venerdì 27 febbraio 2009

I piaceri della vita moderna ...


Questa è una piantagione di eucalipti. Si tratta di una monocoltura che porta al dissesto delle risorse idriche, all'inquinamento delle falde acquifere e dell'atmosfera provocato da pesticidi e fertilizzanti, all'espulsione di intere comunità dalle proprio terre, con violazione di diritti umani, ambientali e sociali, al deterioramento della diversità culturale, alla diffusione della violenza e alla perdita di biodiversità. Le piantagioni prendono il posto di foreste naturali o dell'agricoltura dedicata a sfamare la gente del luogo. Esse producono carta, legno, olio di palma, gomma o altro, tutte merci destinate ai mercati internazionali. Ai paesi produttori e alle comunità locali non resta che il degrado dell'ambiente e la crescita della povertà. In questo modo i paesi ricchi incamerano i profitti e esternalizzano i costi, tra cui quelli ambientali. (come in Abruzzo e Basilicata). (fonte)

A dire la verità, quando ho messo in google il nome di questa pianta non mi aspettavo di trovare questo disastro. Avevo solo letto che con una di queste piante si possono fare 1000 rotoli di carta igienica e che un americano ne consuma 23,6 l'anno. Avevo poi fatto un semplice conto: (80anni x 23,6)/1000 ottenendo 1,9.
In altre parole nella mia vita avrò bisogno di circa 2 eucalipti per pulirmi il culo ed allora volevo vedere come erano fatti.

Ho anche scoperto che "se su questo pianeta, tutti facessimo uso di carta igienica consumeremmo per fabbricarla più di 1/3 della attuale produzione globale di legno. In realtà a farlo siamo "solo" circa 1 miliardo di persone e quindi consumiamo allo scopo 1/18 della produzione di legno.
Ogni anno per produrre legno viene disboscata una superficie del pianeta grande all'incirca la metà dell'Italia. Solo per pulirci il culo disboschiamo una superficie grande come l'Umbria."(fonte)

Il problema è che la carta igienica fatta con carta riciclata non è morbida e non piace al consumatore moderno! Lo stesso discorso vale anche per i fazzoletti, i tovaglioli, la carta da cucina, ecc. ecc.

Ma le cose non sono andate sempre così: quando ero piccolo la carta igienica mica ce l'avevo. C'erano dei bei pezzi di carta di giornale appesi ad un gancio e questo aggiungeva un risvolto culturale all'atto naturale.
Negli anni 70 venne la carta igienica rosa, una evoluzione della carta di giornale accartocciata e poi ridistesa. Era una sorta di carta vetra ma svolgeva egregiamente il suo compito e nessuno allora si sognava morbide carezze in quell'impegnativo momento.
Una nota a parte per i primi anni di Università: allora c'erano gli "statini". Dei foglietti blu timbrati e nominativi, ciascuno dei quali permetteva di sostenere una sola volta un certo esame: tre statini all'anno per esame, se fallivi tre volte dovevi aspettare l'anno successivo. Quelli che avanzavano erano un po' duri, ma davano una grande soddisfazione. Poi è arrivato il 78 ed almeno gli statini sono spariti.
Da allora sono arrivate le doppio, triplo, quadruplo, quintuplo velo, colorate, profumate, disegnate, firmate .... ma a dire il vero l'operazione continua a richiedere una certa dose di esperienza per essere ben eseguita, niente è veramente cambiato dai bei tempi dei pezzi di giornale.

Ora che so queste cose, temo che anche al cesso mi preoccuperò per l'ambiente, meglio sentire una canzoncina:



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