lunedì 4 maggio 2009

Padri e figli


La cosa che mi ha fatto più pensare nei giorni passati nel parco d'Abruzzo sono stati gli occhi delle mie bambine fisse sul televisore, acceso ma muto, in fondo alla pizzeria: una attrazione irresistibile dopo tre giorni di assenza. E pensare che di TV ne vedono poca rispetto ai loro coetanei. Fortunatamente è bastato metterle di schiena perchè tornassero ad interessarsi della pizza!

Ho anche visto all'opera una collezione di padri e figli, abbastanza varia per confermare (purtroppo) quel che vado scrivendo: i difetti e le assenze del padre si ritrovano amplificati nel figlio. Molti, ad esempio, pensano che accudire un figlio significhi abbandonarlo davanti alla televisione; sembra funzionare perchè così stanno tranquilli, come ipnotizzati, il problema però è che lontani dalla TV molti di loro non sanno proprio come comportarsi: urlano, interrompono chi parla, non ascoltano, non capiscono, rompono o picchiano, si lamentano.

Una parola a parte per i padri fumatori: quasi nessuno sembra accorgersi del male che fa fumando davanti ai bambini. Tutti, poi, pensano che stare all'aria aperta sia l'occasione per accendere una sigaretta dietro l'altra, lasciandosi dietro una interminabile scia di cicche. Nessuno che capisca che gettare in giro una cicca in un parco naturale, dove questi segni irritanti di incuria e stupidità avranno bisogno di un paio di anni per essere riassorbiti, è un esempio doppiamente negativo!

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