Il vicepresidente del CSM nicola mancino (PD) concorda con berlusconi sul fatto che la giustizia deve diventare di proprietà della politica.
Dall'intervista al Corriere:
C'è pure chi mette in discussione il principio dell'obbligatorietà dell'azione penale. Lei è sempre a favore?
«Non io, ma la Costituzione. Tuttavia mi rendo conto che, in tempi di emergenza come gli attuali, se si vuole evitare che la scelta dei processi sia operata dai pubblici ministeri, solo il Parlamento a maggioranza qualificata, del 65 o 70 per cento, può stabilire le priorità».
Quale emergenza, scusi?
«Quella dei troppi procedimenti pendenti, per cui c'è il rischio che siano i singoli magistrati a scegliere quali trattare. Meglio allora che sia il Parlamento, con una maggioranza che coinvolga almeno una parte dell'opposizione, a stabilire le priorità sui reati da perseguire. Ma sempre come soluzione temporanea a situazioni eccezionali. Col ritorno alla normalità, dopo la riforma, una potatura dei reati che non destano più allarme sociale è una strada da percorrere».
Alcuni sollecitano una diversa composizione del Csm, in prima fila l'ex magistrato e ex parlamentare Luciano Violante. Qual è il suo parere?
«Sono contrario ad aumentare il peso dei laici rispetto ai togati, ma l'attuale differenza è eccessiva. Ferma restando la presidenza del Capo dello Stato, una tripartizione della composizione affidata per un terzo ai magistrati, per un terzo al Parlamento e per un terzo al presidente della Repubblica mi pare equamente distribuita. La riforma costituzionale potrebbe confermare il vincolo della scelta parlamentare tra avvocati che abbiano esercitato da almeno quindici anni e professori ordinari di diritto, e stabilire che le nomine attribuite al capo dello Stato (giudici di sperimentata professionalità e docenti di diritto) assicurino nell' organo di autogoverno una prevalenza complessiva di togati».
Ma con la sua proposta non si rischia di rafforzare in maniera eccessiva la posizione del capo dello Stato?
«I costituenti furono saggi nel preferire la presidenza del Capo dello Stato a quella di supremi magistrati. L'esperienza conferma che nel cinquantennio è stato fatto buon uso del potere presidenziale: non sono mancati saggezza, equilibrio e imparzialità » (nessuno pare avergli detto che il posto di nuovo capo dello stato è stato prenotato da berlusconi - lorenzo).
Intanto però il dibattito s'infiamma su altre proposte di riforma. L'ultima, del ministro-ombra del pd, prevede tre giudici anziché uno per decidere l'arresto di un indagato.
«Personalmente sono d'accordo. In occasione della discussione del decreto- rifiuti in Campania, il Csm non solo condivise che su quell'area fossero tre i giudici delle indagini preliminari, ma pose anche il problema di estendere la composizione collegiale all'intero territorio nazionale».
Ma poi c'è il rischio che i giudici non bastino.
«Si potrà attingere dai concorsi in atto e recuperare magistrati attraverso la riforma delle circoscrizioni giudiziarie, chiudendo uffici che non hanno più ragione di esistere; compito, quest'ultimo, che spetta principalmente al ministro della Giustizia, anche se difficile e impopolare. Le questioni di garanzia dovrebbero sempre prevalere rispetto alla penuria di persone e di mezzi; nel settore penale la deroga al principio della collegialità è sempre un problema. Tre giudici in luogo di uno possono evitare alcune gravi anomalie, come quelle verificatesi, ad esempio, nei recenti casi di Pescara e di Potenza» (finalmente una notizia di assunzioni nella pubblica amministrazione: giudici assunti senza badare a spese per verificare, non più da soli ma in gruppo, l'operato di altri giudici - lorenzo). Vedi anche questo articolo di Travaglio
Lei parla di gravi anomalie in inchieste che riguardano amministratori locali ed esponenti politici, mentre i magistrati ribattono che il vero problema è la corruzione.
«Che va certamente colpita, ma con provvedimenti giudiziari che rispondano a requisiti di equilibrio e di "giustezza" che in alcuni casi sono sembrati trascurati».
E del presunto abuso delle intercettazioni nelle inchieste giudiziarie che cosa pensa?
«Che debbano servire a completare, non a dare inizio a un'indagine.»
L'unica differenza con berlusconi è il tono tipicamente "democristiano".
Per me sono entrambi disgustosi.
Per me sono entrambi disgustosi.
Aggiornamento: altro articolo di Travaglio
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