venerdì 8 maggio 2009

Facciamoci i cazzi nostri

Per qualche minuto al giorno mi faccio coraggio e guardo i telegiornali. C'è sempre qualcosa che emerge, che trova più enfasi. Qualche "notizia" su cui le mosche ronzano più forte. Spenta la TV cerco di capire meglio ed è sempre come scavare nella merda.

Chi lo direbbe che questo piccolo padano, impaurito e cattivo, ha le mani che grondano di sangue?
Che chissà quanti uomini, donne e bambini sono già morti o vengono torturati grazie a lui e chissà quanti altri lo saranno nel futuro?
Sembra solo un innocuo adoratore del dio Po ma è il degno rappresentante di un popolo razzista, violento, egoista e menefreghista che non riesco più a sopportare.

Uno dei problemi principali di questa gente sono i migranti e i rifugiati che arrivano via mare dalla Libia. Un fiume di parassiti sfruttatori, per di più negri, che invece di restare nei loro paesi, dove sono sicuramente ricchi (come farebbero a pagarsi il viaggio se così non fosse), decidono di investire il loro denaro per una vita da sogno qui da noi.

Dobbiamo combattere questo pericolo e allora respingiamoli, non facciamoli avvicinare, non aiutiamoli: lasciamoli morire su navi alla deriva o, se il mare è mosso, tergiversiamo il tempo che basta per un onda più grande delle altre.
"nei due anni passati siamo andati oltre seicento volte a recuperare clandestini in acque di competenza maltese, semplicemnte perché Malta ci chiedeva di farlo e noi generosamente siamo andati, ma non era compito nostro. Io ho deciso che d'ora in avanti quello che è compito nostro lo facciamo e quello che non lo è non lo facciamo"(fonte)
Non siamo stati noi a spingerli sui barconi, ci sono saliti da soli, perchè ce ne dobbiamo occupare? Quindi che affoghino questi uomini, donne e bambini; noi ci facciamo i cazzi nostri.

E se non ci pensa il mare basta trovare un appiglio formale per riportarli da dove sono partiti e pagare i libici per "occuparsene".
Cosa accadrà in Libia a questi uomini donne e bambini che non sono libici ma che sono solo partiti dalle coste libiche? Cosa ne faranno i libici che non hanno mai aderito alla Convenzione sui rifugiati non ci interessa, non sono cazzi nostri, se ne occuperanno le organizzazioni internazionali, se ci saranno. (fonte)

Il ministro sembra non sapere, ma bastano pochi clic per trovare - documentato - quel che accade davvero a questi uomini, donne e bambini prima che i barconi arrivino fino a Lampedusa e quel che accadrà loro dopo averli respinti in Libia.
Ecco perchè fuggono e da cosa fuggono.
Ecco cosa devono subire per la strada: stupri, violenze, torture, prigione, shiavitù, morte.
Ecco cosa accade loro in Libia: ecco le prigioni per una detenzione immotivata e disumana; ecco i camion Iveco con i container per trasportarli; ecco Kufra.
....

Qui ci sono le fonti, non leggete se volete ancora credere alla TV:
http://fortresseurope.blogspot.com/
Speciale Libia: cosa accadrà ai 227 emigranti respinti a Tripoli? (vedi anche le inchieste linkate in fondo alla pagina)
http://comeunuomosullaterra.blogspot.com/




Ma a ben guardare: se cominciassimo a preoccuparci davvero anche dei negri, che cosa accadrebbe del nostro tenore di vita? La nostra bella civiltà occidentale crollerebbe subito se smettessimo di sfruttarli. E poi è stato così praticamente da sempre, perchè mai dovremmo cambiare proprio noi? Respingiamoli quindi, lasciamoli affogare o morire nei loro paesi: torniamo felici a guardare la TV e la domenica tutti a messa.

Una piccola nota: se anche maroni riuscisse a bloccare il flusso dei disperati, non bloccherà mai quello dei delinquenti che, in quanto tali, troveranno sempre il modo per continuare ad arrivare da noi: nel meraviglioso paese delle libertà, magari in aereo.




Fonti giornalistiche: (1) (2) (3) (4) ecc. ecc.

Nessun commento: