venerdì 3 aprile 2009

La spectre del petrolio

Fino a qualche tempo fa credevo di essere diventato paranoico, vedevo complotti ovunque, mi immaginavo una spectre all'italiana che ci facesse girare come dei pupazzi.
Ma razionalmente mi dicevo: non è possibile, ce ne accorgeremmo, non possiamo essere tutti così stupidi. Probabilmente siamo in preda a un temporaneo rincitrullimento a livello nazionale dovuto ad un eccesso di pubblicità o di benessere che si risolverà da solo.

Oggi sono altrettanto razionalmente convinto di non essere paranoico e che qualcuno muova davvero i nostri fili; sono anche convinto che l'opera di rincoglionimento degli italiani sia stata portata avanti scientificamente e sia stata estremamente efficace e in molti casi definitiva, e che solo un errore del manovratore possa farci uscire dal coma. Una crisi disastrosa, ad esempio, in cui le promesse della pubblicità si rivelino cruentemente per quello che sono.

Il petrolio in Abruzzo è la prova del nove per capire che la nostra vita è indirizzata da mani senza scrupoli, organizzate e potenti.

Ecco le ultime notizie:
In progetto 3 nuovi pozzi e forse anche un quarto davanti alla costa di Vasto e San Salvo.

Mentre si discute delle leggi, mentre la maggioranza in consiglio regionale si alza per evitare di prendere decisioni, mentre tutta l’attenzione è concentrata sul Centro Oli di Ortona, le società petrolifere si espandono in mare aperto.
Il governatore Gianni Chiodi qualche giorno fa aveva detto che il Centro Oli dell’Eni «non esiste e non esisterà mai».
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L'ENI ha avviato la procedura per la valutazione di impatto ambientale per la perforazione di 3 nuovi pozzi ed eventualmente un quarto.
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La società petrolifera ha messo in evidenza che l’impostazione stessa del progetto è di per sé rispettosa dell’ambiente e quindi non comporterebbe l’adozione di «misure compensative» dei danni.
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L’entità dei danni, a detta della società, si attesterebbe sempre a livelli «bassi» e in alcuni casi «trascurabili»
(fonte primadanoi)

Un'altra bella favola che verrà ripresa (cercando comunque di fare il minor rumore possibile) da giornali e televisioni.


Questo perchè l'informazione non esiste, come dovrebbe essere evidente a tutti e come ribadito da Maria Rita D'Orsogna che rivela un abbraccio tra petrolieri, direttori di giornali, esponenti del Vaticano, case editrici, giornalisti, professori di economia dell'ambiente.

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