Dall'allucinazione del videogioco alla realtà il passo è stato però brevissimo: ecco infatti un video israeliano uguale al gioco: si vedono delle persone caricare dei "missili" su un camioncino, fa impressione vederli ignari del loro imminente destino fino a che il grilletto viene premuto e con precisione otto vite vengono spazzate via.
Si dirà: "se la sono cercata" ma purtroppo anche in questo caso la fiducia nella tecnologia ha fatto il solito brutto scherzo. Premi invio sulla tastiera e scompaiono miliardi di dati; giri una manopola ed esplode una centrale nucleare; tiri il grilletto e puoi rilassarti e pensare ad altro, l'arma farà il lavoro sporco, in questo caso l'effetto è stato questo:
otto morti per aver cercato di portare in salvo le bombole di gas di un'officina meccanica (altre foto).
Oggi un'altra storia tremenda: un aereo colpisce con precisione una moschea, crolla il muro di una casa vicina e muoiono nel sonno cinque sorelle (fonte):
Mi costa scrivere di queste cose, vorrei girarmi per non vedere, ma, poichè scrivere mi aiuta a fissare le cose bene in mente, lo voglio fare. Queste bambine hanno un nome: Tahrir, 17 anni; Ikram, 15 anni; Samar, 12 anni; Dina, 8 anni e Jawaher, 4 anni e non sono certamente diverse da quei bambini israeliani colpiti dai razzi o dai kamikaze.
Mi domando: come è possibile che nessuno capisca che odio chiama maggiore odio, violenza chiama maggiore violenza, disprezzo per la vita chiama maggiore disprezzo per la vita, che questo è un sistema instabile, inevitabilmente destinato alla autodistruzione.
Nella speranza che un giorno il sentimento di comune fratellanza umana o perlomeno la ragione abbiano il sopravvento, voglio oggi esprimere il mio disprezzo per chi da una parte o dall'altra continua ad usare la violenza come per chi continua a parteggiare per l'uno o per l'altro.
A me non interessa sapere chi ha più ragione,
non ne voglio nemmeno discutere,
per quel poco che serve
io sto dalla parte dei bambini palestinesi ed israeliani.
non ne voglio nemmeno discutere,
per quel poco che serve
io sto dalla parte dei bambini palestinesi ed israeliani.
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