mercoledì 22 aprile 2009

Il linguaggio del potere

Qualche giorno fa un convegno a Casalbordino (sul tema ambiente-scuola-bandiere blu) con dei burocrati statali come primi attori e alcuni amministratori locali come comprimari, si è rivelato un concentrato di stupidità, menzogne, arroganza, interessi di parte, servilismo, disprezzo per la platea (fortunatamente semivuota), che mi ha lasciato sbalordito.


Alcune delle affermazioni fatte sono state: non siamo sicuri che l'effetto serra sia causato dall'uomo; dagli inceneritori esce aria pulita (vedi ad esempio qui); il futuro delle energie alternative è la biomassa (vedi ad esempio qui e qui); i paesi che hanno le centrali nucleari sono paesi fortunati; Rubbia se ne è andato perchè noi non gli permettevamo di sviluppare i suoi progetti ma non è così che si fa; la nostra scuola primaria è la migliore al mondo e per le altre la soluzione sta in un nuovo sistema di valutazione oggettiva; ecc. ecc. .

Li ho ascoltati con attenzione (almeno il primo giorno perchè il secondo, mentre parlava il rappresentante del ministero della pubblica istruzione, mi sono alzato e me ne sono andato).

Li ascoltavo e pensavo a Pasolini che così descriveva il linguaggio del potere:
La loro lingua è quella della menzogna. E poiché la loro cultura è putrefatta cultura forense e accademica, mostruosamente mescolata con la cultura tecnologica, in concreto la loro lingua è pura teratologia(°). Non la si può ascoltare. Bisogna tapparsi le orecchie”.

(°) Teratologia: studio delle mostruosità congenite
Questo (oltre alla sala semivuota) è stato il motivo per cui non ho aperto bocca: pensavo che se uno fa certe affermazioni, propone certe scelte, appoggia certi interessi vuol dire che non ha alcuna dignità umana e non c'è quindi possibilità di discussione. Pensavo che andassero osservati come insetti o rettili in un terrario, come reperti patologici, come aborti in formalina, ma nulla di più.

Oggi ha parlato il ministro dell'ambiente (vedi qui) ed è stata l'ennesima ripetizione dello stesso spettacolo.

Nello scrivere questo commento mi sono però accorto di aver fatto uno sbaglio: anche se fossi stato il solo ad ascoltare mi sarei dovuto alzare in piedi e rispondere a tono, anche solo per infastidire testimoniando della mia esistenza. Niente di grave per non averlo fatto, con l'aria che tira ci sarà sicuramente un'altra volta e allora cercherò di essere più pronto.

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