sabato 3 gennaio 2009

Io sto dalla parte dei bambini palestinesi ed israeliani

Qualche giorno fa in un videogioco uccidevo "nemici" individuandoli all'alto tramite sensori ed armi potenti e precise. Il gioco era coinvolgente al punto che i commenti di chi stava sull'aereo con me (generato dal programma, non reale) mi davano fastidio perchè per loro uccidere era come un gioco.

Dall'allucinazione del videogioco alla realtà il passo è stato però brevissimo: ecco infatti un video israeliano uguale al gioco: si vedono delle persone caricare dei "missili" su un camioncino, fa impressione vederli ignari del loro imminente destino fino a che il grilletto viene premuto e con precisione otto vite vengono spazzate via.





Si dirà: "se la sono cercata" ma purtroppo anche in questo caso la fiducia nella tecnologia ha fatto il solito brutto scherzo. Premi invio sulla tastiera e scompaiono miliardi di dati; giri una manopola ed esplode una centrale nucleare; tiri il grilletto e puoi rilassarti e pensare ad altro, l'arma farà il lavoro sporco, in questo caso l'effetto è stato questo:


otto morti per aver cercato di portare in salvo le bombole di gas di un'officina meccanica (altre foto).

Oggi un'altra storia tremenda: un aereo colpisce con precisione una moschea, crolla il muro di una casa vicina e muoiono nel sonno cinque sorelle (fonte):


Mi costa scrivere di queste cose, vorrei girarmi per non vedere, ma, poichè scrivere mi aiuta a fissare le cose bene in mente, lo voglio fare. Queste bambine hanno un nome: Tahrir, 17 anni; Ikram, 15 anni; Samar, 12 anni; Dina, 8 anni e Jawaher, 4 anni e non sono certamente diverse da quei bambini israeliani colpiti dai razzi o dai kamikaze.

Mi domando: come è possibile che nessuno capisca che odio chiama maggiore odio, violenza chiama maggiore violenza, disprezzo per la vita chiama maggiore disprezzo per la vita, che questo è un sistema instabile, inevitabilmente destinato alla autodistruzione.

Nella speranza che un giorno il sentimento di comune fratellanza umana o perlomeno la ragione abbiano il sopravvento, voglio oggi esprimere il mio disprezzo per chi da una parte o dall'altra continua ad usare la violenza come per chi continua a parteggiare per l'uno o per l'altro.

A me non interessa sapere chi ha più ragione,
non ne voglio nemmeno discutere,
per quel poco che serve
io sto dalla parte dei bambini palestinesi ed israeliani.

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