Le scuole nei piccoli comuni potrebbero sparire già dal prossimo anno. In poche settimane, infatti, le Regioni dovranno predisporre i Piani di dimensionamento della rete scolastica. Il diktat del ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, alle autonomie locali arriva "nascosto" in un provvedimento che apparentemente non ha nulla a che vedere con la scuola: il decreto-legge 154 dal titolo "Disposizioni urgenti per il contenimento della spesa sanitaria e in materia di regolazioni contabili con le autonomie locali" ha l'intero articolo 3 dedicato alla riduzione delle istituzioni scolastiche sottodimensionate. Il tutto in linea con il Piano che detta le regole per tagliare in un triennio 132mila posti.
Per effettuare i poderosi tagli imposti dal collega dell'Economia, Giulio Tremonti, sulla scuola occorre mettere mano alla rete scolastica. Infatti, accorpare due scuole consente di tagliare almeno un posto di dirigente scolastico e uno di direttore dei servizi amministrativi (l'ex segretario). E anche se l'argomento è di competenza delle autonomie locali il governo non si perde d'animo. Per ridisegnare la mappa delle istituzioni scolastiche (quelle che hanno personalità giuridica) il decreto dà tempo alle Regioni fino al 30 novembre prossimo. Ma non solo. Le amministrazioni che dovessero risultare inadempienti, dopo appena 15 giorni, verranno "sollevate dall'incarico". In tal caso "il Consiglio dei ministri nomina un commissario ad acta". Scaricando "ovviamente" gli eventuali oneri derivanti da tale nomina alle regioni e degli enti locali.
Forse a Roma non se ne sono accorti, ma l'Italia è zeppa di comuni piccoli". In tutto il territorio nazionale sono 4.200 i plessi con meno di 50 alunni. Rischiano di ritrovarsi senza scuola i bambini di tanti piccoli centri di montagna e delle piccole isole.
Per chiarire meglio la questione è opportuno citare qualche dato. Il servizio scolastico statale, in Italia, è erogato da 10.760 istituzioni scolastiche che si articolano sul territorio in 41.862 scuola (plessi, sedi centrali e distaccate, succursali). Per ridurre la dotazione di dirigenti scolastici, dei segretari e del personale Ata basta smembrare e accorpare ad altri istituti le istituzioni scolastiche che, ai sensi di una norma del 1998, risultano sottodimensionate: con meno di 500 alunni. In tutta la Penisola, secondo i conti fatti da viale Trastevere, ce ne sarebbero quasi 2.600: il 24 per cento.
La stessa norma consente ai soli istituti comprensivi (di scuola dell'infanzia, primaria e media) ubicati in piccole isole e zone di montagna di scendere fino a 300 alunni, ma non oltre. Attualmente, da Nord a Sud, ci sono sparse nei centri più arroccati o nelle isole più piccole del Paese oltre 600 istituzioni scolastiche con meno di 300 alunni, che le regioni dovrebbero cancellare. Per la verità, la stessa norma stabilisce che gli istituti con oltre 900 alunni andrebbero suddivisi in due (o in tre) per evitare situazioni di estrema complessità. Ma nel Piano della Gelmini degli oltre 2.600 istituti "over size" non si parla.
Sono tagli che porteranno a chiudere l’erogazione del servizio scolastico in tanti piccoli Comuni italiani dove spesso la scuola rimane l’unico presidio culturale e centro di aggregazione. A conti fatti poi, oltre al danno educativo, i risparmi del Ministro Tremonti corrisponderanno ad aumenti di spesa pubblica per i Comuni che dovranno organizzare i trasporti scolastici o, con più probabilità visto che ad avere i disagi maggiori saranno i piccoli comuni, a costi aggiuntivi per le famiglie laddove le istituzioni locali non riescono ad assicurare servizi pubblici gratuiti.
Per comprendere veramente cosa dicono questi articoli occorre avere almeno un'idea di quello che accadrà da noi (prima di Natale). Cercando in rete ho trovato un documento che fornisce le seguenti indicazioni per l'Abruzzo (cliccarci su per ingrandire):
Elenco delle fonti:
Repubblica.it
tecnicadellascuola.it
Testo del decreto - vedi articolo 3
Legambiente
Tabella di previsione tagli da legambiente
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