sabato 17 gennaio 2009

I filtri antiparticolato

Il sistema FAP aggrega il particolato dei gas di scarico in agglomerati di particelle senza un legame chimico miscelando al gasolio una sostanza chimica detta "cerina" (ossido di cerio) che possiede questa caratteristica. Tali agglomerati essendo più grossi del particolato originario, diventano "imprigionabili" dal filtro e non si disperdono in atmosfera. Il processo è controllato in modo automatico dal sistema FAP. Fisicamente la cerina è collocata in uno speciale serbatoio di 5 litri, presente fin dall'uscita dalla fabbrica. Ogni modello ha una sua autonomia di cerina compresa generalmente fra i 70000 ai 80000 chilometri, oltre la quale si deve riempire nuovamente di cerina il serbatoio durante le normali operazioni di manutenzione in officina. Negli ultimi anni il sistema FAP ha beneficiato di investimenti migliorativi nella scelta dell'additivo e del supporto filtrante che hanno consentito un ulteriore guadagno in termini di autonomia.
Gli agglomerati catturati dal filtro alveolato tendono ovviamente ad intasarlo ma, grazie alla cerina, bruciano ad una temperatura più bassa rispetto all'originario particolato (~450 C° secondo Peugeot). Periodicamente il filtro viene quindi "ripulito" bruciando gli agglomerati catturati: questo viene fatto mediante una post-iniezione di gasolio e quindi rendendo più caldi i gas di scarico che a loro volta, nel filtro, scaldano gli agglomerati bruciandoli. Il sistema automatico del FAP decide il momento opportuno per la rigenerazione del filtro (prevalentemente durante i percorsi extraurbani ogni 300-400 chilometri).

Nel gergo automobilistico, vengono definiti filtri antiparticolato anche soluzioni diverse dal FAP ora descritto. Tali soluzioni alternative, definite genericamente dall'acronimo DPF, funzionano in modo analogo al FAP. La differenza sostanziale è data dall'assenza di additivi. Pertanto, i DPF non hanno la necessità di rabboccare la cerina. D'altra parte, l'assenza di additivi comporta la necessità di eseguire la fase di rigenerazione a temperature più alte rispetto ai FAP. (fonte wikipedia)

Nota bene: quando brucio un grammo di qualcosa ottengo più di un grammo di qualcos'altro (si deve infatti tenere conto anche dell'ossigeno usato nella combustione).
Se qualcosa non si vede non vuol dire che non c'è !


“L'ossido di cerio è usato dalla Peugeot che ha inventato il sistema, ma si possono usare anche altre sostanze che raggiungono sostanzialmente lo stesso scopo. Ciò che intasa il filtro e che costringe a una sua pulizia ogni 300-400 km è solo in minimissima parte cerina. Si tratta, invece, principalmente di residui carboniosi, residui metallici e residui non metallici. Questi materiali vengono sminuzzati periodicamente a dimensioni piccolissime, molto più piccole di quelle delle polveri prodotte dal motore, ed espulsi dal filtro per essere immessi in atmosfera. Alla luce delle conoscenze di nanopatologia, questo particolato così fine costituisce un'aggressione per l'organismo assai più grave di quella che sarebbe costituita dalle polveri non trattate eventualmente espulse da un motore Diesel non dotato di filtro” (fonte Stefano Montanari - Il girone delle polveri sottili Cap. 50)


Ricapitolando: i fumi di scarico sono brutti da vedere, puzzano, fanno tossire e sporcano. Grazie a questa bella trovata diventano nanopolveri che non si vedono e non si sentono ma che sono molto più dannose perchè sono molto più piccole e quindi penetrano profondamente nell'organismo molto
più facilmente e li rimangono a fare danni.
"Ovviamente" le auto con FAP, che inquinano di più, sono proprio quelle che possono circolare quando ci sono limiti legati all'inquinamento! Infine questo bel congegno ce lo fanno pagare (anzi ci obbligano a comprarlo se vogliamo circolare in alcune città quando ci sono limiti legati all'inquinamento), ci fanno pagare la sua manutenzione o sostituzione periodica, ci costa per il gasolio in più usato per pulirlo (sarà anche poco ma tutto fa) ed alla fine andrà in qualche modo smaltito.



Nessun commento: