domenica 5 ottobre 2008

Un avvertimento mafioso sotto forma di legge

Nel post di domenica 21 settembre 2008 avevo citato il Decreto legge 25 giugno 2008, n. 112 che all'Art. 64 dava le linee guida per la definitiva distruzione del sistema scolastico. Vorrei tornare su quella legge che all'art. 64 comma 5 recita:

5. I dirigenti del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, compresi i dirigenti scolastici, coinvolti nel processo di razionalizzazione di cui al presente articolo, ne assicurano la compiuta e puntuale realizzazione. Il mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati, verificato e valutato sulla base delle vigenti disposizioni anche contrattuali, comporta l'applicazione delle misure connesse alla responsabilità dirigenziale previste dalla predetta normativa.

Come si vede si tratta di un avvertimento mafioso sotto forma di articolo di legge.

Poichè la maggior parte dei dirigenti che conosco (non solo nella scuola), quando ha a che fare con i superiori, mi ricorda Don Abbondio ("se uno il coraggio non ce l’ha, non se lo può dare"), credo che ci troveremo davanti a tanti docili esecutori di quanto richiesto dall'alto.
Non che mi aspettassi qualcosa di diverso, non si diventa dirigente senza essere un ingranaggio della macchina (anche senza gli avvertimenti mafiosi), è una cosa che fa parte del ruolo (anche se in molti casi un pò più di intelligenza critica non guasterebbe).
Non mi aspettavo qualcosa di diverso, ma al tempo stesso faccio spesso l'errore di parlare alla persona e non al dirigente. Per questo motivo devo riperermi che: il dirigente non rappresenta la Scuola perchè non è un tramite per il quale le esigenze e i consigli di famiglie, studenti, insegnanti e dipendenti possano essere trasmesse ai livelli superiori; è invece un rappresentante del governo (quale che esso sia) di cui assicura la "compiuta e puntuale realizzazione degli obiettivi prefissati".

Un'ultima domanda nasce su quelle persone che circondano il dirigente: si renderanno davvero conto di quello che fanno e del fatto che quasi sempre si vendono il rispetto e la stima dei colleghi per un piatto di lenticchie?

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