Cominciamo col ricordare questa notizia:
Il bacino di utenza della città di Pescara (400.000 persone) ha bevuto per anni "acqua non idonea per il consumo umano". Come certificato dall'Istituto Superiore di Sanità ma questo si è saputo solo a seguito delle denunce di WWF e Abruzzo social forum, perchè le autorità di controllo prima non avevano visto e poi avevano negato.
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E saltiamone tante altre per arrivare all'ultima:
L'operazione "Quattro mani" ha sgominato una organizzazione dedita al traffico illecito di rifiuti con base in Abruzzo e diramazione in diverse regioni d'Italia.
L'indagine durata quasi due anni, ha svelato un imponente traffico illecito di rifiuti speciali pericolosi, che venivano smaltiti illecitamente in discariche nazionali compiacenti, con la sistematica cooperazione di trasportatori, impianti di gestione di rifiuti, intermediari, laboratori analitici e produttori.
I responsabili del traffico illecito, attraverso il simulato trattamento chimico-fisico dei rifiuti e la sistematica falsificazione dei documenti analitici e di trasporto, per anni, hanno illecitamente smaltito ingenti quantitativi di rifiuti speciali pericolosi caratterizzati dalla presenza di inquinanti nocivi per l'ambiente e la salute umana.
Fulcro delle attività illecite, presso cui confluivano dall’intero territorio nazionale centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti speciali pericolosi e non, era un impianto di trattamento rifiuti operante nella zona industriale di Chieti Scalo, regolarmente autorizzato dalla Regione Abruzzo.
La tipologia dei rifiuti era la più varia: dalle vernici ai solventi, ai rifiuti fangosi della raffinazione petrolifera, ai rifiuti solidi da fumi industriali, alle terre, alle rocce e alle ceneri con sostanze pericolose o i fanghi delle acque reflue industriali.
Lungo anche l'elenco delle sostanze tossiche, nocive, irritanti, cancerogene e mutagene, molto pericolose le miscelazioni incontrollate che potevano generare gas tossici potenzialmente tossici anche se solo inalati.
Le analisi effettuate nei laboratori hanno identificato: cadmio, piombo, rame, mercurio, antimonio, zinco, cloruri, cianuri, fenoli, idrocarburi, trielina, solventi alogenati, isocianati, Pcb e sostanze fitofarmaceutiche, diossina.
Il meccanismo truffaldino consisteva nell'acquisire rifiuti pericolosi, in particolare dalla Sicilia e dal Petrolchimico di Gela, oltre che dalla provincia di Siracusa, nell'impianto Seab di Chieti scalo regolarmente autorizzato.
Qui i rifiuti dovevano essere trattati per renderli inerti e poi smaltirli regolarmente. Il che non avveniva: i rifiuti rimanevano pericolosi e viaggiavano verso le discariche (anche abruzzesi) o gli inceneritori con certificati compiacenti.
Durante le indagini sono stati messi sotto controllo: l’impianto di gestione rifiuti - trattamento – di Chieti; 3 ditte di trasporto rifiuti, operanti in Campania, Toscana ed Abruzzo; 3 laboratori analitici ubicati in Abruzzo e Puglia; 6 impianti di smaltimento in Puglia, Toscana e Abruzzo; 5 inceneritori ubicati in Italia ed in Germania.
I quantitativi smaltiti in due anni sono pari a 150 mila tonnellate, per un guadagno illecito stimato di circa 3 milioni di euro.
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Alcune riflessioni:
Anche questa indagine si è basata sulle intercettazioni telefoniche che per questo tipo di reati NON saranno più permesse!
Oggi i vertici (e non solo) degli organismi di controllo e dei vari enti e consorzi che si occupano di rifiuti ed ambiente sono scelti dalla politica in base ad amicizie o a pacchetti di voti. Questo vuol dire che, nel migliore dei casi, abbiamo amministratori incapaci pronti a firmare qualunque cosa gli mettano davanti. E' però assai più probabile che chi ha una statura morale tale da prendere un lauto stipendio dai suoi concittadini senza meritarselo, prenda decisioni basandosi soltanto sugli effetti che esse possono avere sul proprio portafoglio (per tali persone l'etica non esiste e la legge neppure poichè l'impunità è ormai la regola).
Molte persone che bevono, respirano, mangiano questi rifiuti moriranno prima di quando la natura da sola aveva previsto. Un accorciamento statistico della durata della vita non sembra omicidio, ma lo è. Se penso che morirò prima io mi arrabbio, e voi?
In Campania i rifiuti tossici, mescolati al compost, sono stati sparsi sui campi e da lì continuano a risalire la catena alimentare passando prima nell'erba mangiata dalle mucche o direttamente negli ortaggi e da lì sulla nostra tavola per fissarsi alla fine nei nostri corpi e in quelli dei nostri figli dove rimangono come una bomba tempo. In Abruzzo come possiamo sapere cosa contiene il compost che è stato sparso e che viene sparso sui campi, chi sono i controllori, come agiscono, dove sono le informazioni, le certificazioni, le analisi?
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