Torna la porno tax. È una delle misure introdotte dal piano anti-crisi del governo: chi produce e commercializza materiale pornografico dovrà pagare un'addizionale del 25% sui redditi che ne derivano.
Il decreto del Consiglio dei ministri riassume cosa si intende per porno: giornali e riviste specializzate, compresi dvd e materiale allegato e «ogni opera letteraria, teatrale e cinematografica, audiovisiva o multimediale, anche realizzata o riprodotta su supporto informatico o telematico in cui siano presenti immagini o scene contenenti atti sessuali espliciti e non simulati tra adulti consenzienti».(fonte)
Ovviamente, l'onere di decidere cosa sia porno e cosa non lo sia spetta al ministro sandro bondi.
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