giovedì 15 gennaio 2009

Nuovi pozzi di petrolio in Abruzzo

L'associazione Impronte ha scoperto che il Ministero per lo Sviluppo Economico ha accolto l'istanza per l'estrazione di petrolio nei Comuni di Pineto, Atri e Sant'Angelo.
Si arriva così a quota 4 nella provincia di Teramo dopo le istanze accolte della Petroceltic a largo della costa di Pineto-Silvi-Montesilvano; oltre alla Corropoli ed alla Colle dei Nidi, ecco spuntare la Colle San Giovanni, accolta dal Ministero il 17 dicembre scorso, che interessa un'area di circa 23 chilometri quadrati, spalmata tra i Comuni di Pineto, Atri e Sant'Angelo.
I richiedenti sono l'Eni e la Gas Plus Italiana, in partnership non solo per la San Giovanni ma anche in altre aree dello scacchiere petrolifero.
«Difficile credere in una semplice casualità», commenta Enrico Gagliano dell'associazione Impronte.
«Se ci mettiamo dentro anche il ricorso del Presidente del Consiglio dei Ministri contro la Legge Regionale 14 del 15 ottobre 2008, tutto sembra rientrare in un piano preordinato, volto a fare dell'Abruzzo e della provincia di Teramo una groviera ed un distretto minerario con tanto di raffinerie».
Per l'associazione chi ha pensato che «il rischio petrolio riguardasse soltanto Ortona a questo punto dovrà ricredersi e iniziare a temere anche per le sorti dell'economia teramana».
Perché il sospetto di cui parla Gagliano è che adesso si avrà la nascita di una seconda grande raffineria anche in provincia di Teramo. Dove? «Non molto lontano dalle trivelle, considerato che il nostro petrolio, acido, pesante e corrosivo, non può essere trasportato altrove e che, quindi, necessita di essere lavorato in loco». (Articolo completo).

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