: l'ordigno era stato collocato sul treno durante la sosta alla Stazione di Firenze Santa Maria Novella.

Gli attentatori attesero che il veicolo penetrasse nel tunnel, per massimizzare l'effetto della detonazione: lo scoppio, avvenuto a quasi metà della galleria, provocò un violento spostamento d'aria che frantumò tutti i finestrini e le porte. L'esplosione causò 15 morti e 267 feriti. In seguito, i morti sarebbero saliti a 17 per le conseguenze dei traumi.

Gli assassini probabilmente contavano sul deragliamento del treno in galleria, ma questo non accadde. Venne invece attivato il freno di emergenza, e il treno si fermò a circa 8 chilometri dall'ingresso sud e 10 da quello nord. I passeggeri erano terrorizzati, al buio si affiancava il freddo dell'inverno appenninico. Il controllore Gian Claudio Bianconcini, al suo ultimo viaggio in servizio, anche se ferito chiamò i soccorsi da un telefono di servizio presente in galleria.

I soccorsi ebbero difficoltà ad arrivare, dato che l'esplosione aveva danneggiato la linea elettrica e parte della tratta era isolata, inoltre il fumo dell'esplosione bloccava l'accesso dall'ingresso sud dove si erano concentrati inizialmente i soccorsi, per cui ci impiegarono oltre un'ora e mezza. I primi veicoli di servizio arrivarono tra le venti e trenta e le ventuno: non sapevano cosa fosse successo, non avevano un contatto radio con il veicolo fermo e non disponevano di un ponte radio con le centrali operative periferiche o quella di Bologna.

Venne impiegata una locomotiva diesel-elettrica, guidata a vista nel tunnel, che fu per prima cosa usata per agganciare le carrozze di testa rimaste intatte, su cui furono caricati i feriti. Un solo dottore era stato assegnato alla spedizione.

Con l'aiuto della macchina di soccorso i feriti vennero portati a San Benedetto Val di Sambro, seguiti subito dopo dagli altri passeggeri. L'uso della motrice diesel però rese l'aria del tunnel irrespirabile, per cui servirono bombole di ossigeno per i passeggeri in attesa di soccorsi.

Nonostante le difficoltà le forze dell'ordine e i soccorritori mostrarono grande abilità ed organizzazione a cui si aggiunse anche una certa fortuna: cominciò a nevicare solo dopo la conclusione delle operazioni di trasporto, e il vento soffiò i fumi dell'esplosione verso sud, rendendo possibile l'accesso dal lato bolognese da cui arrivavano i soccorsi. Le attrezzature dei vigili del fuoco prevedevano solo bombole con mezz'ora di autonomia, che altrimenti sarebbero state insufficienti. Fonte wikipedia



L'Associazione delle vittime continua a chiedere ancora oggi che venga fatta luce sui mandanti.

Il nostro paese poggia anche su questo sangue ma pare che nessuno se ne ricordi.

Anche qui tra le vittime c'erano dei bambini, tra cui Federica 12 anni:

Federica dagli occhi di mare
che lascia il suo porto
e ha voglia di andare.
Federica che come un gabbiano
attraversa il suo mare
diretta a Milano;
prende un treno che è pieno di gente
che si sposta per fare Natale;
mille storie di cui non sa niente
di gente già stanca che scende e che sale.
Lei però coi suoi dodici anni
sa che vuole andare a vedere
come è fatta la neve
e perché può dal cielo cadere.
………………………………
Federica dagli occhi di mare
Che vede stazioni veloci passare;
suona a Roma una vecchia zampogna
poi viene Firenze ,si va per Bologna.
Come sale veloce quel treno che si tuffa nelle gallerie,
come fanno i delfini nei giorni d’agosto
seguendo chissà quali vie.
Ma di colpo è un mare di fuoco,
la tempesta si schianta d’intorno.
Il biglietto era solo d’andata e non c’è ritorno.
……………………………………
Federica dagli occhi di mare,
su quella montagna ti han fatto fermare;
hanno rotto le ali al gabbiano
e tu non hai visto la neve a Milano.

Nessun commento: